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Doctors in Sopraceneri (Region)

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CLINICA OCULISTICA LUGANO

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CLINICA OCULISTICA LUGANO

Riva Antonio Caccia 1b, 6900 Lugano

Cosa facciamo L’oftalmologia d’oggi permette di effettuare quasi tutti i chiarimenti ed i trattamenti in modo ambulatoriale; per questo motivo siamo presenti dal1987 come clinica oculistica diurna a Lugano. Le nostre attivitĂ  ed i nostri servizi: » Diagnostica oftalmologica generale » Chirurgia di cataratta » Terapia e chirurgia del glaucoma » Trattamenti per problemi retinali » Chirurgia plastica della palpebra e delle vie lacrimali » Oftalmologia per bambini » Diagnostica e terapia ortottica » Chirurgia rifrattiva » Trattamento con laser di eccimeri • » Femtolaser • » Femtocataratta • » Cataratta con laser • » Lensar laser • » Femto Consigliamo un controllo dal medico oculista » A bambini tra il secondo ed il quarto anno d’etĂ  » regolarmente a bambini ed adolescenti con problemi agli occhi o di vista » Regolarmente ad adulti con problemi agli occhi o di vista » Regolarmente a pazienti con problemi internistici come diabete, ipertensione e malattie reumatiche come pure sotto terapie medicamentose specifiche » Ad adulti dopo il quarantesimo anno d’etĂ  con intervalli da 1 a 2 anni L’oftalmochirurgia permette di » Sostituire un cristallino opaco con un cristallino artificiale in caso di cataratta » Ridurre la pressione intraoculare in caso di glaucoma » Ridurre i difetti visivi come alternativa ad occhiali da vista o lenti a contatto (laser di eccimeri) » Ricostruire la palpebra mediante la chirurgia plastica in seguito ad incidenti, tumori o per ragioni estetiche Con il laser d’eccimeri si possono ottenere buoni risultati per » La miopia fino a 10 diottrie » L’ipermetropia fino a 6 diottrie » L’astigmatismo » La presbiopia nello stato iniziale e medio in combinazione con miopia, ipermetropia ed astigmatismo La correzione completa non Ăš garantita. Indipendentemente da questo fatto, la maggior parte dei pazienti con una correzione incompleta sono soddisfatti per il loro fabbisogno quotidiano, senza la necessitĂ  di correzioni supplementari.

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Ophthalmology‱Ophthalmic surgery‱Clinic‱Hospital‱Eye center‱Ophthalmic clinics‱Laser‱Doctors
Riva Antonio Caccia 1b, 6900 Lugano
Ophthalmology‱Ophthalmic surgery‱Clinic‱Hospital‱Eye center‱Ophthalmic clinics‱Laser‱Doctors

Cosa facciamo L’oftalmologia d’oggi permette di effettuare quasi tutti i chiarimenti ed i trattamenti in modo ambulatoriale; per questo motivo siamo presenti dal1987 come clinica oculistica diurna a Lugano. Le nostre attivitĂ  ed i nostri servizi: » Diagnostica oftalmologica generale » Chirurgia di cataratta » Terapia e chirurgia del glaucoma » Trattamenti per problemi retinali » Chirurgia plastica della palpebra e delle vie lacrimali » Oftalmologia per bambini » Diagnostica e terapia ortottica » Chirurgia rifrattiva » Trattamento con laser di eccimeri • » Femtolaser • » Femtocataratta • » Cataratta con laser • » Lensar laser • » Femto Consigliamo un controllo dal medico oculista » A bambini tra il secondo ed il quarto anno d’etĂ  » regolarmente a bambini ed adolescenti con problemi agli occhi o di vista » Regolarmente ad adulti con problemi agli occhi o di vista » Regolarmente a pazienti con problemi internistici come diabete, ipertensione e malattie reumatiche come pure sotto terapie medicamentose specifiche » Ad adulti dopo il quarantesimo anno d’etĂ  con intervalli da 1 a 2 anni L’oftalmochirurgia permette di » Sostituire un cristallino opaco con un cristallino artificiale in caso di cataratta » Ridurre la pressione intraoculare in caso di glaucoma » Ridurre i difetti visivi come alternativa ad occhiali da vista o lenti a contatto (laser di eccimeri) » Ricostruire la palpebra mediante la chirurgia plastica in seguito ad incidenti, tumori o per ragioni estetiche Con il laser d’eccimeri si possono ottenere buoni risultati per » La miopia fino a 10 diottrie » L’ipermetropia fino a 6 diottrie » L’astigmatismo » La presbiopia nello stato iniziale e medio in combinazione con miopia, ipermetropia ed astigmatismo La correzione completa non Ăš garantita. Indipendentemente da questo fatto, la maggior parte dei pazienti con una correzione incompleta sono soddisfatti per il loro fabbisogno quotidiano, senza la necessitĂ  di correzioni supplementari.

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Physical therapy‱Manual therapy‱Health and sports massage‱Craniosacral therapy‱Lymphatic Drainage‱General internal medicine‱Pilates‱Doctors
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Decus Clinic Swiss

Decus Clinic Swiss

Via Nassa 7, 6900 Lugano

La chirurgia estetica C’ù una certa tendenza a giudicare con superficialitĂ  e mancanza di informazione la persona che decide di sottoporsi a un trattamento di chirurgia estetica, mentre si accetta senza nessuna riserva la spesa approssimativa di un miliardo di euro l’anno nell’industria cosmetica e nella moda. Si Ăš soliti cambiare i capelli, le creme, i profumi e l’unica differenza con la chirurgia estetica Ă© che quest’ultima puĂČ rendere permanente un cambiamento che spesso risulta solo appena abbozzato dopo molte ore di lavoro di fronte allo specchio. Fortunatamente questo atteggiamento negativo va scomparendo, ma a cosa si deve questa conquista? Oggi la chirurgia estetica si Ăš democratizzata, entrando a far parte del ceto medio lĂ  dove si colloca il maggior numero di persone che ne hanno necessitĂ  inoltre, grazie alla medicina sociale che ha lo scopo di migliorare la qualitĂ  della vita delle persone della terza etĂ , si assiste sempre piĂč ad un allungamento della vita che rende quasi inevitabile ad un certo punto il presentarsi di uno squilibrio tra come ci vediamo e come ci sentiamo o agiamo. L’aumento della richiesta di interventi per attenuare le tracce dell’invecchiamento, o i suoi segni prematuri, ha innalzato moltissimo il numero delle visite al chirurgo plastico; le persone abitualmente richiedono un miglioramento del loro aspetto, peggiorato talora dallo stress o dalla mancanza di esercizio, che puĂČ evidenziarsi con un eccessivo rilasciamento del viso, con borse sotto gli occhi, con eccesso di pelle sulle palpebre o ancora con alterazioni del contorno corporeo come seni cadenti, addome flaccido, eccesso di peso... Le visite dal chirurgo plastico sono aumentate considerevolmente negli ultimi anni, del 75% circa e conseguentemente sono incrementate le operazioni sui profili e contorni corporei (naso, mento, ipomastia, lipodistrofia) in persone di tutte le etĂ , che in passato si nascondevano o infagottavano per nascondere i propri difetti sperando di ottenere una maggiore accettazione da parte degli altri. Se proviamo a suddividere gli interventi chirurgici in base alle fasce d’etĂ  ci ritroviamo a definire tre gruppi distinti: • I giovani Che solitamente a partire dai sedici o diciassette anni, per motivi di insoddisfazione personale che arrivano ad alterare la vita di relazione o la valutazione della propria immagine, convogliano tutti i loro problemi in un naso grande, deforme o semplicemente “diverso” oppure in un seno piuttosto grande, ipertrofico, che limita il loro modo di vivere facendoli vergognare quando praticano uno sport, che li obbliga a vestirsi comodamente, che arriva a dare loro problemi sessuali o anche fastidi alla schiena, o al contrario nella carenza di seno che li spinge a cercare continuamente nuovi modi per sentirsi sempre piĂč grandi, sempre piĂč donne. • Gli adulti Donne con problemi post gravidanza: seni cadenti, addome cascante con o senza devastazione della muscolatura addominale, cumuli di grasso antiestetici sui fianchi, sul giro vita, sulle cosce; o uomini, che si ritrovano a combattere la comparsa di segni di stanchezza o gli accumuli di peso localizzati, generalmente dovuti a una vita sedentaria, alla mancanza di esercizio e al troppo stress lavorativo. • La cosiddetta terza etĂ  (e quanto Ăš difficile per qualsiasi professionista dire quando comincia questa “terza età”!) In cui si instaura una chiara lotta contro i segni dell’invecchiamento presenti su viso (borse, rilasciamento del volto, collo), seno, addome, che frequentemente sono la causa di alcune domande come: Sto bene? Se ho un buon lavoro e sono in un momento di grande produzione mentale, perchĂ© mi vedo cosĂŹ? Tutto porta sempre alla stessa domanda: perchĂ© non si accetta la propria immagine? PerchĂ© non si accetta l’invecchiamento con dignitĂ ? PerchĂ© non si accetta quel naso grosso? E’ la sua personalitĂ ? PerchĂ© si opera? E’ molto facile giudicare gli altri e molte volte Ăš una difesa del proprio io. Se io non oso 
, se io non posso 
, se non me lo permettono 
. PerchĂ© l’altro sĂŹ? Magari tutti i problemi che abbiamo nella vita potessero risolversi nel modo in cui lo fa la chirurgia estetica! Quello che la chirurgia estetica ricerca Ăš la normalitĂ , l’equilibrio nei risultati senza che i cambiamenti siano visibili o strani, per aiutare una persona a raggiungere qualcosa di cosĂŹ facile e cosĂŹ difficile al tempo stesso: il vivere in armonia con il proprio corpo e con la propria immagine. Prendere la decisione La decisione di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica Ăš assolutamente personale, non deve mai essere presa nĂ© da familiari, nĂ© da amici (per quanto essi possano essere ben intenzionati), talvolta la persona che decide di operarsi deve affrontare l’incomprensione o addirittura la proibizione di genitori, mariti, mogli o amici, ma bisogna far capire loro che presto o tardi se il paziente Ăš convinto di ciĂČ che vuole, prenderĂ  la sua decisione, anche se gli altri non concordano. Naturalmente Ăš vero anche il contrario, i genitori, gli amici o il coniuge devono sapere che se il paziente non vuole o non Ăš convinto di avere o di doversi correggere un difetto estetico non Ăš corretto fargli pressione. Qualsiasi persona che intende sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica puĂČ chiedere consiglio, ma una volta presa la decisione, sia positiva che negativa, l’appoggio dei familiari e degli amici svolge un ruolo molto importante sia nel pre che nel postoperatorio. Qual Ăš il miglior consiglio che si puĂČ dare a una persona che ha giĂ  preso questa decisione? Prima di tutto che si informi bene, fino alla nausea, dei pro e dei contro di un intervento chirurgico. Si dovrĂ  considerare, per prima cosa, a chi rivolgersi. Non deve esserci nessun dubbio: la specialitĂ  di chirurgia plastica ricostruttiva e estetica Ăš riconosciuta dall’Unione Europea. E’ facile consultare o ottenere la lista dei chirurghi plastici di una cittĂ  o di un Paese per mezzo degli Ordini dei Medici o dell’Associazione dei Chirurghi Estetici. A partire da tale lista, con il consiglio del medico curante o di alcuni conoscenti che abbiano giĂ  affrontato un’operazione, si troverĂ  la scelta migliore. Ma fate attenzione! C’ù molta pubblicitĂ  ingannevole ed Ăš bene ricordare che nessuno regala niente e che il tempo di qualsiasi professionista ha un prezzo. La chirurgia estetica non Ăš miracolosa e il professionista vi spiegherĂ  bene quali sono i risultati che vi potete aspettare, quali sono i tempi per il recupero e quali sono i rischi collegati all’intervento. Fissate un appuntamento ed esponete il problema che vi ha indotto alla decisione, se la relazione medico-paziente Ăš positiva esistono molte possibilitĂ  di intesa e il professionista vi informerĂ  con una corretta esposizione i vantaggi e i rischi dell’intervento a cui volete sottoporvi. Se la spiegazione dello specialista non risulta soddisfacente Ăš consigliabile vederne altri, fino ad incontrare il professionista adeguato, in grado di soddisfare il paziente tanto nelle spiegazioni quanto nelle cose piĂč importanti e delicate come il suo benessere psicologico. Un buon medico Ăš colui che Ăš in grado, una volta individuati i problemi estetici del paziente di indicarne le possibili soluzioni e di valutare onestamente le garanzie di successo dell’intervento in base alla severitĂ  del problema stesso. Non bisogna avere alcuna vergogna di chiedere assolutamente tutto, persino quelle domande che sembrano ridicole, o vedere tutti gli specialisti che si ritiene opportuno, questo Ăš ciĂČ che gli americani chiamano lo shopping lifting, ovvero cercare fino a trovare ciĂČ che soddisfa pienamente la persona secondo le sue necessitĂ . Quali sono i rischi? La cosa piĂč importante Ăš ottenere la maggior precisione possibile sul risultato che si puĂČ conseguire, il chirurgo plastico non Ăš un mago che puĂČ cambiare la vita di nessuno. Si puĂČ, grazie ad un buon risultato estetico, aumentare l’autostima di quel paziente, specialmente rispetto al suo ambiente familiare e sociale, ma mai cambiargli la vita o trasformarlo fisicamente o psicologicamente in un’altra persona. Lo specialista dovrĂ  spiegare la tecnica chirurgica che impiegherĂ  con parole semplici e in modo chiaro fino a quando non resterĂ  alcun dubbio, in seguito dovrĂ  dedicarsi ai limiti della stessa sottolineando dove rimangono le cicatrici (precisando che si nascondono, non si cancellano, migliorano molto con il tempo ma non scompaiono) e spiegando accuratamente cosa ci si aspetta nel postoperatorio. Dobbiamo pensare che la chirurgia, sia essa grande o piccola, Ăš sempre un atto aggressivo per il corpo umano, questo puĂČ produrre ematomi e processi infiammatori che possono durare piĂč o meno tempo, puĂČ esserci dolore, piĂč o meno controllato o altre complicazioni. E’ altresĂŹ importante decidere insieme allo specialista il tipo di anestesia che si utilizzerĂ  durante l’operazione, chi sarĂ  l’anestesista e il luogo dove si eseguirĂ  l’intervento. L’anestesia Ăš uno dei campi della medicina che evolve con maggiore celeritĂ , continuamente alla ricerca di una maggiore sicurezza, si anestetizzano dai neonati con poche ore di vita agli anziani, ma di fatto, qualunque sia il tipo di anestesia (generale, periferica, sedazione, locale) non esiste mai la sicurezza assoluta. Da questo si evince l’importanza che hanno la partecipazione di uno specialista in anestesia e la realizzazione dell’intervento in un centro che abbia tutti i requisiti di sicurezza della medicina attuale. ____________________________________________________________________________________ Rinoplastica (Chirurgia del naso) E’ dedicata a quel paziente che non Ăš a suo agio con le dimensioni o la forma del suo naso e ne desidera una correzione estetica, quest’ultima si definisce rinoplastica e rappresenta l’intervento piĂč frequente fra quelli di chirurgia estetica e, anche se non sembra, Ăš quello piĂč complesso dal punto di vista tecnico. Candidati e candidate per l’intervento Il naso raramente Ăš causa di problemi nella prima adolescenza e la ragione sta nel fatto che non inizia a svilupparsi veramente fino ai dodici o quattordici anni, ecco perchĂ© abitualmente il momento in cui si pensa ad una rinoplastica non arriva fino ai diciassette o diciotto anni. Oggigiorno piccoli difetti possono creare grandi problemi, non solo per il maggior o minor grado di coinvolgimento personale, ma perchĂ© possono alterare o privare di equilibrio tutta l’ immagine del viso, la sua estetica. Non possiamo negare che nella maggioranza delle professioni il primo contatto Ăš costituito dalla propria immagine, di conseguenza capiamo perchĂ© di giorno in giorno aumenta il numero di persone che ricorrono allo specialista per questo tipo di problema. Migliorare l’immagine esteriore di una persona contribuirĂ  ad aumentarne l’autostima e, di conseguenza, la disinvoltura nelle relazioni con gli altri e una maggiore intraprendenza. La visita Lo specialista in questo tipo di chirurgia deve valutare molteplici elementi. Il primo e piĂč importante Ăš informare il paziente: localizzare quello che per lui Ăš il maggior difetto, qual Ăš il suo desiderio di miglioramento e quali speranze e aspettative ripone nel risultato. Se ci sono dubbi o se per il paziente Ăš difficile spiegarsi, il chirurgo puĂČ avvalersi dell’aiuto di foto pre e post operatorie di altri pazienti (naturalmente sempre conservando l’assoluto rispetto della privacy) per mostrare come potrebbe essere il risultato. Dopo aver ascoltato e osservato attentamente il paziente, il medico effettuerĂ  un’opportuna esplorazione della struttura cutanea, ossea e cartilaginea della piramide nasale e valuterĂ  la sua funzionalitĂ  (come respira). Oggigiorno la rinoplastica si focalizza su un doppio risultato: estetico e funzionale. E’ necessario che il naso abbia un bell’aspetto ma anche che funzioni perfettamente. A partire da questo momento il medico spiegherĂ  al paziente quali sono le possibili soluzioni del suo caso, o piĂč precisamente che cosa puĂČ fare per avvicinarsi al massimo del risultato desiderato. InizierĂ  spiegando la tecnica che eseguirĂ , il cui principale obiettivo sarĂ  quello di ottenere un naso “normale e soprattutto naturale” e mai un naso che si noti “operato” . E’ necessario utilizzare disegni, schemi, fotografie, che aiutino una maggiore comprensione o che permettano una proiezione del risultato, spiegare i pro e i contro dell’intervento, le caratteristiche del postoperatorio, i controlli futuri necessari. L’utilizzo del computer per disegnare o pianificare Ăš sicuramente un enorme vantaggio ed un ottimo strumento per il chirurgo ma soprattutto per il paziente, che potrĂ  cosĂŹ rendersi conto delle modifiche “per il momento solo virtuali” del suo naso e del suo profilo. E’ bene specificare che nella riuscita di una rinoplastica intervengono molti fattori come ad esempio la qualitĂ  dei tessuti o il maggior o minor grado di deformitĂ  e tutti quanti influiranno sul risultato, per questo Ăš necessario spiegare tutto il piĂč chiaramente possibile. Se questo non Ăš sufficiente bisognerĂ  ripetere la visita piĂč volte affinchĂ© non ci siano dubbi sul risultato che si potrĂ  ottenere, se tali problematiche persistono o se il paziente risulta ancora indeciso o se ha false aspettative la cosa migliore sarĂ  sospendere o rimandare l’intervento. E’ troppo importante l’immagine che un naso puĂČ dare a un volto per commettere l’errore di effettuare un intervento, sia pur eccellente, con il rischio che non sia gradito dal paziente o che sia giugicato non adatto al proprio viso. L’intervento Si possono usare tre tipi di anestesia nell’intervento di rinoplastica: l’anestesia locale, quella locale con sedazione o l’anestesia generale. Il miglior consiglio che si puĂČ dare Ăš utilizzare sempre la tecnica anestesiologica piĂč comoda per il chirurgo, dato che ciĂČ andrĂ  a favore del risultato estetico che cerca di conseguire. Bisogna tenere presente che qualsiasi tipo di anestesia costituisce sempre un fattore di rischio, pertanto la cosa piĂč importante Ăš chi, come e dove si realizza. Anatomicamente esistono quattro zone o aree da trattare: • il dorso nasale che si puĂČ ridurre, aumentare o restringere • la punta del naso che si puĂČ rimodellare • le cartilagini alari, che daranno l’opportuna proiezione della punta e che sono un punto saliente della definizione estetica • il setto nasale che viene corretto essenzialmente per migliorare la funzionalitĂ  respiratoria La rinoplastica puĂČ essere realizzata in forma chiusa o aperta, questo significa che secondo il caso, l’abilitĂ , l’esperienza e la formazione del chirurgo plastico, l’intervento viene realizzato all’interno delle fosse nasali o al di fuori di esse. Nella tecnica aperta si pratica un piccolo taglio invisibile nella columella, si alza tutta la copertura cutanea e, una volta messe in vista tutte le strutture, vi si realizzano le modifiche. Il paziente esce dalla sala operatoria con una piccola medicazione di plastica sul dorso del naso che verrĂ  rimossa al sesto giorno. Talvolta vengono utilizzati tamponi endonasali che saranno rimossi in 24-48 ore. L’unico inconveniente sarĂ  respirare per qualche giorno con la bocca, sensazione che sarĂ  molto simile a quello che si prova quando si Ăš costipati dal catarro. Un altro piccolo inconveniente potrebbe essere una maggiore o minore infiammazione degli occhi, che puĂČ durare fino a una settimana, dovuta alla necessitĂ  di dover praticare delle piccole fratture ai lati del naso per stringerne il profilo. Dopo l’intervento – che abbiamo cercato di chiarire nel modo piĂč semplice possibile, senza entrare in grandi tecnicismi – quando il chirurgo rimuoverĂ  le medicazioni, sarĂ  suo compito dare appoggio psicologico al paziente dato che la correzione di deformitĂ  nasali importanti darĂ  un cambiamento di immagine altrettanto grande e radicale. Il paziente dovrĂ  far entrare questo “naso nuovo” nel suo schema mentale corporeo, pertanto l’appoggio psicologico Ăš lo stesso di cui ha bisogno qualunque paziente in qualsiasi intervento di chirurgia ricostruttiva durante il processo post-operatorio. Gli edemi e le ecchimosi saranno controllati nelle settimane e nei mesi successivi e dopo un paio di settimane circa il paziente potrĂ  tornare al lavoro. Quanto allo sport Ăš raccomandabile praticarlo dopo almeno un mese, si dovrĂ  evitare anche l’esposizione prolungata al sole o qualsiasi altro elemento che possa mettere a rischio il successo dell’intervento. Se tutto va per il meglio, dopo circa sei mesi il chirurgo darĂ  per concluso il suo lavoro. ________________________________________________________________________________________________ Mentoplastica (chirurgia del mento) Esiste un gruppo di pazienti in cui la rinoplastica puĂČ non essere sufficiente per ottenere una linea del profilo armonica poichĂ© il mento risulta troppo arretrato. Questo potrebbe presupporre una riduzione nasale molto marcata per uguagliare la linea del mento, ma Ăš una concezione sbagliata. l’ideale in questi casi Ăš studiare molto bene il profilo del paziente: la proiezione della punta del naso deve essere lievemente piĂč avanti di quella del mento e se questo Ăš molto indietro, nel piano operatorio bisognerĂ  prevedere la collocazione o di una protesi nel mento o di tessuto adiposo (lipofilling). Si tratta di un intervento relativamente semplice che si realizza approfittando dell’anestesia generale durante la rinoplastica, mentre nei casi in cui Ăš necessario unicamente aumentare il mento senza toccare il naso sarĂ  sufficiente un’anestesia locale con sedazione. All’interno della bocca, dietro il labbro inferiore, si fanno due incisioni laterali di circa due o tre centimetri, da qui si va a contatto dell’osso. Le protesi sono di silicone. Si tratta di un materiale solido ma allo stesso tempo flessibile e malleabile quindi il chirurgo puĂČ modellarlo durante l’intervento per renderlo il piĂč fedele possibile alla forma desiderata. Dopo aver chiuso le incisioni mediante punti di sutura riassorbibili generalmente si prescrivono antibiotici e antinfiammatori per una settimana. Trascorso questo tempo benchĂ© possa persistere un po’ di infiammazione, il paziente generalmente ha un aspetto normale che gli permette di realizzare le sue attivitĂ  abituali senza problemi. ________________________________________________________________________________________________ Otoplastica (chirurgia delle orecchie) Le “orecchie a sventola” sono un problema che non va sottovalutato, possono averle bambini, donne, uomini, adulti e persino anziani, che perdendo i capelli vedono in tutta la loro invadenza queste due “palette” ai lati del capo. Ci fanno sorridere le orecchie dei conigli, ci fanno tenerezza le orecchie grandi dei cani da caccia e quelle puntute dei gatti, sembra che la natura abbia fatto uno scherzo all’uomo affibbiandogli delle orecchie fatte in questa maniera. Ce ne sono di grandi, sporgenti, lunghe, larghe, attaccate al viso dalla parte del lobo e staccate sulla punta e ogni altra stranezza che possa venirci in mente. Purtroppo talvolta sono ingombranti e quasi ridicole. E ci stanno proprio ai due lati del viso, non ci salviamo dalla loro presenza perchĂ© sono sempre ben visibili. Possono abbruttire un bel viso, peggiorare un viso interessante, attirare l’attenzione piĂč di ogni altra cosa al primo sguardo. Prima visita Dopo opportuna anamnesi si colloca il paziente davanti a uno specchio e con la semplice manovra di piegare o unire le orecchie verso la testa, si chiede a lui quello che realmente desidera. Non Ăš una visita in cui esistano molti dubbi sul trattamento da seguire. La spiegazione del chirurgo riguarderĂ  il tipo di intervento che si deve realizzare, a che etĂ , con quale anestesia, i giorni di ricovero e le caratteristiche del post-operatorio come qualsiasi altro tipo di intervento chirurgico estetico. L’intervento si realizza negli adulti in anestesia locale, nei bambini in anestesia generale (Ăš molto difficile chiedere a un bambino di resistere una o due ore in anestesia locale). Prima dell’intervento il chirurgo disegna dove deve essere collocata la futura plica dell’antelice poi, realizzando un’incisione nascosta nella parte posteriore dell’orecchio, tratta la cartilagine con alcuni punti di sutura che creeranno una nuova plica affinchĂ© l’antelice si pieghi all’indietro. Una volta suturata l’incisione si copre con un bendaggio, come un turbante. E’ importante eseguire una visita di controllo il giorno dopo l’intervento, in modo da controllare eventuali ematomi, dolori, febbre, segni d’infezione, ecc.. L’orecchio Ăš una struttura anatomica composta totalmente da cartilagine e pelle ed Ăš molto sensibile a qualsiasi manipolazione o sanguinamento ed Ăš per questo motivo che il paziente non riuscirĂ  a dormire poggiando le orecchie sul cuscino. E’ necessario fare accuratamente le medicazioni della ferita e dopo circa 3 giorni posizionare una fascia larga da capelli (o da sci, da tennis, ecc..). L’importante Ăš mantenere protette le orecchie e che il paziente le senta tali ancora per almeno una settimana, fino a quando avranno recuperato il loro colorito normale, con il diminuire dell’infiammazione e lo stabilizzarsi dei risultati. E’ possibile lavare la testa a partire dalla prima settimana. Complicazioni : Asimmetria A parte l’anestesia e la tecnica chirurgica (logicamente il monitoraggio post-operatorio Ăš lo stesso che per qualsiasi altro intervento chirurgico) Ăš necessario spiegare e mostrare al paziente che l’asimmetria che esiste fra le due orecchie Ăš presente normalmente in tutto l’organismo e in tutti gli individui. Nel corpo umano tutte le cose pari sono piĂč o meno asimmetriche (gli occhi, le mammelle, ecc..) in base a forma, dimensioni e localizzazione, la normale asimmetria viene misconosciuta quando le orecchie sono staccate dalla testa ed enfatizzata quando queste sono in posizione normale. Bisogna informare il paziente che la simmetria completa Ăš praticamente impossibile. Punti C’ù la possibilitĂ  che qualcuno dei punti che si posizionano nella zona retroauricolare venga rigettato dopo alcuni mesi o anche anni. Talvolta si rende necessario un piccolo re-intervento per recuperare la forma corretta che, con il “saltare” del punto potrebbe perdersi. Cicatrici Le cicatrici retroauricolari possono dare origine ad un cheloide (una cicatrice ipertrofica grossa, rossa, a volte dolorosa), quando questo si verifica si dovrebbe resecarlo con opportuno trattamento. ________________________________________________________________________________________________ Mastoplastica additiva Valutazione della paziente La valutazione della paziente inizia con il primo colloquio, lo specialista prima dialogherĂ  con lei, poi effettuerĂ  un accurato esame fisico al termine del quale la paziente specificherĂ  quali sono i suoi desideri e le sue aspettative. Il chirurgo cercherĂ  di spiegare nel modo piĂč chiaro e semplice possibile le varie tappe dell’intervento, in cosa consisterĂ  il pre e il post-operatorio e risponderĂ  in maniera esaustiva a tutte le domande che la paziente porrĂ  nel corso della visita. Un’anamnesi completa e accurata permetterĂ  di evidenziare eventuali fattori di rischio familiari o personali (ipertensione arteriosa, diabete mellito, malattie polmonari, ecc..) Ăš importante indagare l’esistenza di precedenti di neoplasia nei consanguinei o altre patologie della mammella e tutte quelle condizioni che possono modificare fisiologicamente il seno come la gravidanza e le alterazioni connesse al ciclo mestruale (congestione, dolore, ecc..). Meritano attenzione anche i precedenti chirurgici sia a carico della mammella che del resto del corpo, il tipo di anestesia ricevuta, le eventuali abitudini dannose quali il tabagismo o l’alcolismo, in pratica interessa tutto ciĂČ che potrebbe presupporre qualunque tipo di problema nello svolgimento e nel risultato a breve e lungo termine dell’intervento chirurgico che si prospetta. E’ della massima importanza mettere a conoscenza l’intera equipe medica di qualsiasi tipo di allergia a medicinali e se vi Ăš l’assunzione quotidiana di qualunque tipo di farmaco. Tutte queste informazioni permettono al chirurgo plastico, insieme alla paziente, di ricercare, a seconda di ogni caso, il tipo di intervento da realizzare, decidere il volume e la forma della protesi (rotonda o anatomica) e il contenuto della stessa (siero fisiologico, gel di silicone, idrogel). Inoltre si sceglierĂ  la localizzazione dell’incisione chirurgica che si praticherĂ  (periareolare, inframammaria, ascellare, ombelicale). Gli ultimi due casi, ascellare e ombelicale fanno parte di tecniche con dei limiti propri, rispetto alla “via” che utilizzano e per l’uso esclusivo di un tipo di protesi (siero fisiologico), oltre ad avere maggiore probabilitĂ  di complicanze secondarie. La localizzazione anatomica della protesi potrĂ  essere sottoghiadolare o sottomuscolare. E’ fondamentale conoscere i pro e i contro del tipo di intervento prospettato e, in ogni caso, gli eventuali limiti della paziente (dimensioni e forma del torace, taglia, tipo di pelle, forma e volume della mammella esistente, ecc..). Prima dell’intervento lo specialista scatterĂ  delle foto alla paziente in modo da poterle paragonare poi nel post-intervento al risultato finale ottenuto. Ricordiamo inoltre che Ăš necessario che la paziente firmi l’autorizzazione all’intervento (il consenso informato) naturalmente quando tutti i dubbi e le eventuali domande saranno stati chiariti esaustivamente da parte dello specialista. Esami preoperatori Si richiedono sempre: - Emocromo ed esami ematochimici di routine. Questi permetteranno di evidenziare la presenza di anemia, anormalie della coagulazione del sangue, eventuali processi infettivi, valori anormali di glicemia, indici di funzionalitĂ  renale (creatininemia) ed epatica (transaminasi) ecc.. - Elettrocardiogramma, per valutare lo stato funzionale del cuore. - Ecografia, per valutare lo stato clinico del tessuto ghiandolare. Controindicazioni Questo intervento non puĂČ essere realizzato nei seguenti casi: - Gravidanza - Malattia grave organica o mentale - Malattia grave della mammella in follow-up o in trattamento - Se sussistono controindicazioni da parte dell’anestesista Preparativi per l’intervento I farmaci abituali che si stanno assumendo dovranno essere mantenuti, purchĂ© il medico ne sia a conoscenza, eccetto alcuni che potrebbero alterare i meccanismi emostatici quale l’acido acetilsalicilico (aspirina) e gli antiinfiammatori non steroidei (FANS), che dovranno essere sospesi a partire dalle due settimane precedenti l’intervento poichĂ© potrebbero facilitare il sanguinamento e la formazione di ematomi. Si raccomanda anche di non fumare nelle settimane precedenti l’intervento (o almeno di limitare drasticamente il numero di sigarette giornaliere) e possibilmente anche nel post-intervento, per evitare alterazioni della microcircolazione che ritarderebbero la cicatrizzazione oltre a poter complicare le manovre anestetiche. Disegno preoperatorio Il chirurgo plastico disegna sul torace e sulla mammella della paziente dei tratti guida per l’operazione, da seduta o in piedi. Si evidenziano la zona scelta per l’incisione chirurgica, la posizione del solco sottomammario, la posizione del muscolo grande pettorale, ecc.. Tipo di anestesia L’anestesia generale Ăš quella scelta nella maggioranza dei casi. Un’équipe di anestesisti di grande esperienza si occupa della paziente e la osserva fin dal suo ingresso, indicando se necessario anche il blando sedativo da assumere la notte precedente l’intervento o il giorno stesso. All’arrivo in sala operatoria, l’anestesista collocherĂ  un’agocanula per la somministrazione dei liquidi e dei medicinali, addormenterĂ  la paziente, monitorerĂ  le sue funzioni vitali in corso di intervento e la seguirĂ  con attenzione nell’immediato post-operatorio. Tutto questo con il proposito che la paziente superi con tranquillitĂ  e sicurezza l’operazione. Tecnica chirurgica Si realizza l’incisione chirurgica nella zona scelta, in questo caso descriveremo l’incisione periareolare, quella che Ăš localizzata nella metĂ  inferiore del bordo areolare. Utilizzando questa via si realizza la dissezione ghiandolare in senso perpendicolare attraverso la mammella verso il piano muscolare. Dobbiamo ricordare che nelle pazienti con areola molto piccola, sulla quale non si puĂČ praticare questa incisione, di utilizza quella inframammaria (a livello del solco). Si localizza poi il piano anatomico scelto per la protesi, sottoghiandolare o sottomuscolare. Nel piano sottoghiandolare, si procede a dissecare (separare) la ghiandola mammaria dalla fascia muscolare sottostante fino a creare una “tasca” adeguata alla protesi scelta. Nel piano sottomuscolare inizialmente si localizza il margine inferiore del muscolo grande pettorale e con il bisturi elettrico si realizza la sua dissezione, tenendo conto delle inserzioni mediali nello sterno e le sue relazioni con altri muscoli come il piccolo pettorale, il dentato anteriore e il retto addominale. Si indeboliscono le inserzioni dei muscoli sullo sterno nella zona mediale inferiore per evitare che con il movimento si produca una risalita grottesca della protesi . Dopo una accurata emostasi (cauterizzazione dei vasi sanguigni) si realizza un “lavaggio” della cavitĂ  creata con una soluzione antibiotica cosĂŹ come della protesi scelta con lo scopo di prevenire qualsiasi possibilitĂ  di contaminazione e facilitare lo scivolamento della protesi nel momento in cui la si introduce. Il chirurgo si cambia i guanti e procede a introdurre la protesi, osservando la corretta posizione di questa al termine della manovra. Se il caso lo richiede, si collocherĂ  un drenaggio e si procederĂ  alla sutura della ferita chirurgica; la pelle dell’areola si sutura con un materiale riassorbibile per via intradermica, tecnica che migliora il risultato estetico della cicatrice. Una volta finito di suturare, si medica la ferita chirurgica e si applica un bendaggio. L’anestesista risveglia la paziente, che viene trasportata nella sala risveglio dove resterĂ  il tempo necessario per riaversi dall’effetto dell’anestesia ed essere portata in camera. Se ci sono familiari in attesa il chirurgo, non appena terminato l’intervento, li informerĂ  sulla riuscita dell’operazione e sulle condizioni della paziente. Post-operatorio : Le prime ventiquattro ore La paziente resterĂ  ricoverata in clinica dove le verranno somministrati antibiotici e analgesici; il personale infermieristico monitorerĂ  i parametri vitali (pressione arteriosa, polso e temperatura) e la quantitĂ  e le caratteristiche del liquido che esce dal drenaggio (se posizionato). Lo specialista visiterĂ  la paziente con regolaritĂ  e raccomanderĂ  di non somministrare liquidi o alimenti nelle prime ore e di limitare il movimento, facendosi aiutare in camera o nel bagno. Complicazioni : Primo giorno • Ematoma: del tutto normale se di dimensioni limitate, nel caso fosse troppo voluminoso e causasse intenso dolore, potrebbe essere necessario evacuarlo rioperando la paziente • Dolore: facilmente evitabile con la somministrazione di analgesici • Vomito severo: evitabile con la somministrazione di antiemetici Secondo giorno La paziente viene valutata dai membri dell’équipe di chirurgia plastica che controlleranno il suo stato clinico, rimuoveranno i drenaggi se sono stati messi e medicheranno le ferite. verrĂ  fatto indossare alla paziente un reggiseno sportivo contenitivo. In seguito la paziente verrĂ  dimessa, le si consegneranno i medicinali che dovrĂ  prendere fino al controllo nello studio dello specialista il quarto o il sesto giorno (antibiotici, analgesici e antiinfiammatori) e le si daranno istruzioni generali (non muovere le braccia con totale libertĂ  nĂ© contro resistenze o pesi) per ottenere la corretta evoluzione della zona operata. Complicazioni • Ematoma • Dolore • Sieroma (accumulo di liquido linfatico) • Infezione: si previene con la somministrazione di antibiotici, si manifesta con segni infettivi generali (febbre, malessere generale, ecc..) • Diastasi della cicatrice areolare, conseguente alla perdita di qualche punto. In questo caso puĂČ essere raccomandabile l’utilizzo di creme cicatrizzanti o correttrici dell’aspetto della cicatrice, che hanno l’effetto di “ammorbidirla e appianarla”. Se questo non Ăš sufficiente potrĂ  essere migliorata chirurgicamente quando saranno trascorsi almeno sei mesi dall’intervento. Dal sesto giorno al primo mese Durante questo periodo si raccomanda l’uso di un reggiseno speciale, di tipo sportivo, che dovrĂ  essere usato continuamente, giorno e notte, per quattro settimane. Si considera normale in questo periodo la presenza di lievi disturbi al seno, come dolore di modesta intensitĂ , occasionali “pizzicori” o formicolii, che possono essere diminuiti con l’utilizzo di qualche blando analgesico (paracetamolo). Con il trascorrere del tempo si assiste ad una progressiva lenta risoluzione dell’edema e dei lividi, cosĂŹ come va risolvendosi la temporanea perdita della sensibilitĂ  nell’areola o nel capezzolo successiva all’intervento. Primo anno Si realizzano controlli medici seriati della paziente a tre, sei e dodici mesi. In tal modo si potrĂ  sorvegliare per un periodo adeguato l’evoluzione dei risultati, oltre a permettere di chiarire gli eventuali dubbi della paziente. Complicazioni • Incapsulamento della protesi: si sviluppa con un’incidenza minore del cinque per cento. La cicatrice che circonda la protesi puĂČ diventare per molteplici fattori dura, poco elastica, palpabile, dolorosa e persino arrivare a deformare la mammella, secondo il grado di incapsulamento (Baker I: la mammella aumentata Ăš morbida come quella non operata; Baker II minima durezza e protesi poco palpabile; Baker III: durezza moderata e protesi palpabile; Baker IV: durezza severa e presenza di dolore, mammella fredda e deforme). In questi casi si porrĂ  indicazione di effettuare terapia con ultrasuoni o si proporrĂ  come ultima risorsa il riesame chirurgico per l’exeresi della capsula (ritirarla) per sostituire la protesi. • Alterazione della sensibilitĂ  di qualche zona della mammella. • Cicatrice areolare ipertrofica (cheloide). In questo caso si riesamina con anestesia locale ________________________________________________________________________________________________ Mastoplastica riduttiva L’intervento per ridurre il seno puĂČ suscitare commenti spiritosi da parte di persone poco consapevoli e un poco superficiali. Lo sa bene chi si Ăš sentita dire “ma figurati, con tutte quelle che darebbero qualsiasi cosa per avere un seno grande come il tuo! E pensa a chi paga per farselo ingrandire!”. In realtĂ , la decisione di farsi ridurre il seno, in pratica di farsi “togliere” un pezzetto di sĂ© Ăš frutto di un disagio molto forte, di un sentirsi caricate di una parte del corpo che si reputa eccessiva, che sentiamo estranea e che ci dĂ  fastidio nello svolgere le normali attivitĂ  quotidiane, come chinarci a raccogliere qualcosa o alzare le braccia per sistemare una valigia nel portapacchi del treno, per fare un esempio. Chi ha un seno esageratamente grande e pesante lo avrĂ  di conseguenza cadente, lo sentirĂ  gravare sulla parte anteriore del corpo e avrĂ  facilmente dolori alla schiena per il peso eccessivo e la necessitĂ  di forzare i muscoli a sostenere la massa della mammella. Il seno particolarmente sviluppato non Ăš una caratteristica delle donne sovrappeso, si puĂČ avere un corpo snello e un seno sproporzionato. Molto spesso la relazione negativa con le dimensioni del seno inizia nell’adolescenza. La giovane donna inizia a vergognarsi delle sue forme e a coprirsi con maglie informi e di taglie superiori alla sua per occultare la massa in espansione. Dopo un po’ di tempo si raggiungerĂ  il limite ritenuto “accettabile” dalla giovane e inizierĂ  il suo dramma personale: portare sul proprio corpo una “massa” estranea e fastidiosa. InizierĂ  a non voler piĂč fare educazione fisica, per non correre e non saltare, non avrĂ  piĂč voglia di andare al mare d’estate per non esibire il suo fagotto imbarazzante e il costume da vecchia signora che dovrĂ  indossare e soprattutto non ce la farĂ  piĂč a sopportare i commenti piĂč o meno maligni dei coetanei o lo sguardo compassionevole degli adulti. Il seno esageratamente grosso, o anche solo ritenuto tale per il proprio fisico, diventerĂ  facilmente un’ossessione per la giovane e nell’etĂ  matura, con l’inevitabile cedimento della pelle, potrĂ  essere fonte di grave sofferenza psicologica. Per fortuna esiste la mastoplastica riduttiva, un intervento sicuro e dai risultati pressochĂ© perfetti, che potrĂ  cambiare il modo di sentirsi di una donna e di conseguenza il suo modo di relazionarsi con gli altri e con la vita stessa. Valutazione della paziente La valutazione della paziente inizia con il primo colloquio, lo specialista prima dialogherĂ  con lei, poi effettuerĂ  un accurato esame fisico al termine del quale la paziente specificherĂ  quali sono i suoi desideri e le sue aspettative, soffermandosi in particolar modo su cosa la spinge a richiedere questo tipo di intervento (motivazione psicologica, estetica, funzionale). Il chirurgo cercherĂ  di spiegare nel modo piĂč chiaro e semplice possibile le varie tappe dell’operazione, in cosa consisterĂ  il pre e il post-operatorio e risponderĂ  in maniera esaustiva a tutte le domande che la paziente porrĂ  nel corso della visita. Nella pubertĂ  e nell’adolescenza, per cause principalmente ormonali, lo sviluppo della ghiandola mammaria puĂČ essere asimmetrico in forma e dimensioni (ipertrofia verginale). Questa situazione produce alterazioni nel comportamento quotidiano e nelle relazioni interpersonali. Nella donna in etĂ  fertile la mammella puĂČ avere un volume importante (ipertrofia mammaria), che puĂČ influire in alcuni aspetti della sua vita oppure no. Con la gravidanza e l’allattamento, tuttavia, si producono cambiamenti come l’aumento di volume e il turgore e la successiva perdita di questo volume, associata alla flacciditĂ  della ghiandola e la sua caduta (ptosi ghiandolare). Se questi cambiamenti sono importanti saranno una buona indicazione per realizzare la riduzione mammaria e la pessi ghiandolare (innalzamento all’altezza esteticamente normale). Nell’etĂ  matura della donna si producono cambiamenti alla mammella, con il venir meno dell’influenza ormonale, la tendenza naturale Ăš l’aumento del volume e la “caduta” per l’aumento di tessuto adiposo, cosa che, secondo il caso, puĂČ risultare mal agevole per vestirsi e anche per la pulizia personale. Questo caso puĂČ essere un’altra indicazione per la tecnica della riduzione mammaria. In ogni caso l’intervento cambierĂ  la forma e la dimensione della ghiandola e dell’areola, cosĂŹ come la sensibilitĂ , aspetto importante per la vita sessuale della donna. Con la tecnica opportuna accuratamente realizzata, il chirurgo plastico rispetta e conserva i nervi incaricati di dare sensibilitĂ  alle mammelle, per cui si assicura che dopo un periodo di alterazione questa tornerĂ  alla normalitĂ . A volte possono presentarsi periodi di ipersensibilitĂ  nei quali addirittura sfiorare gli indumenti causa fastidio, questa manifestazione Ăš transitoria. L’unico caso di perdita totale della sensibilitĂ  Ăš quando per un volume eccessivamente esagerato, in pazienti molto obese o in menopausa, si deve proporre una tecnica che letteralmente “amputa” una parte del seno ed Ăš necessario staccare l’areola e il capezzolo del tessuto e collocarli come un innesto nella “nuova mammella”. Il pensiero delle cicatrici post-intervento da sempre provoca un po’ di ansia alla paziente che si preoccupa del risultato estetico finale, ma fortunatamente con il tempo le tecniche chirurgiche riduttive della mammella si sono evolute e perfezionate. All’inizio importava poco il risultato estetico dell’intervento e si poneva tutta l’attenzione nel ridurre il volume. Oggi Ăš di estrema importanza ottenere il volume e la forma adeguata della mammella, cosĂŹ come conservarne le caratteristiche estetiche. Il progresso ha inoltre migliorato il risultato delle cicatrici grazie alle applicazioni delle nuove tecniche. Il tipo di tecnica che descriveremo ci permette di ricollocare l’areola e il capezzolo all’altezza esteticamente adeguata, mentre la chiusura della ferita chirurgica permette di riposizionare la pelle fino a ottenere la forma conica della ghiandola. Il chirurgo plastico nella prima visita informerĂ  sempre la paziente che il risultato dell’operazione si modificherĂ  con l’evolversi del post-intervento. L’edema iniziale, il turgore, la forma della pelle che circonda le cicatrici e le cicatrici stesse, l’alterazione della sensibilitĂ  del seno con il tempo cambieranno. Nelle visite di controllo che si faranno durante il primo anno dall’intervento si osserveranno questi cambiamenti e si chiariranno i dubbi al riguardo. Al principio potrĂ  esserci asimmetria nelle dimensioni ottenute, ma poichĂ© ogni mammella Ăš diversa, lo sarĂ  anche la loro evoluzione. Lo specialista ha le competenze necessarie per chiarire tutti i dubbi e le inquietudini che potrebbero attanagliare la paziente prima o dopo l’operazione. Lo specialista spiegherĂ  nel corso della prima visita anche le cure a cui la paziente dovrĂ  sottoporsi dopo l’intervento: l’uso di un reggiseno adeguato per un mese, dopo aver tolto il bendaggio iniziale, mantenere la pelle della mammella idratata con regolaritĂ , proteggere la cicatrice dai raggi solari, migliorarne il risultato mediante l’utilizzo di sostanze o materiali indicati, praticare sport dopo il periodo convenuto, ecc... Nel caso di accertamenti strumentali di controllo come la mammografia, l’ecografia e la TAC, gli specialisti (il radiologo e il ginecologo) dovranno essere informati del fatto che si Ăš subito un intervento e questo li aiuterĂ  a capire con maggiore chiarezza i risultati ottenuti. Nel pre-intervento il chirurgo plastico interrogherĂ  la paziente per stilare un’anamnesi accurata, familiare e personale, remota e prossima allo scopo di individuare patologie che potrebbero modificare il corso dell’intervento o la sua evoluzione. In tal modo si evidenzieranno fattori di rischio familiari o personali (ipertensione arteriosa, diabete mellito, malattie polmonari, ecc..), precedenti neoplasie nei consanguinei, altre patologie della mammella (malattia fibrocistica, mastite, ascessi, ecc.) e le alterazioni in relazione al ciclo mestruale (dolore, congestione e altre). Meritano attenzione anche i precedenti chirurgici sia a carico della mammella che del resto del corpo, il tipo di anestesia ricevuta, le eventuali abitudini dannose quali il tabagismo o l’alcolismo. In pratica interessa tutto ciĂČ che potrebbe presupporre qualunque tipo di problema nello svolgimento e nel risultato a breve e lungo termine dell’intervento chirurgico che si prospetta. Prima dell’intervento lo specialista scatterĂ  delle foto alla paziente in modo da poterle paragonare poi nel post-intervento al risultato finale ottenuto. Ricordiamo inoltre che Ăš necessario che la paziente firmi l’autorizzazione all’intervento (il consenso informato) naturalmente quando tutti i dubbi e le eventuali domande saranno stati chiariti esaustivamente da parte dello specialista. ________________________________________________________________________________________________ Addominoplastica Cambiamento della parete addominale con il passare del tempo Dall’adolescenza alla vecchiaia l’addome cambia il suo volume, la forma, il tono muscolare e le caratteristiche della pelle e del tessuto adiposo. Per ogni sesso ed ogni individuo l’influenza di fattori come la dieta, l’esercizio, la gravidanza, lo stimolo ormonale e altri, modificano in modo diverso tutti i componenti della parete addominale. Nell’addome giovane, troviamo una pelle di adeguata elasticitĂ , “generalmente” senza smagliature, con scarso pannicolo adiposo, distribuito in modo omogeneo e con un buon tono muscolare. Nell’addome maturo, la pelle perde le caratteristiche iniziali, diventa meno elastica, piĂč flaccida, appaiono facilmente le smagliature, il pannicolo adiposo aumenta a causa dell’influenza ormonale e la dieta, cambia non solo il volume, ma anche la distribuzione omogenea del grasso, con accumuli nella porzione infraombelicale, verso i fianchi e nella parte superiore, e appaiono i cosiddetti “cuscinetti”, o il “salvagente”. Il tono della parete muscolare si mantiene grazie alla pratica dell’esercizio fisico; la gravidanza e la sedentarietĂ  fanno sĂŹ che i muscoli subiscano uno stiramento ed atrofia (perdita di consistenza) e vadano incontro alla perdita di questo tono, dando luogo alla comparsa della flacciditĂ . L’addome diventa pendulo e molto mollo, cosa che si ripercuote direttamente sull’aspetto funzionale ed estetico. Nell’etĂ  matura, specialmente nella donna, il cessare della funzione ormonale produce un maggior deposito di tessuto grasso nella regione addominale, cosa che ne cambia ulteriormente la forma e il volume. Valutazione del paziente La prima visita dallo specialista consiste nel dialogo con il paziente e nell’esame fisico obbiettivo, in modo da evidenziare le aspettative sull’intervento e le proporzioni corporee di ogni singolo caso, come anche le caratteristiche della parete addominale. Il chirurgo plastico valuterĂ  tre aspetti fondamentali: la pelle, il tessuto grasso e la parete muscolare. Il paziente sarĂ  ampiamente informato sulle caratteristiche del suo addome, come elasticitĂ , flacciditĂ , spessore del pannicolo, presenza di smagliature, tipo di pelle, forma dell’ombelico (importantissima nella globalitĂ  dell’addome), presenza di accumuli di grasso in alcune zone. E ancora lo stato clinico della parete muscolare, la sua integritĂ , l’esistenza di ernie o la “separazione” dei muscoli retti dell’addome (diastasi muscolare). Questa prima vera e propria “ricognizione” permette di indicare il tipo di chirurgia piĂč idonea per ogni paziente e la necessitĂ  di utilizzare una eventuale tecnica addizionale (liposuzione, sutura e plicatura muscolare): • Trattamento della parte addominale solo con liposuzione: non esiste eccesso cutaneo, Ăš presente unicamente tessuto adiposo (grasso); la liposuzione permette di eliminarlo e di dare una forma estetica corretta alla parete dell’addome, senza cicatrici (2-3 mm al massimo,il foro di ingresso della cannulla) • Plastica addominale con piccola resezione di pelle e grasso “mini plastica addominale”: esiste eccesso di tessuto cutaneo nella parte bassa dell’addome. La tecnica permette la sua resezione e una cicatrice localizzata nella parte superiore del pube, generalmente non visibile (nascosta dagli slip) • Plastica addominale con ampia resezione cutanea e sutura muscolare: esiste un difetto nella parete muscolare che bisogna trattare, oltre ad un grande eccesso cutaneo e e massa grassa. La cicatrice si localizza sopra il pelo pubico (7-8 cm dal clitoride nelle donne, 7-8 cm dall’attaccatura del pene nell’uomo) e si estende verso le creste iliache (l’osso che si palpa sui fianchi); dopo aver asportato l’eccesso di cute e tessuti grasso, si sutura la parete muscolare e si realizza la liposuzione del grasso localizzato nella parte laterale e superiore dell’addome, in modo da scolpire l’addome. A tutti i pazienti viene redatta un’anamnesi clinica completa, questa apporta informazioni essenziali pre intervento. E’ importante conoscere l’esistenza di malattie come il diabete, l’ipertensione arteriosa, malattie di tipo polmonare, presenza di sovrappeso o obesitĂ  (L’ADDOMINOPLASTICA AIUTA E COMPENDIA UN CORRETTO REGIME ALIMENTARE) e tutte quelle patologie che per le loro caratteristiche potrebbero modificare il risultato dell’intervento o anche ostacolarlo, sia durante l’esecuzione che durante il post-operatorio, manifestandosi nel ritardo della guarigione, ad esempio. Fondamentale Ăš sapere se il paziente ha subito pregressi interventi alla parete addominale od agli organi in essa contenuti, poichĂš potrebbero esitare ernie, laparoceli (fuoriscita di visceri)o retrazioni cicatriziali che necessiterebbero di un’altra condotta operatoria. Il chirurgo plastico deve anche sapere se il paziente assume farmaci, cosĂŹ come i precedenti allergici a qualcuno di essi, per raccomandare, secondo necessitĂ , la sospensione dei derivati dell’acido acetilsalicilico (aspirina) e gli antiinfiammatori (FANS) perchĂ© questi alterano la coagulazione e facilitano il sanguinamento durante l’intervento o dopo . Alla fine della visita, si realizzano foto della zona su cui si interverrĂ  e, dopo aver chiarito tutti i dubbi o le domande che desidera formulare, si chiede al paziente di firmare un documento importante per le due parti coinvolte nell’intervento, ovvero il consenso informato. Analisi preoperatorie Si richiedono sempre: • Emocromo e analisi generali. Queste prove permettono di conoscere l’esistenza di alterazioni nel numero dei globuli rossi (anemia), di processi infettivi in atto o recenti, di alterazioni nella coagulazione, il gruppo sanguigno – fattore RH, i livelli normali di zucchero nel sangue (glicemia) e il funzionamento di vari organi, come il rene (creatinina), il fegato (transaminasi), ecc... • Elettrocardiogramma: per valutare la funzione cardiaca. Controindicazioni - Gravidanza - Patologia organica o mentale grave del paziente - Alterazione grave delle analisi del sangue - Controindicazioni da parte dell’équipe di anestesia - Si considera controindicazione relativa l’OBESITA’ ________________________________________________________________________________________________ Lifting facciale (chirurgia del viso) Alcuni appunti fondamentali sull’anatomia del viso e collo possono risultare utili per comprendere meglio la tecnica chirurgica nel lifting facciale, anche denominata ritidectomia. Le strutture sulle quali agiamo si differenziano in tessuti molli e tessuti duri (ossei). Le ossa del cranio e del viso proteggono strutture delicate, come il cervello, ghiandole e organi sensibili, che non sono l’obiettivo di questo capitolo, poichĂ© mai si accederĂ  ad essi durante la chirurgia di ringiovanimento facciale. Nel terzo superiore, le ossa del cranio e la fronte sono gli elementi principali, poichĂ© in questa zona i tessuti molli costituiscono uno strato sottile di muscolo, pelle e cuoio capelluto, con scarsa mobilitĂ . Nel viso, i tessuti molli acquisiscono molta piĂč importanza, lo stato superficiale (pelle) compie la sua funzione di barriera rispetto agli elementi esterni, come il vento, il sole, sostanze alle quali ci esponiamo ogni giorno che possono alterarne l’elasticitĂ . Al di sotto di essa, esiste uno strato di grasso che puĂČ variare di spessore secondo ciascun paziente. Generalmente nel viso lo spessore Ăš di pochi millimetri e l’accumulo Ă© piĂč marcato nella zona della mandibola e del mento, che costituisce quello che si conosce come “doppio mento”. Nei pazienti obesi questi accumuli di tessuto grasso possono essere maggiori. Infine arriviamo ad una zona che ci interessa moltissimo nella realizzazione di un lifting facciale che Ăš lo SMAS ovvero Superficial Muscle Aponeurotical System, cioĂš Sistema muscolo-aponeurotico superficiale. Lo SMAS Ăš costituito da una rete di fibre che ricoprono i muscoli che partecipano alla mimica del volto, in continuitĂ  con il sottile muscolo platisma del collo, che con l’invecchiamento e la gravitĂ  si va dislocando verso il basso. Nel lifting lo SMAS Ăš fondamentale, poichĂ© si basa il ringiovanimento del volto sul riposizionamento di questo strato che, per continuitĂ  e grazie alle aderenze che presenta con strati piĂč profondi, contribuirĂ  a modificare anche quest’ultimi, che non sono raggiungibili direttamente. Ma la conoscenza anatomica dello SMAS Ăš fondamentale per il chirurgo per una ulteriore questione basilare: i nervi deputati alla mobilitĂ  del viso, le ghiandole salivari, le vene, le arterie piĂč importanti ed i muscoli necessari per muovere simmetricamente la bocca si trovano al di sotto di questa lamina di tessuto. Da quanto appena detto si evince che se il chirurgo si mantiene ad un livello corretto dello SMAS, avrĂ  la certezza di eseguire un intervento perfetto, preservando tutti questi elementi fondamentali, tecnica che risulta semplice per uno specialista con alle spalle studi qualificati (che garantiscono una buona conoscenza dell’anatomia) ed esperienza maturata sul campo. L’accesso ai tessuti duri (ossei) si puĂČ realizzare nelle aree in cui vi Ăš certezza che non passino elementi sensibili e nobili (vasi e nervi). BenchĂ© nella realizzazione di una ritidectomia non si agisce frequentemente sull’osso, a volte Ăš raccomandabile qualche tecnica localizzata per migliorare il risultato estetico. Gli elementi ossei piĂč importanti per la forma del viso sono principalmente il margine dell’orbita nelle palpebre superiori, che in alcuni pazienti puĂČ apparire aumentato e dare la sensazione di occhi “infossati”, la zona dello zigomo, la zona della mandibola e del mento. In determinate zone esistono piccole fibre piĂč rigide che fissano i tessuti molli all’osso, formando un autentica struttura di sostegno. Con il tempo questi legamenti che si trovano nella zona degli zigomi, nella mandibola e nel collo andranno incontro a cedimenti che sono in parte responsabili del fenomeno della flacciditĂ  della pelle, del tessuto adiposo e dei muscoli di tale zona. Cambiamenti dell’anatomia durante l’invecchiamento BenchĂ© la cosa piĂč evidente con il passare degli anni sia la lassitĂ  della pelle, in realtĂ  questo non Ăš il fattore cruciale dell’invecchiamento del viso. La pelle Ăš unicamente trascinata dalle strutture piĂč profonde, che sono quelle che realmente subiscono uno scivolamento verso il basso per effetto della gravitĂ , la mimica facciale e il cedimento delle strutture di sostegno. Questi segni del passaggio del tempo cominciano a essere visibili verso i quarant’anni di vita, ma possono accelerarsi per fattori esterni o genetici. Nella zona frontale il muscolo si fa piĂč lasso e fa scendere la zona delle sopraccigilia, soprattutto la porzione piĂč laterale (coda del sopracciglio). Nel terzo medio del viso i cambiamenti sono piĂč evidenti ed iniziano con lo spostamento verso il basso del muscolo orbiclare che circonda l’occhio e del grasso zigomatico, questo fa sĂŹ che la zona malare resti piĂč vuota, a spese di un maggiore accumulo di tessuto adiposo nella guancia a livello inferiore. I solchi nasogeniani, che vanno dall’ala nasale alla commessura della bocca si accentuano a causa di questo grasso che vi si accumula sopra. Questo puĂČ succedere anche nel terzo inferiore del viso, dove gli accumuli di grasso possono arrivare a far perdere la definizione dell’angolo mandibolare. I cambiamenti nel muscolo platisma provocano la perdita dell’angolo del collo e la comparsa di una o due bande nella zona centrale del collo. BenchĂ© si puo avere la sensazione che tutti questi elementi vengano alterati perchĂ© scendono semplicemente verso il basso, un attento osservatore puĂČ differenziare i diversi vettori della caduta dei tessuti che, al contrario, non sono tutti verticali. Se nel processo di riposizionamento di queste strutture desideriamo un risultato estetico e anatomico, dobbiamo fare una sorta di marcia indietro nel tempo e per riuscirvi non sarebbe corretto sollevare semplicemente tutti questi tessuti in modo indiscriminato. Si deve riconoscere ogni zona, riposizionarla nella direzione corretta e con la giusta tensione. Soltanto cosĂŹ si otterrĂ  un ringiovanimento naturale. La prima visita La prima visita che si realizza nello studio Ăš veramente importante, in essa avviene il primo contatto tra specialista e paziente e la mutua percezione reciproca segnerĂ  in grande misura tutto il percorso. E’ il momento in cui il paziente esprime il problema che desidera risolvere, questo a volte non Ăš affatto facile, perchĂ© durante la prima visita non c’ù ancora la confidenza sufficiente con il medico e , parlare di un aspetto fisico che non piace puĂČ risultare difficile. L’invecchiamento generalmente Ăš un processo che si evidenzia in modo progressivo e notare i segni del tempo che stanno comparendo, senza trovare un modo efficace di evitarli, puĂČ causare preoccupazione in alcune persone. E’ importante nel momento in cui si Ăš seduti nello studio, davanti al medico, saper spiegare in modo chiaro quali sono i segni dell’etĂ  che si vogliono ridurre o eliminare. Guardando il paziente, lo specialista puĂČ riconoscere facilmente quali sono i cambiamenti che sono avvenuti sul suo volto e che desidererebbe migliorare. Molte volte, prima che il paziente gli presenti il problema, lo ha giĂ  riconosciuto, per cui la conversazione sicuramente sarĂ  uno scambio semplice di esperienze e consigli. Il chirurgo plastico dal primo momento in cui vede il paziente, non puĂČ evitare di osservarne da specialista il viso. Come se i suoi occhi fossero uno scanner analizza immediatamente le strutture piĂč profonde: caratteristiche delle ossa della fronte, zigomi, mascella, mento. Una buona struttura ossea facilita la tecnica, poichĂ© i tessuti si appoggeranno su una base piĂč solida. In seguito valuta la muscolatura che ricopre questo supporto osseoe, insieme alla muscolatura scende anche il grasso che la avvolge. Non serve a nulla “stirare” piĂč o meno la pelle, se non si trattano questi elementi piĂč profondi, che sono quelli che realmente si spostano e provocano la lassitĂ . CosĂŹ il grasso degli zigomi, che in gioventĂč Ăš ben fermo grazie ai legamenti malari, con l’invecchiamento si sposta verso il basso e provoca, da un lato, una diminuzione del volume degli zigomi stessi, a spese di un aumento del grasso sopra i solchi nasogeniani. Si osserva, allora, uno svuotamento della zona malare e un’accentuazione delle pieghe che dal naso circondano la bocca. Questo spostamento del grasso del viso, insieme all’aumento della lassitĂ  dei muscoli masseteri delle guance provocano alterazioni che preoccupano molto i pazienti che collimano nella perdita della linea della mandibola. Anche nella parte anteriore del collo puĂČ accumularsi del grasso e possono comparire delle bande verticali per i cambiamenti prodotti nel muscolo platisma. Si direbbe che il punto piĂč importante nella chirurgia del ringiovanimento sia ricollocare il grasso e il muscolo nella loro posizione originale. Di fatto, affinchĂ© i risultati di un lifting facciale siano ottimi, si deve parlare di un “riposizionamento anzichĂ© di uno stiramento. Se si agisce in questo modo si ottengono vari obiettivi fondamentali, tutti importantissimi. Primo, la naturalezza, accomodando il muscolo e il grasso in una localizzazione piĂč giovanile, si ottiene un ringiovanimento naturale e fisiologico. Secondo, applicando la forza sulle strutture profonde e non sulla pelle, si evitano problemi spiacevoli, come le tensioni sulle cicatrici che possono alterare la cicatrizzazione. Inoltre i punti fermi e profondi daranno al risultato una durata molto piĂč permanente. Lo specialista valuterĂ  accuratamente quanto Ăš danneggiata la pelle del paziente. Una pelle sottile generalmente ha bisogno di piĂč attenzioni e resiste peggio al passare del tempo. Se inoltre si Ăš preso molto sole, la pelle puĂČ apparire piĂč rugosa e macchiata. Il lifting ne migliorerĂ  la qualitĂ  ma sicuramente non potrĂ  far scomparire tutte queste alterazioni. Eliminare tutte le rughe “stirandola” presupporrebbe dover tenderla troppo e si correrebbe il rischio di influire sull’espressivitĂ , principalmente degli occhi e della bocca. In questi casi, con il lifting si tratta la lassitĂ  e si migliorano le rughe, ma senza dubbio saranno precisi trattamenti successivi come il laser o il peeling che lo completeranno, soprattutto a carico degli strati cutanei piĂč superficiali. Le pelli piĂč grasse solitamente hanno meno rughe. BenchĂ© le pieghe nasogeniane (dal naso alla bocca) e le pieghe della bocca (dalle commessure al mento) sono solitamente piĂč marcate, in questi pazienti possono non essere necessari trattamenti ancillari cutanei dopo l’intervento. Una volta che il dottore ha valutato i diversi strati che conformano il viso e ha pianificato come agire su ciascuno di essi, si focalizzerĂ  su zone concrete, che possono necessitare di un’azione specifica. Oltre al lifting facciale e cervicale puĂČ essere necessario eliminare pelle e borse delle palpebre e piallare i festoni che possono apparire sugli zigomi e che possono aumentare per la stanchezza e per ritenzione di liquidi. A volte le labbra si sono assottigliate e bisognerĂ  pensare a un riempimento con il grasso del paziente o con sostanze iniettate che devono sempre essere affidabili e autorizzate dall’Unione Europea. E’ importante che il paziente esprima al medico, chiaramente e senza timori, quali sono i punti che lo preoccupano in modo particolare, in tal modo saranno evidenti gli obbiettivi si Ăš riproposto di ottenere consultando lo specialista. PuĂČ essere che alcuni di questi obiettivi siano impossibili da raggiungere. Il lifting facciale Ăš una tecnica molto valida per guadagnare un aspetto piĂč giovanile, tuttavia bisogna ricordare che LA CHIRURGIA CORREGGE E RALLENTA IL TEMPO MA DI CERTO NON E’ MAGIA E NON FA MIRACOLI. Purtroppo non possiamo nemmeno far tornare la pelle dei venticinque o trent’anni, nĂ© far sparire tutte le rughe. Per questo Ăš cosĂŹ importante che si stabilisca una seria comunicazione fra lo specialista e i pazienti nella prima visita; perchĂ© con la spiegazione chiara e precisa del chirurgo i pazienti sappiano molto bene quali risultati possono ottenere,in che cosa consiste tutto il processo durante e dopo l’intervento. E’ molto importante che il dottore sia sicuro che il paziente abbia capito tutto il processo, perchĂ© la sua collaborazione sarĂ  fondamentale per ottenere il miglior risultato. Anche il paziente deve essere tranquillo e d’accordo con le spiegazioni dello specialista. Questo Ăš il momento in cui se non si Ăš d’accordo o non si ha ancora piena fiducia nel chirurgo Ăš meglio cercare una seconda opinione. ________________________________________________________________________________________________ La pelle e l’invecchiamento Trattamenti complementari La pelle protegge il nostro organismo dall’ambiente, da infezioni e sostanze tossiche, aiuta a mantenere la temperatura corporea ed Ăš responsabile del senso del tatto che contribusce alla nostra comunicazione con gli altri. La pelle Ăš formata da tre strati, ognuno con una funzione specifica. 1) Epidermide E’ lo strato piĂč esterno, sottile quanto la carta delle sigarette, costituisce lo strato protettivo della pelle e squama continuamente le sue cellule, che si formano nella sua parte piĂč profonda e vanno verso la superficie. Le cellule basali (profonde) dell’epidermide sono le produttrici di quelle nuove. L’epidermide contiene anche i melanociti, che sono le cellule che producono il pigmento chiamato melanina, responabile del colore della pelle. Questo pigmento ci protegge, in parte, dalle radiazioni solari. 2) Derma Il derma Ăš situato sotto l’epidermide e costituisce il 90% dello spessore della pelle, contiene una densa rete di proteine, collagene ed elastina in cui si situano i vasi sanguigni e linfatici, le terminazioni nervose, le ghiandole sebacee e sudoripare, i follicoli piliferi. La rete di collagene ed elastina fornisce alla pelle la sua elasticitĂ  e resistenza e le ghiandole mantengono la pelle morbida e con il grado di idratazione necessario. 3) Tessuto sottocutaneo E’ situato sotto epidermide e derma ed Ăš formato principalmente da tessuto adiposo o tessuto grasso. Questo strato agisce come isolante e protegge gli organi e i tessuti situati al disotto. Con gli anni la pelle si fa piĂč sottile, le ghiandole sebacee sono meno attive, si riduce la vascolarizzazione, si atrofizza il derma che diventa piĂč sottile e fragile. A questo si aggiungono un processo rinnovativo delle cellule basali dell’epidermide piĂč lento e processi di riparazione meno efficaci. Tutto ciĂČ contribuisce a conferire un aspetto invecchiato alla pelle con il passare degli anni. Fattori ambientali come l’eccessiva esposizione solare, il tabagismo, la cattiva alimentazione o la mancanza di riposo accelerano notevolmente i cambiamenti naturali della pelle. La pelle del volto Ăš la prima a subire l’azione dei raggi solari, poichĂ© sta perennemente allo scoperto. L’invecchiamento causato dal sole Ăš il cosiddetto fotoinvecchiamento, che aggrava i cambiamenti dell’invecchiamento normale nelle zone fotoesposte. I principali cambiamenti del fotoinvecchiamento sono le rughe cutanee, la pigmentazione alterata e la perdita di tono cutaneo. Esistono anche una serie di lesioni cutanee correlate con l’invecchiamento: • Macchie della pelle: sono le lesioni denominate efelidi semplici o efelidi senili. Appaiono come macchie piatte, di colore marrone o grigiastro che hanno la maggior parte delle persone a partire dai cinquant’anni. Possono essere di qualsiasi dimensione a compaiono soprattutto nelle parti che sono state maggiormente esposte al sole, come il viso, la scollatura e le mani; possono scurirsi ulteriormente per effetto della luce solare. Sono piĂč frequenti nelle persone con la pelle chiara. Queste macchioline non si trasformano in lesioni maligne e il loro trattamento risponde a ragioni estetiche. La prevenzione consiste nell’evitare l’esposizione solare. • Elastosi solare: l’esposizione per lunghi periodi all’irradiazione ultravioletta della luce solare lede le fibre di collagene e elastina e la pelle puĂČ sembrare piĂč vecchia di una decina di anni rispetto alla sue etĂ  cronologica. E’ piĂč frequente nelle pelli chiare. • Cheratosi seborroica: sono lesioni con aspetto di verruche piatte, giallognole, marroni e persino nere, che solitamente non sono maligne e si trattano a fini cosmetici per evitare il sanguinamento per sfioramento. • Teleangiectasie: sono le dilatazioni benigne dei vasi sanguigni, molto frequenti agli zigomi, sul naso e nel decoltĂš. Attualmente esistono una serie di trattamenti medico-chirurgici che ci possono aiutare a migliorare il nostro aspetto mediante procedimenti poco aggressivi e che vengono realizzati senza anestesia o con anestesia locale nello studio dello specialista. Trattamento di riempimento Quando una sostanza viene iniettata in una ruga, questa si riempie, lascia una pelle piĂč liscia in superficie e offre un aspetto giovanile e salutare. Fino a qualche anno fa sul mercato c’erano solo pochi prodotti di riempimento, attualmente l’offerta di questo tipo di materiali Ăš considerevle, per cui dobbiamo scegliere bene il tipo di sostanza da utilizzare secondo il difetto che abbiamo e i risultati che vogliamo conseguire. Indicazioni generali degli impianti - Rughe frontali e glabellari (spazio tra le sopracciglia) - Solchi nasogeniani - Solchi nasoiugali (rughe dell’amarezza) - Zampe di gallina - Correzione dell’ovale del volto - Aumento degli zigomi - Aumento-profilo delle labbra - Correzione di cicatrici depresse - Correzione di volume in pazienti con lipoatrofia Nel tentativo di sistematizzare i diversi prodotti si utilizza da tempo la seguente semplice classificazione: • Materiali biologici: • Grasso • Acido ialuronico • Materiali non biologici: • Acido polilattico La differenza fondamentale fra gli uni e gli altri Ăš il tempo che l’organismo impiega a riassorbirli, cioĂš a farli sparire. I materiali biologici sono totalmente riassorbibili e quelli non biologici no, fuorchĂ© l’acido polilattico che si riassorbe a lungo termine. I meccanismi d’azione sono vari, dalla mera ricollocazione della sostanza fondamentale, all’effetto di riempimento con reazione al corpo estraneo e fibrosi, alla stimolazione della formazione di collagene proprio. Caratteristiche principali di ogni materiale di riempimento : Autoinnesto di grasso o lipofilling Consiste nell’utilizzare il grasso dello stesso paziente come materiale di riempimento. Il grasso si estrae dalla zona donatrice mediante una sottile canula da liposuzione e dopo averlo centrifugato e filtrato, si inietta nella zona che si vuole riempire o aumentare. Questo procedimento ha il vantaggio che il proprio grasso non produce allergia e la tecnica chirurgica per ottenerlo Ăš relativamente semplice. L’inconveniente principale Ăš che Ăš difficile predire la sua durata poichĂ© c’ù gran differenza individuale fra i pazienti e in base alle zone da trattare. Il grasso che si impianta agisce come un innesto e vive nella zona dove l’abbiamo impiantato in un una percentuale variabile e poco prevedibile. E’ molto utile in casi di allergia ad altri materiali di impianto e per realizzare trattamenti di grandi volumi, come solchi nasogeniani molto profondi e atrofie facciali. Dopo il procedimento chirurgico, il paziente dovrĂ  sottoporsi a trattamenti antibiotici e antiinfiammatori. Acido ialuronico Oggi in commercio si trovano innumerevoli prodotti che contengono acido ialuronico. PerchĂ©? Questa sostanza Ăš in grado di svolgere una funzione fondamentale per la nostra pelle: ne mantiene l’idratazione, la turgiditĂ , la plasticitĂ , la viscositĂ  e pertanto la rende piĂč chiara e luminosa. A cosa si deve questo effetto? L’acido ialuronico, identificato nel 1938 da un certo Meyer, da parecchi anni Ăš oggetto di studi che ne hanno dimostrato la capacitĂ  di regolare il comportamento delle cellule, con effetti profondi sul metabolismo cellulare. Grazie alla estrema lunghezza della molecola e al suo alto grado di idratazione, i polimeri di acido ialuronico sono in grado di organizzarsi in una struttura reticolare che svolge due importanti funzioni. Da un lato crea un’impalcatura molecolare che mantiene la forma e il tono del tessuto, dall’altro fa da filtro per arginare l’entrata nel tessuto di sostanze esterne pericolose, come batteri, virus e altri agenti infettanti. Oggi sul tavolo degli scienziati c’ù lo sviluppo di tecniche ancora piĂč semplici e la combinazione dell’acido ialuronico con altre sostanze cosmeticamente utili potrebbe dare ottimi risultati, come si dice, il futuro Ăš ancora da venire. Attualmente l’acido ialuronico Ă© la sostanza piĂč utilizzata in chirurgia estetica, Ăš il materiale ideale , versatile e malleabile che, iniettato nel derma e nel tessuto sottocutaneo ha l’obiettivo di riempire una depressione o di aumentare i volumi. L’acido polilattico Il suo uso come impianto Ăš relativamente nuovo, benchĂ© si utilizzi da tempo per altri usi medici. Produce uno stimolo del collagene proprio, senza reazione da corpo estraneo, cosa che lo rende specialmente utile in certe zone del volto e per il trattamento della lipoatrofia facciale che si produce in pazienti in cura per HIV. Bisogna sempre tenere conto, data la grande quantitĂ  di prodotti disponibili, che non tutti sono indicati per tutto, per questo i dettagli particolari e tecnici di ogni prodotto richiedono una competenza specifica. Come in ogni atto medico Ăš fondamentale la valutazione del paziente, per scoprire malattie che contraindichino il trattamento, come le coagulopatie gravi, processi infettivi attivi, malattie autoimmuni, alterazioni della cicatrizzazione, malattie del collagene, gravidanza, allattamento o allergia a qualche componente del prodotto. In generale l’impianto del materiale di riempimento puĂČ essere realizzato nello studio del chirurgo plastico mediante anestesia locale e il paziente puĂČ riprendere immediatamente la sua vita normale. Gli effetti secondari, frequenti nella zona dell’iniezione, potrebbero essere l’infiammazione, l’arrossamento e piccoli ematomi transitori. PRESTATE SEMPRE ATTENZIONE AI FILLER PERMANENTI!!! I RISULTATI SE PESSIMI, RESTANO A VITA! E ANCHE SE IL RISULTATO FOSSE ECCELLENTE, EVENTUALI COMPLICANZE POSSONO COMPARIRE ANCHE A DISTANZA DI ANNI. Trattamento di riempimento delle labbra Le labbra sono associate dall’antichitĂ  alla sensualitĂ  e, sia per questo, sia per influenze della moda, le richieste per aumentare le dimensioni delle labbra sono molto frequenti, tanto nelle giovani come in persone di etĂ  piĂč avanzata. Mediante l’iniezione di alcuni dei materiali sopra citati possiamo far sĂŹ che il labbro resti piĂč definito e piĂč spesso ma non tutti i materiali di impianto che abbiamo visto in precedenza possono essere usati sulle labbra. La massima indicazione per definire le labbra Ăš l’utilizzo dell’acido jaluronico. La caratteristica piĂč importante che devono avere le labbra dopo l’aumento Ăš l’assoluta naturalitĂ , senza la presenza di protuberanze. Sfortunatamente Ăš frequente trovare labbra artificialmente aumentate che sembrano salsicce, in un tentativo di recuperare la gioventĂč perduta e per far sparire le rughette verticali del labbro superiore (codice a barre), gonfiando il labbro come se fosse un pallone. Trattamento delle rughe di espressione con tossina botulinica La tossina botulinica (BTX) prende il nome dal latino «botulus» che significa «salsiccia». Infatti, Ăš studiando le cause di un'intossicazione alimentare seguita ad un banchetto nuziale durante il quale furono consumate delle salsicce che, nel 1793, Justinius Kerner coniĂČ questo nome. Un secolo piĂč tardi, nel 1897, fu isolato il Clostridium botulinum, il batterio all'origine della tossina. Il Clostridium puĂČ svilupparsi in tutti gli alimenti mal conservati (verdure in scatola, pesce, fegato) e, in assenza di aria, produrre la BTX. Tra la fine degli anni Settanta ed inizio anni Ottanta si Ăš cominciato ad iniettare la BTX per correggere lo strabismo, grazie agli studi della meccanica della tossina, che causa una paralisi muscolare. Col tempo si sono aggiunte alle indicazioni una cinquantina di altre patologie (disturbi del movimento, sudorazione eccessiva, spasticitĂ ). Proprio dagli studi sullo strabismo, alcuni oculisti hanno notato che l’iniezione della tossina botulinica causava uno stiramento delle rughe periorbitarie e da li nĂ© seguĂŹ l’utilizzo a fini estetici. L’effetto della tossina produce un blando indebolimento dei muscoli trattati, per cui si ottiene un importante miglioramento delle rughe della fronte, dello spazio tra le sopracciglia e delle zampe di gallina. Gli effetti del trattamento durano da 5 a 6 mesi e possono essere ripetuti. Si puĂČ utilizzare come trattamento unico o combinato con altre tecniche chirurgiche come la blefaroplastica o il lifting facciale. Il trattamento non necessita di nessun tipo di anestesia e consiste nell’iniezione del prodotto mediante un ago molto sottile nei gruppi muscolari che si intende trattare. Il paziente puĂČ tornare immediatamente alle sue attivitĂ . Gli effetti cominciano a manifestarsi dopo tre giorni e il rilassamento muscolare produce la scomparsa delle rughe che sono state trattate. Gli effetti secondari e le controindicazioni sono minimi nelle mani di personale medico qualificato e con conoscenze dell’anatomia della zona che viene trattata, nozione indispensabile per garantire il successo del trattamento e minimizzarne i rischi. La soddisfazione dei pazienti Ăš molto grande, viene valutata molto positivamente la relativa semplicitĂ  della tecnica rispetto agli ottimi risultati ottenuti.

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Aesthetic medicine‱Plastic, reconstructive and aesthetic surgery‱Gynaecology and obstetrics‱Anti-Aging‱General internal medicine‱Laser‱Weight loss clinic‱Doctors
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La chirurgia estetica C’ù una certa tendenza a giudicare con superficialitĂ  e mancanza di informazione la persona che decide di sottoporsi a un trattamento di chirurgia estetica, mentre si accetta senza nessuna riserva la spesa approssimativa di un miliardo di euro l’anno nell’industria cosmetica e nella moda. Si Ăš soliti cambiare i capelli, le creme, i profumi e l’unica differenza con la chirurgia estetica Ă© che quest’ultima puĂČ rendere permanente un cambiamento che spesso risulta solo appena abbozzato dopo molte ore di lavoro di fronte allo specchio. Fortunatamente questo atteggiamento negativo va scomparendo, ma a cosa si deve questa conquista? Oggi la chirurgia estetica si Ăš democratizzata, entrando a far parte del ceto medio lĂ  dove si colloca il maggior numero di persone che ne hanno necessitĂ  inoltre, grazie alla medicina sociale che ha lo scopo di migliorare la qualitĂ  della vita delle persone della terza etĂ , si assiste sempre piĂč ad un allungamento della vita che rende quasi inevitabile ad un certo punto il presentarsi di uno squilibrio tra come ci vediamo e come ci sentiamo o agiamo. L’aumento della richiesta di interventi per attenuare le tracce dell’invecchiamento, o i suoi segni prematuri, ha innalzato moltissimo il numero delle visite al chirurgo plastico; le persone abitualmente richiedono un miglioramento del loro aspetto, peggiorato talora dallo stress o dalla mancanza di esercizio, che puĂČ evidenziarsi con un eccessivo rilasciamento del viso, con borse sotto gli occhi, con eccesso di pelle sulle palpebre o ancora con alterazioni del contorno corporeo come seni cadenti, addome flaccido, eccesso di peso... Le visite dal chirurgo plastico sono aumentate considerevolmente negli ultimi anni, del 75% circa e conseguentemente sono incrementate le operazioni sui profili e contorni corporei (naso, mento, ipomastia, lipodistrofia) in persone di tutte le etĂ , che in passato si nascondevano o infagottavano per nascondere i propri difetti sperando di ottenere una maggiore accettazione da parte degli altri. Se proviamo a suddividere gli interventi chirurgici in base alle fasce d’etĂ  ci ritroviamo a definire tre gruppi distinti: • I giovani Che solitamente a partire dai sedici o diciassette anni, per motivi di insoddisfazione personale che arrivano ad alterare la vita di relazione o la valutazione della propria immagine, convogliano tutti i loro problemi in un naso grande, deforme o semplicemente “diverso” oppure in un seno piuttosto grande, ipertrofico, che limita il loro modo di vivere facendoli vergognare quando praticano uno sport, che li obbliga a vestirsi comodamente, che arriva a dare loro problemi sessuali o anche fastidi alla schiena, o al contrario nella carenza di seno che li spinge a cercare continuamente nuovi modi per sentirsi sempre piĂč grandi, sempre piĂč donne. • Gli adulti Donne con problemi post gravidanza: seni cadenti, addome cascante con o senza devastazione della muscolatura addominale, cumuli di grasso antiestetici sui fianchi, sul giro vita, sulle cosce; o uomini, che si ritrovano a combattere la comparsa di segni di stanchezza o gli accumuli di peso localizzati, generalmente dovuti a una vita sedentaria, alla mancanza di esercizio e al troppo stress lavorativo. • La cosiddetta terza etĂ  (e quanto Ăš difficile per qualsiasi professionista dire quando comincia questa “terza età”!) In cui si instaura una chiara lotta contro i segni dell’invecchiamento presenti su viso (borse, rilasciamento del volto, collo), seno, addome, che frequentemente sono la causa di alcune domande come: Sto bene? Se ho un buon lavoro e sono in un momento di grande produzione mentale, perchĂ© mi vedo cosĂŹ? Tutto porta sempre alla stessa domanda: perchĂ© non si accetta la propria immagine? PerchĂ© non si accetta l’invecchiamento con dignitĂ ? PerchĂ© non si accetta quel naso grosso? E’ la sua personalitĂ ? PerchĂ© si opera? E’ molto facile giudicare gli altri e molte volte Ăš una difesa del proprio io. Se io non oso 
, se io non posso 
, se non me lo permettono 
. PerchĂ© l’altro sĂŹ? Magari tutti i problemi che abbiamo nella vita potessero risolversi nel modo in cui lo fa la chirurgia estetica! Quello che la chirurgia estetica ricerca Ăš la normalitĂ , l’equilibrio nei risultati senza che i cambiamenti siano visibili o strani, per aiutare una persona a raggiungere qualcosa di cosĂŹ facile e cosĂŹ difficile al tempo stesso: il vivere in armonia con il proprio corpo e con la propria immagine. Prendere la decisione La decisione di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica Ăš assolutamente personale, non deve mai essere presa nĂ© da familiari, nĂ© da amici (per quanto essi possano essere ben intenzionati), talvolta la persona che decide di operarsi deve affrontare l’incomprensione o addirittura la proibizione di genitori, mariti, mogli o amici, ma bisogna far capire loro che presto o tardi se il paziente Ăš convinto di ciĂČ che vuole, prenderĂ  la sua decisione, anche se gli altri non concordano. Naturalmente Ăš vero anche il contrario, i genitori, gli amici o il coniuge devono sapere che se il paziente non vuole o non Ăš convinto di avere o di doversi correggere un difetto estetico non Ăš corretto fargli pressione. Qualsiasi persona che intende sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica puĂČ chiedere consiglio, ma una volta presa la decisione, sia positiva che negativa, l’appoggio dei familiari e degli amici svolge un ruolo molto importante sia nel pre che nel postoperatorio. Qual Ăš il miglior consiglio che si puĂČ dare a una persona che ha giĂ  preso questa decisione? Prima di tutto che si informi bene, fino alla nausea, dei pro e dei contro di un intervento chirurgico. Si dovrĂ  considerare, per prima cosa, a chi rivolgersi. Non deve esserci nessun dubbio: la specialitĂ  di chirurgia plastica ricostruttiva e estetica Ăš riconosciuta dall’Unione Europea. E’ facile consultare o ottenere la lista dei chirurghi plastici di una cittĂ  o di un Paese per mezzo degli Ordini dei Medici o dell’Associazione dei Chirurghi Estetici. A partire da tale lista, con il consiglio del medico curante o di alcuni conoscenti che abbiano giĂ  affrontato un’operazione, si troverĂ  la scelta migliore. Ma fate attenzione! C’ù molta pubblicitĂ  ingannevole ed Ăš bene ricordare che nessuno regala niente e che il tempo di qualsiasi professionista ha un prezzo. La chirurgia estetica non Ăš miracolosa e il professionista vi spiegherĂ  bene quali sono i risultati che vi potete aspettare, quali sono i tempi per il recupero e quali sono i rischi collegati all’intervento. Fissate un appuntamento ed esponete il problema che vi ha indotto alla decisione, se la relazione medico-paziente Ăš positiva esistono molte possibilitĂ  di intesa e il professionista vi informerĂ  con una corretta esposizione i vantaggi e i rischi dell’intervento a cui volete sottoporvi. Se la spiegazione dello specialista non risulta soddisfacente Ăš consigliabile vederne altri, fino ad incontrare il professionista adeguato, in grado di soddisfare il paziente tanto nelle spiegazioni quanto nelle cose piĂč importanti e delicate come il suo benessere psicologico. Un buon medico Ăš colui che Ăš in grado, una volta individuati i problemi estetici del paziente di indicarne le possibili soluzioni e di valutare onestamente le garanzie di successo dell’intervento in base alla severitĂ  del problema stesso. Non bisogna avere alcuna vergogna di chiedere assolutamente tutto, persino quelle domande che sembrano ridicole, o vedere tutti gli specialisti che si ritiene opportuno, questo Ăš ciĂČ che gli americani chiamano lo shopping lifting, ovvero cercare fino a trovare ciĂČ che soddisfa pienamente la persona secondo le sue necessitĂ . Quali sono i rischi? La cosa piĂč importante Ăš ottenere la maggior precisione possibile sul risultato che si puĂČ conseguire, il chirurgo plastico non Ăš un mago che puĂČ cambiare la vita di nessuno. Si puĂČ, grazie ad un buon risultato estetico, aumentare l’autostima di quel paziente, specialmente rispetto al suo ambiente familiare e sociale, ma mai cambiargli la vita o trasformarlo fisicamente o psicologicamente in un’altra persona. Lo specialista dovrĂ  spiegare la tecnica chirurgica che impiegherĂ  con parole semplici e in modo chiaro fino a quando non resterĂ  alcun dubbio, in seguito dovrĂ  dedicarsi ai limiti della stessa sottolineando dove rimangono le cicatrici (precisando che si nascondono, non si cancellano, migliorano molto con il tempo ma non scompaiono) e spiegando accuratamente cosa ci si aspetta nel postoperatorio. Dobbiamo pensare che la chirurgia, sia essa grande o piccola, Ăš sempre un atto aggressivo per il corpo umano, questo puĂČ produrre ematomi e processi infiammatori che possono durare piĂč o meno tempo, puĂČ esserci dolore, piĂč o meno controllato o altre complicazioni. E’ altresĂŹ importante decidere insieme allo specialista il tipo di anestesia che si utilizzerĂ  durante l’operazione, chi sarĂ  l’anestesista e il luogo dove si eseguirĂ  l’intervento. L’anestesia Ăš uno dei campi della medicina che evolve con maggiore celeritĂ , continuamente alla ricerca di una maggiore sicurezza, si anestetizzano dai neonati con poche ore di vita agli anziani, ma di fatto, qualunque sia il tipo di anestesia (generale, periferica, sedazione, locale) non esiste mai la sicurezza assoluta. Da questo si evince l’importanza che hanno la partecipazione di uno specialista in anestesia e la realizzazione dell’intervento in un centro che abbia tutti i requisiti di sicurezza della medicina attuale. ____________________________________________________________________________________ Rinoplastica (Chirurgia del naso) E’ dedicata a quel paziente che non Ăš a suo agio con le dimensioni o la forma del suo naso e ne desidera una correzione estetica, quest’ultima si definisce rinoplastica e rappresenta l’intervento piĂč frequente fra quelli di chirurgia estetica e, anche se non sembra, Ăš quello piĂč complesso dal punto di vista tecnico. Candidati e candidate per l’intervento Il naso raramente Ăš causa di problemi nella prima adolescenza e la ragione sta nel fatto che non inizia a svilupparsi veramente fino ai dodici o quattordici anni, ecco perchĂ© abitualmente il momento in cui si pensa ad una rinoplastica non arriva fino ai diciassette o diciotto anni. Oggigiorno piccoli difetti possono creare grandi problemi, non solo per il maggior o minor grado di coinvolgimento personale, ma perchĂ© possono alterare o privare di equilibrio tutta l’ immagine del viso, la sua estetica. Non possiamo negare che nella maggioranza delle professioni il primo contatto Ăš costituito dalla propria immagine, di conseguenza capiamo perchĂ© di giorno in giorno aumenta il numero di persone che ricorrono allo specialista per questo tipo di problema. Migliorare l’immagine esteriore di una persona contribuirĂ  ad aumentarne l’autostima e, di conseguenza, la disinvoltura nelle relazioni con gli altri e una maggiore intraprendenza. La visita Lo specialista in questo tipo di chirurgia deve valutare molteplici elementi. Il primo e piĂč importante Ăš informare il paziente: localizzare quello che per lui Ăš il maggior difetto, qual Ăš il suo desiderio di miglioramento e quali speranze e aspettative ripone nel risultato. Se ci sono dubbi o se per il paziente Ăš difficile spiegarsi, il chirurgo puĂČ avvalersi dell’aiuto di foto pre e post operatorie di altri pazienti (naturalmente sempre conservando l’assoluto rispetto della privacy) per mostrare come potrebbe essere il risultato. Dopo aver ascoltato e osservato attentamente il paziente, il medico effettuerĂ  un’opportuna esplorazione della struttura cutanea, ossea e cartilaginea della piramide nasale e valuterĂ  la sua funzionalitĂ  (come respira). Oggigiorno la rinoplastica si focalizza su un doppio risultato: estetico e funzionale. E’ necessario che il naso abbia un bell’aspetto ma anche che funzioni perfettamente. A partire da questo momento il medico spiegherĂ  al paziente quali sono le possibili soluzioni del suo caso, o piĂč precisamente che cosa puĂČ fare per avvicinarsi al massimo del risultato desiderato. InizierĂ  spiegando la tecnica che eseguirĂ , il cui principale obiettivo sarĂ  quello di ottenere un naso “normale e soprattutto naturale” e mai un naso che si noti “operato” . E’ necessario utilizzare disegni, schemi, fotografie, che aiutino una maggiore comprensione o che permettano una proiezione del risultato, spiegare i pro e i contro dell’intervento, le caratteristiche del postoperatorio, i controlli futuri necessari. L’utilizzo del computer per disegnare o pianificare Ăš sicuramente un enorme vantaggio ed un ottimo strumento per il chirurgo ma soprattutto per il paziente, che potrĂ  cosĂŹ rendersi conto delle modifiche “per il momento solo virtuali” del suo naso e del suo profilo. E’ bene specificare che nella riuscita di una rinoplastica intervengono molti fattori come ad esempio la qualitĂ  dei tessuti o il maggior o minor grado di deformitĂ  e tutti quanti influiranno sul risultato, per questo Ăš necessario spiegare tutto il piĂč chiaramente possibile. Se questo non Ăš sufficiente bisognerĂ  ripetere la visita piĂč volte affinchĂ© non ci siano dubbi sul risultato che si potrĂ  ottenere, se tali problematiche persistono o se il paziente risulta ancora indeciso o se ha false aspettative la cosa migliore sarĂ  sospendere o rimandare l’intervento. E’ troppo importante l’immagine che un naso puĂČ dare a un volto per commettere l’errore di effettuare un intervento, sia pur eccellente, con il rischio che non sia gradito dal paziente o che sia giugicato non adatto al proprio viso. L’intervento Si possono usare tre tipi di anestesia nell’intervento di rinoplastica: l’anestesia locale, quella locale con sedazione o l’anestesia generale. Il miglior consiglio che si puĂČ dare Ăš utilizzare sempre la tecnica anestesiologica piĂč comoda per il chirurgo, dato che ciĂČ andrĂ  a favore del risultato estetico che cerca di conseguire. Bisogna tenere presente che qualsiasi tipo di anestesia costituisce sempre un fattore di rischio, pertanto la cosa piĂč importante Ăš chi, come e dove si realizza. Anatomicamente esistono quattro zone o aree da trattare: • il dorso nasale che si puĂČ ridurre, aumentare o restringere • la punta del naso che si puĂČ rimodellare • le cartilagini alari, che daranno l’opportuna proiezione della punta e che sono un punto saliente della definizione estetica • il setto nasale che viene corretto essenzialmente per migliorare la funzionalitĂ  respiratoria La rinoplastica puĂČ essere realizzata in forma chiusa o aperta, questo significa che secondo il caso, l’abilitĂ , l’esperienza e la formazione del chirurgo plastico, l’intervento viene realizzato all’interno delle fosse nasali o al di fuori di esse. Nella tecnica aperta si pratica un piccolo taglio invisibile nella columella, si alza tutta la copertura cutanea e, una volta messe in vista tutte le strutture, vi si realizzano le modifiche. Il paziente esce dalla sala operatoria con una piccola medicazione di plastica sul dorso del naso che verrĂ  rimossa al sesto giorno. Talvolta vengono utilizzati tamponi endonasali che saranno rimossi in 24-48 ore. L’unico inconveniente sarĂ  respirare per qualche giorno con la bocca, sensazione che sarĂ  molto simile a quello che si prova quando si Ăš costipati dal catarro. Un altro piccolo inconveniente potrebbe essere una maggiore o minore infiammazione degli occhi, che puĂČ durare fino a una settimana, dovuta alla necessitĂ  di dover praticare delle piccole fratture ai lati del naso per stringerne il profilo. Dopo l’intervento – che abbiamo cercato di chiarire nel modo piĂč semplice possibile, senza entrare in grandi tecnicismi – quando il chirurgo rimuoverĂ  le medicazioni, sarĂ  suo compito dare appoggio psicologico al paziente dato che la correzione di deformitĂ  nasali importanti darĂ  un cambiamento di immagine altrettanto grande e radicale. Il paziente dovrĂ  far entrare questo “naso nuovo” nel suo schema mentale corporeo, pertanto l’appoggio psicologico Ăš lo stesso di cui ha bisogno qualunque paziente in qualsiasi intervento di chirurgia ricostruttiva durante il processo post-operatorio. Gli edemi e le ecchimosi saranno controllati nelle settimane e nei mesi successivi e dopo un paio di settimane circa il paziente potrĂ  tornare al lavoro. Quanto allo sport Ăš raccomandabile praticarlo dopo almeno un mese, si dovrĂ  evitare anche l’esposizione prolungata al sole o qualsiasi altro elemento che possa mettere a rischio il successo dell’intervento. Se tutto va per il meglio, dopo circa sei mesi il chirurgo darĂ  per concluso il suo lavoro. ________________________________________________________________________________________________ Mentoplastica (chirurgia del mento) Esiste un gruppo di pazienti in cui la rinoplastica puĂČ non essere sufficiente per ottenere una linea del profilo armonica poichĂ© il mento risulta troppo arretrato. Questo potrebbe presupporre una riduzione nasale molto marcata per uguagliare la linea del mento, ma Ăš una concezione sbagliata. l’ideale in questi casi Ăš studiare molto bene il profilo del paziente: la proiezione della punta del naso deve essere lievemente piĂč avanti di quella del mento e se questo Ăš molto indietro, nel piano operatorio bisognerĂ  prevedere la collocazione o di una protesi nel mento o di tessuto adiposo (lipofilling). Si tratta di un intervento relativamente semplice che si realizza approfittando dell’anestesia generale durante la rinoplastica, mentre nei casi in cui Ăš necessario unicamente aumentare il mento senza toccare il naso sarĂ  sufficiente un’anestesia locale con sedazione. All’interno della bocca, dietro il labbro inferiore, si fanno due incisioni laterali di circa due o tre centimetri, da qui si va a contatto dell’osso. Le protesi sono di silicone. Si tratta di un materiale solido ma allo stesso tempo flessibile e malleabile quindi il chirurgo puĂČ modellarlo durante l’intervento per renderlo il piĂč fedele possibile alla forma desiderata. Dopo aver chiuso le incisioni mediante punti di sutura riassorbibili generalmente si prescrivono antibiotici e antinfiammatori per una settimana. Trascorso questo tempo benchĂ© possa persistere un po’ di infiammazione, il paziente generalmente ha un aspetto normale che gli permette di realizzare le sue attivitĂ  abituali senza problemi. ________________________________________________________________________________________________ Otoplastica (chirurgia delle orecchie) Le “orecchie a sventola” sono un problema che non va sottovalutato, possono averle bambini, donne, uomini, adulti e persino anziani, che perdendo i capelli vedono in tutta la loro invadenza queste due “palette” ai lati del capo. Ci fanno sorridere le orecchie dei conigli, ci fanno tenerezza le orecchie grandi dei cani da caccia e quelle puntute dei gatti, sembra che la natura abbia fatto uno scherzo all’uomo affibbiandogli delle orecchie fatte in questa maniera. Ce ne sono di grandi, sporgenti, lunghe, larghe, attaccate al viso dalla parte del lobo e staccate sulla punta e ogni altra stranezza che possa venirci in mente. Purtroppo talvolta sono ingombranti e quasi ridicole. E ci stanno proprio ai due lati del viso, non ci salviamo dalla loro presenza perchĂ© sono sempre ben visibili. Possono abbruttire un bel viso, peggiorare un viso interessante, attirare l’attenzione piĂč di ogni altra cosa al primo sguardo. Prima visita Dopo opportuna anamnesi si colloca il paziente davanti a uno specchio e con la semplice manovra di piegare o unire le orecchie verso la testa, si chiede a lui quello che realmente desidera. Non Ăš una visita in cui esistano molti dubbi sul trattamento da seguire. La spiegazione del chirurgo riguarderĂ  il tipo di intervento che si deve realizzare, a che etĂ , con quale anestesia, i giorni di ricovero e le caratteristiche del post-operatorio come qualsiasi altro tipo di intervento chirurgico estetico. L’intervento si realizza negli adulti in anestesia locale, nei bambini in anestesia generale (Ăš molto difficile chiedere a un bambino di resistere una o due ore in anestesia locale). Prima dell’intervento il chirurgo disegna dove deve essere collocata la futura plica dell’antelice poi, realizzando un’incisione nascosta nella parte posteriore dell’orecchio, tratta la cartilagine con alcuni punti di sutura che creeranno una nuova plica affinchĂ© l’antelice si pieghi all’indietro. Una volta suturata l’incisione si copre con un bendaggio, come un turbante. E’ importante eseguire una visita di controllo il giorno dopo l’intervento, in modo da controllare eventuali ematomi, dolori, febbre, segni d’infezione, ecc.. L’orecchio Ăš una struttura anatomica composta totalmente da cartilagine e pelle ed Ăš molto sensibile a qualsiasi manipolazione o sanguinamento ed Ăš per questo motivo che il paziente non riuscirĂ  a dormire poggiando le orecchie sul cuscino. E’ necessario fare accuratamente le medicazioni della ferita e dopo circa 3 giorni posizionare una fascia larga da capelli (o da sci, da tennis, ecc..). L’importante Ăš mantenere protette le orecchie e che il paziente le senta tali ancora per almeno una settimana, fino a quando avranno recuperato il loro colorito normale, con il diminuire dell’infiammazione e lo stabilizzarsi dei risultati. E’ possibile lavare la testa a partire dalla prima settimana. Complicazioni : Asimmetria A parte l’anestesia e la tecnica chirurgica (logicamente il monitoraggio post-operatorio Ăš lo stesso che per qualsiasi altro intervento chirurgico) Ăš necessario spiegare e mostrare al paziente che l’asimmetria che esiste fra le due orecchie Ăš presente normalmente in tutto l’organismo e in tutti gli individui. Nel corpo umano tutte le cose pari sono piĂč o meno asimmetriche (gli occhi, le mammelle, ecc..) in base a forma, dimensioni e localizzazione, la normale asimmetria viene misconosciuta quando le orecchie sono staccate dalla testa ed enfatizzata quando queste sono in posizione normale. Bisogna informare il paziente che la simmetria completa Ăš praticamente impossibile. Punti C’ù la possibilitĂ  che qualcuno dei punti che si posizionano nella zona retroauricolare venga rigettato dopo alcuni mesi o anche anni. Talvolta si rende necessario un piccolo re-intervento per recuperare la forma corretta che, con il “saltare” del punto potrebbe perdersi. Cicatrici Le cicatrici retroauricolari possono dare origine ad un cheloide (una cicatrice ipertrofica grossa, rossa, a volte dolorosa), quando questo si verifica si dovrebbe resecarlo con opportuno trattamento. ________________________________________________________________________________________________ Mastoplastica additiva Valutazione della paziente La valutazione della paziente inizia con il primo colloquio, lo specialista prima dialogherĂ  con lei, poi effettuerĂ  un accurato esame fisico al termine del quale la paziente specificherĂ  quali sono i suoi desideri e le sue aspettative. Il chirurgo cercherĂ  di spiegare nel modo piĂč chiaro e semplice possibile le varie tappe dell’intervento, in cosa consisterĂ  il pre e il post-operatorio e risponderĂ  in maniera esaustiva a tutte le domande che la paziente porrĂ  nel corso della visita. Un’anamnesi completa e accurata permetterĂ  di evidenziare eventuali fattori di rischio familiari o personali (ipertensione arteriosa, diabete mellito, malattie polmonari, ecc..) Ăš importante indagare l’esistenza di precedenti di neoplasia nei consanguinei o altre patologie della mammella e tutte quelle condizioni che possono modificare fisiologicamente il seno come la gravidanza e le alterazioni connesse al ciclo mestruale (congestione, dolore, ecc..). Meritano attenzione anche i precedenti chirurgici sia a carico della mammella che del resto del corpo, il tipo di anestesia ricevuta, le eventuali abitudini dannose quali il tabagismo o l’alcolismo, in pratica interessa tutto ciĂČ che potrebbe presupporre qualunque tipo di problema nello svolgimento e nel risultato a breve e lungo termine dell’intervento chirurgico che si prospetta. E’ della massima importanza mettere a conoscenza l’intera equipe medica di qualsiasi tipo di allergia a medicinali e se vi Ăš l’assunzione quotidiana di qualunque tipo di farmaco. Tutte queste informazioni permettono al chirurgo plastico, insieme alla paziente, di ricercare, a seconda di ogni caso, il tipo di intervento da realizzare, decidere il volume e la forma della protesi (rotonda o anatomica) e il contenuto della stessa (siero fisiologico, gel di silicone, idrogel). Inoltre si sceglierĂ  la localizzazione dell’incisione chirurgica che si praticherĂ  (periareolare, inframammaria, ascellare, ombelicale). Gli ultimi due casi, ascellare e ombelicale fanno parte di tecniche con dei limiti propri, rispetto alla “via” che utilizzano e per l’uso esclusivo di un tipo di protesi (siero fisiologico), oltre ad avere maggiore probabilitĂ  di complicanze secondarie. La localizzazione anatomica della protesi potrĂ  essere sottoghiadolare o sottomuscolare. E’ fondamentale conoscere i pro e i contro del tipo di intervento prospettato e, in ogni caso, gli eventuali limiti della paziente (dimensioni e forma del torace, taglia, tipo di pelle, forma e volume della mammella esistente, ecc..). Prima dell’intervento lo specialista scatterĂ  delle foto alla paziente in modo da poterle paragonare poi nel post-intervento al risultato finale ottenuto. Ricordiamo inoltre che Ăš necessario che la paziente firmi l’autorizzazione all’intervento (il consenso informato) naturalmente quando tutti i dubbi e le eventuali domande saranno stati chiariti esaustivamente da parte dello specialista. Esami preoperatori Si richiedono sempre: - Emocromo ed esami ematochimici di routine. Questi permetteranno di evidenziare la presenza di anemia, anormalie della coagulazione del sangue, eventuali processi infettivi, valori anormali di glicemia, indici di funzionalitĂ  renale (creatininemia) ed epatica (transaminasi) ecc.. - Elettrocardiogramma, per valutare lo stato funzionale del cuore. - Ecografia, per valutare lo stato clinico del tessuto ghiandolare. Controindicazioni Questo intervento non puĂČ essere realizzato nei seguenti casi: - Gravidanza - Malattia grave organica o mentale - Malattia grave della mammella in follow-up o in trattamento - Se sussistono controindicazioni da parte dell’anestesista Preparativi per l’intervento I farmaci abituali che si stanno assumendo dovranno essere mantenuti, purchĂ© il medico ne sia a conoscenza, eccetto alcuni che potrebbero alterare i meccanismi emostatici quale l’acido acetilsalicilico (aspirina) e gli antiinfiammatori non steroidei (FANS), che dovranno essere sospesi a partire dalle due settimane precedenti l’intervento poichĂ© potrebbero facilitare il sanguinamento e la formazione di ematomi. Si raccomanda anche di non fumare nelle settimane precedenti l’intervento (o almeno di limitare drasticamente il numero di sigarette giornaliere) e possibilmente anche nel post-intervento, per evitare alterazioni della microcircolazione che ritarderebbero la cicatrizzazione oltre a poter complicare le manovre anestetiche. Disegno preoperatorio Il chirurgo plastico disegna sul torace e sulla mammella della paziente dei tratti guida per l’operazione, da seduta o in piedi. Si evidenziano la zona scelta per l’incisione chirurgica, la posizione del solco sottomammario, la posizione del muscolo grande pettorale, ecc.. Tipo di anestesia L’anestesia generale Ăš quella scelta nella maggioranza dei casi. Un’équipe di anestesisti di grande esperienza si occupa della paziente e la osserva fin dal suo ingresso, indicando se necessario anche il blando sedativo da assumere la notte precedente l’intervento o il giorno stesso. All’arrivo in sala operatoria, l’anestesista collocherĂ  un’agocanula per la somministrazione dei liquidi e dei medicinali, addormenterĂ  la paziente, monitorerĂ  le sue funzioni vitali in corso di intervento e la seguirĂ  con attenzione nell’immediato post-operatorio. Tutto questo con il proposito che la paziente superi con tranquillitĂ  e sicurezza l’operazione. Tecnica chirurgica Si realizza l’incisione chirurgica nella zona scelta, in questo caso descriveremo l’incisione periareolare, quella che Ăš localizzata nella metĂ  inferiore del bordo areolare. Utilizzando questa via si realizza la dissezione ghiandolare in senso perpendicolare attraverso la mammella verso il piano muscolare. Dobbiamo ricordare che nelle pazienti con areola molto piccola, sulla quale non si puĂČ praticare questa incisione, di utilizza quella inframammaria (a livello del solco). Si localizza poi il piano anatomico scelto per la protesi, sottoghiandolare o sottomuscolare. Nel piano sottoghiandolare, si procede a dissecare (separare) la ghiandola mammaria dalla fascia muscolare sottostante fino a creare una “tasca” adeguata alla protesi scelta. Nel piano sottomuscolare inizialmente si localizza il margine inferiore del muscolo grande pettorale e con il bisturi elettrico si realizza la sua dissezione, tenendo conto delle inserzioni mediali nello sterno e le sue relazioni con altri muscoli come il piccolo pettorale, il dentato anteriore e il retto addominale. Si indeboliscono le inserzioni dei muscoli sullo sterno nella zona mediale inferiore per evitare che con il movimento si produca una risalita grottesca della protesi . Dopo una accurata emostasi (cauterizzazione dei vasi sanguigni) si realizza un “lavaggio” della cavitĂ  creata con una soluzione antibiotica cosĂŹ come della protesi scelta con lo scopo di prevenire qualsiasi possibilitĂ  di contaminazione e facilitare lo scivolamento della protesi nel momento in cui la si introduce. Il chirurgo si cambia i guanti e procede a introdurre la protesi, osservando la corretta posizione di questa al termine della manovra. Se il caso lo richiede, si collocherĂ  un drenaggio e si procederĂ  alla sutura della ferita chirurgica; la pelle dell’areola si sutura con un materiale riassorbibile per via intradermica, tecnica che migliora il risultato estetico della cicatrice. Una volta finito di suturare, si medica la ferita chirurgica e si applica un bendaggio. L’anestesista risveglia la paziente, che viene trasportata nella sala risveglio dove resterĂ  il tempo necessario per riaversi dall’effetto dell’anestesia ed essere portata in camera. Se ci sono familiari in attesa il chirurgo, non appena terminato l’intervento, li informerĂ  sulla riuscita dell’operazione e sulle condizioni della paziente. Post-operatorio : Le prime ventiquattro ore La paziente resterĂ  ricoverata in clinica dove le verranno somministrati antibiotici e analgesici; il personale infermieristico monitorerĂ  i parametri vitali (pressione arteriosa, polso e temperatura) e la quantitĂ  e le caratteristiche del liquido che esce dal drenaggio (se posizionato). Lo specialista visiterĂ  la paziente con regolaritĂ  e raccomanderĂ  di non somministrare liquidi o alimenti nelle prime ore e di limitare il movimento, facendosi aiutare in camera o nel bagno. Complicazioni : Primo giorno • Ematoma: del tutto normale se di dimensioni limitate, nel caso fosse troppo voluminoso e causasse intenso dolore, potrebbe essere necessario evacuarlo rioperando la paziente • Dolore: facilmente evitabile con la somministrazione di analgesici • Vomito severo: evitabile con la somministrazione di antiemetici Secondo giorno La paziente viene valutata dai membri dell’équipe di chirurgia plastica che controlleranno il suo stato clinico, rimuoveranno i drenaggi se sono stati messi e medicheranno le ferite. verrĂ  fatto indossare alla paziente un reggiseno sportivo contenitivo. In seguito la paziente verrĂ  dimessa, le si consegneranno i medicinali che dovrĂ  prendere fino al controllo nello studio dello specialista il quarto o il sesto giorno (antibiotici, analgesici e antiinfiammatori) e le si daranno istruzioni generali (non muovere le braccia con totale libertĂ  nĂ© contro resistenze o pesi) per ottenere la corretta evoluzione della zona operata. Complicazioni • Ematoma • Dolore • Sieroma (accumulo di liquido linfatico) • Infezione: si previene con la somministrazione di antibiotici, si manifesta con segni infettivi generali (febbre, malessere generale, ecc..) • Diastasi della cicatrice areolare, conseguente alla perdita di qualche punto. In questo caso puĂČ essere raccomandabile l’utilizzo di creme cicatrizzanti o correttrici dell’aspetto della cicatrice, che hanno l’effetto di “ammorbidirla e appianarla”. Se questo non Ăš sufficiente potrĂ  essere migliorata chirurgicamente quando saranno trascorsi almeno sei mesi dall’intervento. Dal sesto giorno al primo mese Durante questo periodo si raccomanda l’uso di un reggiseno speciale, di tipo sportivo, che dovrĂ  essere usato continuamente, giorno e notte, per quattro settimane. Si considera normale in questo periodo la presenza di lievi disturbi al seno, come dolore di modesta intensitĂ , occasionali “pizzicori” o formicolii, che possono essere diminuiti con l’utilizzo di qualche blando analgesico (paracetamolo). Con il trascorrere del tempo si assiste ad una progressiva lenta risoluzione dell’edema e dei lividi, cosĂŹ come va risolvendosi la temporanea perdita della sensibilitĂ  nell’areola o nel capezzolo successiva all’intervento. Primo anno Si realizzano controlli medici seriati della paziente a tre, sei e dodici mesi. In tal modo si potrĂ  sorvegliare per un periodo adeguato l’evoluzione dei risultati, oltre a permettere di chiarire gli eventuali dubbi della paziente. Complicazioni • Incapsulamento della protesi: si sviluppa con un’incidenza minore del cinque per cento. La cicatrice che circonda la protesi puĂČ diventare per molteplici fattori dura, poco elastica, palpabile, dolorosa e persino arrivare a deformare la mammella, secondo il grado di incapsulamento (Baker I: la mammella aumentata Ăš morbida come quella non operata; Baker II minima durezza e protesi poco palpabile; Baker III: durezza moderata e protesi palpabile; Baker IV: durezza severa e presenza di dolore, mammella fredda e deforme). In questi casi si porrĂ  indicazione di effettuare terapia con ultrasuoni o si proporrĂ  come ultima risorsa il riesame chirurgico per l’exeresi della capsula (ritirarla) per sostituire la protesi. • Alterazione della sensibilitĂ  di qualche zona della mammella. • Cicatrice areolare ipertrofica (cheloide). In questo caso si riesamina con anestesia locale ________________________________________________________________________________________________ Mastoplastica riduttiva L’intervento per ridurre il seno puĂČ suscitare commenti spiritosi da parte di persone poco consapevoli e un poco superficiali. Lo sa bene chi si Ăš sentita dire “ma figurati, con tutte quelle che darebbero qualsiasi cosa per avere un seno grande come il tuo! E pensa a chi paga per farselo ingrandire!”. In realtĂ , la decisione di farsi ridurre il seno, in pratica di farsi “togliere” un pezzetto di sĂ© Ăš frutto di un disagio molto forte, di un sentirsi caricate di una parte del corpo che si reputa eccessiva, che sentiamo estranea e che ci dĂ  fastidio nello svolgere le normali attivitĂ  quotidiane, come chinarci a raccogliere qualcosa o alzare le braccia per sistemare una valigia nel portapacchi del treno, per fare un esempio. Chi ha un seno esageratamente grande e pesante lo avrĂ  di conseguenza cadente, lo sentirĂ  gravare sulla parte anteriore del corpo e avrĂ  facilmente dolori alla schiena per il peso eccessivo e la necessitĂ  di forzare i muscoli a sostenere la massa della mammella. Il seno particolarmente sviluppato non Ăš una caratteristica delle donne sovrappeso, si puĂČ avere un corpo snello e un seno sproporzionato. Molto spesso la relazione negativa con le dimensioni del seno inizia nell’adolescenza. La giovane donna inizia a vergognarsi delle sue forme e a coprirsi con maglie informi e di taglie superiori alla sua per occultare la massa in espansione. Dopo un po’ di tempo si raggiungerĂ  il limite ritenuto “accettabile” dalla giovane e inizierĂ  il suo dramma personale: portare sul proprio corpo una “massa” estranea e fastidiosa. InizierĂ  a non voler piĂč fare educazione fisica, per non correre e non saltare, non avrĂ  piĂč voglia di andare al mare d’estate per non esibire il suo fagotto imbarazzante e il costume da vecchia signora che dovrĂ  indossare e soprattutto non ce la farĂ  piĂč a sopportare i commenti piĂč o meno maligni dei coetanei o lo sguardo compassionevole degli adulti. Il seno esageratamente grosso, o anche solo ritenuto tale per il proprio fisico, diventerĂ  facilmente un’ossessione per la giovane e nell’etĂ  matura, con l’inevitabile cedimento della pelle, potrĂ  essere fonte di grave sofferenza psicologica. Per fortuna esiste la mastoplastica riduttiva, un intervento sicuro e dai risultati pressochĂ© perfetti, che potrĂ  cambiare il modo di sentirsi di una donna e di conseguenza il suo modo di relazionarsi con gli altri e con la vita stessa. Valutazione della paziente La valutazione della paziente inizia con il primo colloquio, lo specialista prima dialogherĂ  con lei, poi effettuerĂ  un accurato esame fisico al termine del quale la paziente specificherĂ  quali sono i suoi desideri e le sue aspettative, soffermandosi in particolar modo su cosa la spinge a richiedere questo tipo di intervento (motivazione psicologica, estetica, funzionale). Il chirurgo cercherĂ  di spiegare nel modo piĂč chiaro e semplice possibile le varie tappe dell’operazione, in cosa consisterĂ  il pre e il post-operatorio e risponderĂ  in maniera esaustiva a tutte le domande che la paziente porrĂ  nel corso della visita. Nella pubertĂ  e nell’adolescenza, per cause principalmente ormonali, lo sviluppo della ghiandola mammaria puĂČ essere asimmetrico in forma e dimensioni (ipertrofia verginale). Questa situazione produce alterazioni nel comportamento quotidiano e nelle relazioni interpersonali. Nella donna in etĂ  fertile la mammella puĂČ avere un volume importante (ipertrofia mammaria), che puĂČ influire in alcuni aspetti della sua vita oppure no. Con la gravidanza e l’allattamento, tuttavia, si producono cambiamenti come l’aumento di volume e il turgore e la successiva perdita di questo volume, associata alla flacciditĂ  della ghiandola e la sua caduta (ptosi ghiandolare). Se questi cambiamenti sono importanti saranno una buona indicazione per realizzare la riduzione mammaria e la pessi ghiandolare (innalzamento all’altezza esteticamente normale). Nell’etĂ  matura della donna si producono cambiamenti alla mammella, con il venir meno dell’influenza ormonale, la tendenza naturale Ăš l’aumento del volume e la “caduta” per l’aumento di tessuto adiposo, cosa che, secondo il caso, puĂČ risultare mal agevole per vestirsi e anche per la pulizia personale. Questo caso puĂČ essere un’altra indicazione per la tecnica della riduzione mammaria. In ogni caso l’intervento cambierĂ  la forma e la dimensione della ghiandola e dell’areola, cosĂŹ come la sensibilitĂ , aspetto importante per la vita sessuale della donna. Con la tecnica opportuna accuratamente realizzata, il chirurgo plastico rispetta e conserva i nervi incaricati di dare sensibilitĂ  alle mammelle, per cui si assicura che dopo un periodo di alterazione questa tornerĂ  alla normalitĂ . A volte possono presentarsi periodi di ipersensibilitĂ  nei quali addirittura sfiorare gli indumenti causa fastidio, questa manifestazione Ăš transitoria. L’unico caso di perdita totale della sensibilitĂ  Ăš quando per un volume eccessivamente esagerato, in pazienti molto obese o in menopausa, si deve proporre una tecnica che letteralmente “amputa” una parte del seno ed Ăš necessario staccare l’areola e il capezzolo del tessuto e collocarli come un innesto nella “nuova mammella”. Il pensiero delle cicatrici post-intervento da sempre provoca un po’ di ansia alla paziente che si preoccupa del risultato estetico finale, ma fortunatamente con il tempo le tecniche chirurgiche riduttive della mammella si sono evolute e perfezionate. All’inizio importava poco il risultato estetico dell’intervento e si poneva tutta l’attenzione nel ridurre il volume. Oggi Ăš di estrema importanza ottenere il volume e la forma adeguata della mammella, cosĂŹ come conservarne le caratteristiche estetiche. Il progresso ha inoltre migliorato il risultato delle cicatrici grazie alle applicazioni delle nuove tecniche. Il tipo di tecnica che descriveremo ci permette di ricollocare l’areola e il capezzolo all’altezza esteticamente adeguata, mentre la chiusura della ferita chirurgica permette di riposizionare la pelle fino a ottenere la forma conica della ghiandola. Il chirurgo plastico nella prima visita informerĂ  sempre la paziente che il risultato dell’operazione si modificherĂ  con l’evolversi del post-intervento. L’edema iniziale, il turgore, la forma della pelle che circonda le cicatrici e le cicatrici stesse, l’alterazione della sensibilitĂ  del seno con il tempo cambieranno. Nelle visite di controllo che si faranno durante il primo anno dall’intervento si osserveranno questi cambiamenti e si chiariranno i dubbi al riguardo. Al principio potrĂ  esserci asimmetria nelle dimensioni ottenute, ma poichĂ© ogni mammella Ăš diversa, lo sarĂ  anche la loro evoluzione. Lo specialista ha le competenze necessarie per chiarire tutti i dubbi e le inquietudini che potrebbero attanagliare la paziente prima o dopo l’operazione. Lo specialista spiegherĂ  nel corso della prima visita anche le cure a cui la paziente dovrĂ  sottoporsi dopo l’intervento: l’uso di un reggiseno adeguato per un mese, dopo aver tolto il bendaggio iniziale, mantenere la pelle della mammella idratata con regolaritĂ , proteggere la cicatrice dai raggi solari, migliorarne il risultato mediante l’utilizzo di sostanze o materiali indicati, praticare sport dopo il periodo convenuto, ecc... Nel caso di accertamenti strumentali di controllo come la mammografia, l’ecografia e la TAC, gli specialisti (il radiologo e il ginecologo) dovranno essere informati del fatto che si Ăš subito un intervento e questo li aiuterĂ  a capire con maggiore chiarezza i risultati ottenuti. Nel pre-intervento il chirurgo plastico interrogherĂ  la paziente per stilare un’anamnesi accurata, familiare e personale, remota e prossima allo scopo di individuare patologie che potrebbero modificare il corso dell’intervento o la sua evoluzione. In tal modo si evidenzieranno fattori di rischio familiari o personali (ipertensione arteriosa, diabete mellito, malattie polmonari, ecc..), precedenti neoplasie nei consanguinei, altre patologie della mammella (malattia fibrocistica, mastite, ascessi, ecc.) e le alterazioni in relazione al ciclo mestruale (dolore, congestione e altre). Meritano attenzione anche i precedenti chirurgici sia a carico della mammella che del resto del corpo, il tipo di anestesia ricevuta, le eventuali abitudini dannose quali il tabagismo o l’alcolismo. In pratica interessa tutto ciĂČ che potrebbe presupporre qualunque tipo di problema nello svolgimento e nel risultato a breve e lungo termine dell’intervento chirurgico che si prospetta. Prima dell’intervento lo specialista scatterĂ  delle foto alla paziente in modo da poterle paragonare poi nel post-intervento al risultato finale ottenuto. Ricordiamo inoltre che Ăš necessario che la paziente firmi l’autorizzazione all’intervento (il consenso informato) naturalmente quando tutti i dubbi e le eventuali domande saranno stati chiariti esaustivamente da parte dello specialista. ________________________________________________________________________________________________ Addominoplastica Cambiamento della parete addominale con il passare del tempo Dall’adolescenza alla vecchiaia l’addome cambia il suo volume, la forma, il tono muscolare e le caratteristiche della pelle e del tessuto adiposo. Per ogni sesso ed ogni individuo l’influenza di fattori come la dieta, l’esercizio, la gravidanza, lo stimolo ormonale e altri, modificano in modo diverso tutti i componenti della parete addominale. Nell’addome giovane, troviamo una pelle di adeguata elasticitĂ , “generalmente” senza smagliature, con scarso pannicolo adiposo, distribuito in modo omogeneo e con un buon tono muscolare. Nell’addome maturo, la pelle perde le caratteristiche iniziali, diventa meno elastica, piĂč flaccida, appaiono facilmente le smagliature, il pannicolo adiposo aumenta a causa dell’influenza ormonale e la dieta, cambia non solo il volume, ma anche la distribuzione omogenea del grasso, con accumuli nella porzione infraombelicale, verso i fianchi e nella parte superiore, e appaiono i cosiddetti “cuscinetti”, o il “salvagente”. Il tono della parete muscolare si mantiene grazie alla pratica dell’esercizio fisico; la gravidanza e la sedentarietĂ  fanno sĂŹ che i muscoli subiscano uno stiramento ed atrofia (perdita di consistenza) e vadano incontro alla perdita di questo tono, dando luogo alla comparsa della flacciditĂ . L’addome diventa pendulo e molto mollo, cosa che si ripercuote direttamente sull’aspetto funzionale ed estetico. Nell’etĂ  matura, specialmente nella donna, il cessare della funzione ormonale produce un maggior deposito di tessuto grasso nella regione addominale, cosa che ne cambia ulteriormente la forma e il volume. Valutazione del paziente La prima visita dallo specialista consiste nel dialogo con il paziente e nell’esame fisico obbiettivo, in modo da evidenziare le aspettative sull’intervento e le proporzioni corporee di ogni singolo caso, come anche le caratteristiche della parete addominale. Il chirurgo plastico valuterĂ  tre aspetti fondamentali: la pelle, il tessuto grasso e la parete muscolare. Il paziente sarĂ  ampiamente informato sulle caratteristiche del suo addome, come elasticitĂ , flacciditĂ , spessore del pannicolo, presenza di smagliature, tipo di pelle, forma dell’ombelico (importantissima nella globalitĂ  dell’addome), presenza di accumuli di grasso in alcune zone. E ancora lo stato clinico della parete muscolare, la sua integritĂ , l’esistenza di ernie o la “separazione” dei muscoli retti dell’addome (diastasi muscolare). Questa prima vera e propria “ricognizione” permette di indicare il tipo di chirurgia piĂč idonea per ogni paziente e la necessitĂ  di utilizzare una eventuale tecnica addizionale (liposuzione, sutura e plicatura muscolare): • Trattamento della parte addominale solo con liposuzione: non esiste eccesso cutaneo, Ăš presente unicamente tessuto adiposo (grasso); la liposuzione permette di eliminarlo e di dare una forma estetica corretta alla parete dell’addome, senza cicatrici (2-3 mm al massimo,il foro di ingresso della cannulla) • Plastica addominale con piccola resezione di pelle e grasso “mini plastica addominale”: esiste eccesso di tessuto cutaneo nella parte bassa dell’addome. La tecnica permette la sua resezione e una cicatrice localizzata nella parte superiore del pube, generalmente non visibile (nascosta dagli slip) • Plastica addominale con ampia resezione cutanea e sutura muscolare: esiste un difetto nella parete muscolare che bisogna trattare, oltre ad un grande eccesso cutaneo e e massa grassa. La cicatrice si localizza sopra il pelo pubico (7-8 cm dal clitoride nelle donne, 7-8 cm dall’attaccatura del pene nell’uomo) e si estende verso le creste iliache (l’osso che si palpa sui fianchi); dopo aver asportato l’eccesso di cute e tessuti grasso, si sutura la parete muscolare e si realizza la liposuzione del grasso localizzato nella parte laterale e superiore dell’addome, in modo da scolpire l’addome. A tutti i pazienti viene redatta un’anamnesi clinica completa, questa apporta informazioni essenziali pre intervento. E’ importante conoscere l’esistenza di malattie come il diabete, l’ipertensione arteriosa, malattie di tipo polmonare, presenza di sovrappeso o obesitĂ  (L’ADDOMINOPLASTICA AIUTA E COMPENDIA UN CORRETTO REGIME ALIMENTARE) e tutte quelle patologie che per le loro caratteristiche potrebbero modificare il risultato dell’intervento o anche ostacolarlo, sia durante l’esecuzione che durante il post-operatorio, manifestandosi nel ritardo della guarigione, ad esempio. Fondamentale Ăš sapere se il paziente ha subito pregressi interventi alla parete addominale od agli organi in essa contenuti, poichĂš potrebbero esitare ernie, laparoceli (fuoriscita di visceri)o retrazioni cicatriziali che necessiterebbero di un’altra condotta operatoria. Il chirurgo plastico deve anche sapere se il paziente assume farmaci, cosĂŹ come i precedenti allergici a qualcuno di essi, per raccomandare, secondo necessitĂ , la sospensione dei derivati dell’acido acetilsalicilico (aspirina) e gli antiinfiammatori (FANS) perchĂ© questi alterano la coagulazione e facilitano il sanguinamento durante l’intervento o dopo . Alla fine della visita, si realizzano foto della zona su cui si interverrĂ  e, dopo aver chiarito tutti i dubbi o le domande che desidera formulare, si chiede al paziente di firmare un documento importante per le due parti coinvolte nell’intervento, ovvero il consenso informato. Analisi preoperatorie Si richiedono sempre: • Emocromo e analisi generali. Queste prove permettono di conoscere l’esistenza di alterazioni nel numero dei globuli rossi (anemia), di processi infettivi in atto o recenti, di alterazioni nella coagulazione, il gruppo sanguigno – fattore RH, i livelli normali di zucchero nel sangue (glicemia) e il funzionamento di vari organi, come il rene (creatinina), il fegato (transaminasi), ecc... • Elettrocardiogramma: per valutare la funzione cardiaca. Controindicazioni - Gravidanza - Patologia organica o mentale grave del paziente - Alterazione grave delle analisi del sangue - Controindicazioni da parte dell’équipe di anestesia - Si considera controindicazione relativa l’OBESITA’ ________________________________________________________________________________________________ Lifting facciale (chirurgia del viso) Alcuni appunti fondamentali sull’anatomia del viso e collo possono risultare utili per comprendere meglio la tecnica chirurgica nel lifting facciale, anche denominata ritidectomia. Le strutture sulle quali agiamo si differenziano in tessuti molli e tessuti duri (ossei). Le ossa del cranio e del viso proteggono strutture delicate, come il cervello, ghiandole e organi sensibili, che non sono l’obiettivo di questo capitolo, poichĂ© mai si accederĂ  ad essi durante la chirurgia di ringiovanimento facciale. Nel terzo superiore, le ossa del cranio e la fronte sono gli elementi principali, poichĂ© in questa zona i tessuti molli costituiscono uno strato sottile di muscolo, pelle e cuoio capelluto, con scarsa mobilitĂ . Nel viso, i tessuti molli acquisiscono molta piĂč importanza, lo stato superficiale (pelle) compie la sua funzione di barriera rispetto agli elementi esterni, come il vento, il sole, sostanze alle quali ci esponiamo ogni giorno che possono alterarne l’elasticitĂ . Al di sotto di essa, esiste uno strato di grasso che puĂČ variare di spessore secondo ciascun paziente. Generalmente nel viso lo spessore Ăš di pochi millimetri e l’accumulo Ă© piĂč marcato nella zona della mandibola e del mento, che costituisce quello che si conosce come “doppio mento”. Nei pazienti obesi questi accumuli di tessuto grasso possono essere maggiori. Infine arriviamo ad una zona che ci interessa moltissimo nella realizzazione di un lifting facciale che Ăš lo SMAS ovvero Superficial Muscle Aponeurotical System, cioĂš Sistema muscolo-aponeurotico superficiale. Lo SMAS Ăš costituito da una rete di fibre che ricoprono i muscoli che partecipano alla mimica del volto, in continuitĂ  con il sottile muscolo platisma del collo, che con l’invecchiamento e la gravitĂ  si va dislocando verso il basso. Nel lifting lo SMAS Ăš fondamentale, poichĂ© si basa il ringiovanimento del volto sul riposizionamento di questo strato che, per continuitĂ  e grazie alle aderenze che presenta con strati piĂč profondi, contribuirĂ  a modificare anche quest’ultimi, che non sono raggiungibili direttamente. Ma la conoscenza anatomica dello SMAS Ăš fondamentale per il chirurgo per una ulteriore questione basilare: i nervi deputati alla mobilitĂ  del viso, le ghiandole salivari, le vene, le arterie piĂč importanti ed i muscoli necessari per muovere simmetricamente la bocca si trovano al di sotto di questa lamina di tessuto. Da quanto appena detto si evince che se il chirurgo si mantiene ad un livello corretto dello SMAS, avrĂ  la certezza di eseguire un intervento perfetto, preservando tutti questi elementi fondamentali, tecnica che risulta semplice per uno specialista con alle spalle studi qualificati (che garantiscono una buona conoscenza dell’anatomia) ed esperienza maturata sul campo. L’accesso ai tessuti duri (ossei) si puĂČ realizzare nelle aree in cui vi Ăš certezza che non passino elementi sensibili e nobili (vasi e nervi). BenchĂ© nella realizzazione di una ritidectomia non si agisce frequentemente sull’osso, a volte Ăš raccomandabile qualche tecnica localizzata per migliorare il risultato estetico. Gli elementi ossei piĂč importanti per la forma del viso sono principalmente il margine dell’orbita nelle palpebre superiori, che in alcuni pazienti puĂČ apparire aumentato e dare la sensazione di occhi “infossati”, la zona dello zigomo, la zona della mandibola e del mento. In determinate zone esistono piccole fibre piĂč rigide che fissano i tessuti molli all’osso, formando un autentica struttura di sostegno. Con il tempo questi legamenti che si trovano nella zona degli zigomi, nella mandibola e nel collo andranno incontro a cedimenti che sono in parte responsabili del fenomeno della flacciditĂ  della pelle, del tessuto adiposo e dei muscoli di tale zona. Cambiamenti dell’anatomia durante l’invecchiamento BenchĂ© la cosa piĂč evidente con il passare degli anni sia la lassitĂ  della pelle, in realtĂ  questo non Ăš il fattore cruciale dell’invecchiamento del viso. La pelle Ăš unicamente trascinata dalle strutture piĂč profonde, che sono quelle che realmente subiscono uno scivolamento verso il basso per effetto della gravitĂ , la mimica facciale e il cedimento delle strutture di sostegno. Questi segni del passaggio del tempo cominciano a essere visibili verso i quarant’anni di vita, ma possono accelerarsi per fattori esterni o genetici. Nella zona frontale il muscolo si fa piĂč lasso e fa scendere la zona delle sopraccigilia, soprattutto la porzione piĂč laterale (coda del sopracciglio). Nel terzo medio del viso i cambiamenti sono piĂč evidenti ed iniziano con lo spostamento verso il basso del muscolo orbiclare che circonda l’occhio e del grasso zigomatico, questo fa sĂŹ che la zona malare resti piĂč vuota, a spese di un maggiore accumulo di tessuto adiposo nella guancia a livello inferiore. I solchi nasogeniani, che vanno dall’ala nasale alla commessura della bocca si accentuano a causa di questo grasso che vi si accumula sopra. Questo puĂČ succedere anche nel terzo inferiore del viso, dove gli accumuli di grasso possono arrivare a far perdere la definizione dell’angolo mandibolare. I cambiamenti nel muscolo platisma provocano la perdita dell’angolo del collo e la comparsa di una o due bande nella zona centrale del collo. BenchĂ© si puo avere la sensazione che tutti questi elementi vengano alterati perchĂ© scendono semplicemente verso il basso, un attento osservatore puĂČ differenziare i diversi vettori della caduta dei tessuti che, al contrario, non sono tutti verticali. Se nel processo di riposizionamento di queste strutture desideriamo un risultato estetico e anatomico, dobbiamo fare una sorta di marcia indietro nel tempo e per riuscirvi non sarebbe corretto sollevare semplicemente tutti questi tessuti in modo indiscriminato. Si deve riconoscere ogni zona, riposizionarla nella direzione corretta e con la giusta tensione. Soltanto cosĂŹ si otterrĂ  un ringiovanimento naturale. La prima visita La prima visita che si realizza nello studio Ăš veramente importante, in essa avviene il primo contatto tra specialista e paziente e la mutua percezione reciproca segnerĂ  in grande misura tutto il percorso. E’ il momento in cui il paziente esprime il problema che desidera risolvere, questo a volte non Ăš affatto facile, perchĂ© durante la prima visita non c’ù ancora la confidenza sufficiente con il medico e , parlare di un aspetto fisico che non piace puĂČ risultare difficile. L’invecchiamento generalmente Ăš un processo che si evidenzia in modo progressivo e notare i segni del tempo che stanno comparendo, senza trovare un modo efficace di evitarli, puĂČ causare preoccupazione in alcune persone. E’ importante nel momento in cui si Ăš seduti nello studio, davanti al medico, saper spiegare in modo chiaro quali sono i segni dell’etĂ  che si vogliono ridurre o eliminare. Guardando il paziente, lo specialista puĂČ riconoscere facilmente quali sono i cambiamenti che sono avvenuti sul suo volto e che desidererebbe migliorare. Molte volte, prima che il paziente gli presenti il problema, lo ha giĂ  riconosciuto, per cui la conversazione sicuramente sarĂ  uno scambio semplice di esperienze e consigli. Il chirurgo plastico dal primo momento in cui vede il paziente, non puĂČ evitare di osservarne da specialista il viso. Come se i suoi occhi fossero uno scanner analizza immediatamente le strutture piĂč profonde: caratteristiche delle ossa della fronte, zigomi, mascella, mento. Una buona struttura ossea facilita la tecnica, poichĂ© i tessuti si appoggeranno su una base piĂč solida. In seguito valuta la muscolatura che ricopre questo supporto osseoe, insieme alla muscolatura scende anche il grasso che la avvolge. Non serve a nulla “stirare” piĂč o meno la pelle, se non si trattano questi elementi piĂč profondi, che sono quelli che realmente si spostano e provocano la lassitĂ . CosĂŹ il grasso degli zigomi, che in gioventĂč Ăš ben fermo grazie ai legamenti malari, con l’invecchiamento si sposta verso il basso e provoca, da un lato, una diminuzione del volume degli zigomi stessi, a spese di un aumento del grasso sopra i solchi nasogeniani. Si osserva, allora, uno svuotamento della zona malare e un’accentuazione delle pieghe che dal naso circondano la bocca. Questo spostamento del grasso del viso, insieme all’aumento della lassitĂ  dei muscoli masseteri delle guance provocano alterazioni che preoccupano molto i pazienti che collimano nella perdita della linea della mandibola. Anche nella parte anteriore del collo puĂČ accumularsi del grasso e possono comparire delle bande verticali per i cambiamenti prodotti nel muscolo platisma. Si direbbe che il punto piĂč importante nella chirurgia del ringiovanimento sia ricollocare il grasso e il muscolo nella loro posizione originale. Di fatto, affinchĂ© i risultati di un lifting facciale siano ottimi, si deve parlare di un “riposizionamento anzichĂ© di uno stiramento. Se si agisce in questo modo si ottengono vari obiettivi fondamentali, tutti importantissimi. Primo, la naturalezza, accomodando il muscolo e il grasso in una localizzazione piĂč giovanile, si ottiene un ringiovanimento naturale e fisiologico. Secondo, applicando la forza sulle strutture profonde e non sulla pelle, si evitano problemi spiacevoli, come le tensioni sulle cicatrici che possono alterare la cicatrizzazione. Inoltre i punti fermi e profondi daranno al risultato una durata molto piĂč permanente. Lo specialista valuterĂ  accuratamente quanto Ăš danneggiata la pelle del paziente. Una pelle sottile generalmente ha bisogno di piĂč attenzioni e resiste peggio al passare del tempo. Se inoltre si Ăš preso molto sole, la pelle puĂČ apparire piĂč rugosa e macchiata. Il lifting ne migliorerĂ  la qualitĂ  ma sicuramente non potrĂ  far scomparire tutte queste alterazioni. Eliminare tutte le rughe “stirandola” presupporrebbe dover tenderla troppo e si correrebbe il rischio di influire sull’espressivitĂ , principalmente degli occhi e della bocca. In questi casi, con il lifting si tratta la lassitĂ  e si migliorano le rughe, ma senza dubbio saranno precisi trattamenti successivi come il laser o il peeling che lo completeranno, soprattutto a carico degli strati cutanei piĂč superficiali. Le pelli piĂč grasse solitamente hanno meno rughe. BenchĂ© le pieghe nasogeniane (dal naso alla bocca) e le pieghe della bocca (dalle commessure al mento) sono solitamente piĂč marcate, in questi pazienti possono non essere necessari trattamenti ancillari cutanei dopo l’intervento. Una volta che il dottore ha valutato i diversi strati che conformano il viso e ha pianificato come agire su ciascuno di essi, si focalizzerĂ  su zone concrete, che possono necessitare di un’azione specifica. Oltre al lifting facciale e cervicale puĂČ essere necessario eliminare pelle e borse delle palpebre e piallare i festoni che possono apparire sugli zigomi e che possono aumentare per la stanchezza e per ritenzione di liquidi. A volte le labbra si sono assottigliate e bisognerĂ  pensare a un riempimento con il grasso del paziente o con sostanze iniettate che devono sempre essere affidabili e autorizzate dall’Unione Europea. E’ importante che il paziente esprima al medico, chiaramente e senza timori, quali sono i punti che lo preoccupano in modo particolare, in tal modo saranno evidenti gli obbiettivi si Ăš riproposto di ottenere consultando lo specialista. PuĂČ essere che alcuni di questi obiettivi siano impossibili da raggiungere. Il lifting facciale Ăš una tecnica molto valida per guadagnare un aspetto piĂč giovanile, tuttavia bisogna ricordare che LA CHIRURGIA CORREGGE E RALLENTA IL TEMPO MA DI CERTO NON E’ MAGIA E NON FA MIRACOLI. Purtroppo non possiamo nemmeno far tornare la pelle dei venticinque o trent’anni, nĂ© far sparire tutte le rughe. Per questo Ăš cosĂŹ importante che si stabilisca una seria comunicazione fra lo specialista e i pazienti nella prima visita; perchĂ© con la spiegazione chiara e precisa del chirurgo i pazienti sappiano molto bene quali risultati possono ottenere,in che cosa consiste tutto il processo durante e dopo l’intervento. E’ molto importante che il dottore sia sicuro che il paziente abbia capito tutto il processo, perchĂ© la sua collaborazione sarĂ  fondamentale per ottenere il miglior risultato. Anche il paziente deve essere tranquillo e d’accordo con le spiegazioni dello specialista. Questo Ăš il momento in cui se non si Ăš d’accordo o non si ha ancora piena fiducia nel chirurgo Ăš meglio cercare una seconda opinione. ________________________________________________________________________________________________ La pelle e l’invecchiamento Trattamenti complementari La pelle protegge il nostro organismo dall’ambiente, da infezioni e sostanze tossiche, aiuta a mantenere la temperatura corporea ed Ăš responsabile del senso del tatto che contribusce alla nostra comunicazione con gli altri. La pelle Ăš formata da tre strati, ognuno con una funzione specifica. 1) Epidermide E’ lo strato piĂč esterno, sottile quanto la carta delle sigarette, costituisce lo strato protettivo della pelle e squama continuamente le sue cellule, che si formano nella sua parte piĂč profonda e vanno verso la superficie. Le cellule basali (profonde) dell’epidermide sono le produttrici di quelle nuove. L’epidermide contiene anche i melanociti, che sono le cellule che producono il pigmento chiamato melanina, responabile del colore della pelle. Questo pigmento ci protegge, in parte, dalle radiazioni solari. 2) Derma Il derma Ăš situato sotto l’epidermide e costituisce il 90% dello spessore della pelle, contiene una densa rete di proteine, collagene ed elastina in cui si situano i vasi sanguigni e linfatici, le terminazioni nervose, le ghiandole sebacee e sudoripare, i follicoli piliferi. La rete di collagene ed elastina fornisce alla pelle la sua elasticitĂ  e resistenza e le ghiandole mantengono la pelle morbida e con il grado di idratazione necessario. 3) Tessuto sottocutaneo E’ situato sotto epidermide e derma ed Ăš formato principalmente da tessuto adiposo o tessuto grasso. Questo strato agisce come isolante e protegge gli organi e i tessuti situati al disotto. Con gli anni la pelle si fa piĂč sottile, le ghiandole sebacee sono meno attive, si riduce la vascolarizzazione, si atrofizza il derma che diventa piĂč sottile e fragile. A questo si aggiungono un processo rinnovativo delle cellule basali dell’epidermide piĂč lento e processi di riparazione meno efficaci. Tutto ciĂČ contribuisce a conferire un aspetto invecchiato alla pelle con il passare degli anni. Fattori ambientali come l’eccessiva esposizione solare, il tabagismo, la cattiva alimentazione o la mancanza di riposo accelerano notevolmente i cambiamenti naturali della pelle. La pelle del volto Ăš la prima a subire l’azione dei raggi solari, poichĂ© sta perennemente allo scoperto. L’invecchiamento causato dal sole Ăš il cosiddetto fotoinvecchiamento, che aggrava i cambiamenti dell’invecchiamento normale nelle zone fotoesposte. I principali cambiamenti del fotoinvecchiamento sono le rughe cutanee, la pigmentazione alterata e la perdita di tono cutaneo. Esistono anche una serie di lesioni cutanee correlate con l’invecchiamento: • Macchie della pelle: sono le lesioni denominate efelidi semplici o efelidi senili. Appaiono come macchie piatte, di colore marrone o grigiastro che hanno la maggior parte delle persone a partire dai cinquant’anni. Possono essere di qualsiasi dimensione a compaiono soprattutto nelle parti che sono state maggiormente esposte al sole, come il viso, la scollatura e le mani; possono scurirsi ulteriormente per effetto della luce solare. Sono piĂč frequenti nelle persone con la pelle chiara. Queste macchioline non si trasformano in lesioni maligne e il loro trattamento risponde a ragioni estetiche. La prevenzione consiste nell’evitare l’esposizione solare. • Elastosi solare: l’esposizione per lunghi periodi all’irradiazione ultravioletta della luce solare lede le fibre di collagene e elastina e la pelle puĂČ sembrare piĂč vecchia di una decina di anni rispetto alla sue etĂ  cronologica. E’ piĂč frequente nelle pelli chiare. • Cheratosi seborroica: sono lesioni con aspetto di verruche piatte, giallognole, marroni e persino nere, che solitamente non sono maligne e si trattano a fini cosmetici per evitare il sanguinamento per sfioramento. • Teleangiectasie: sono le dilatazioni benigne dei vasi sanguigni, molto frequenti agli zigomi, sul naso e nel decoltĂš. Attualmente esistono una serie di trattamenti medico-chirurgici che ci possono aiutare a migliorare il nostro aspetto mediante procedimenti poco aggressivi e che vengono realizzati senza anestesia o con anestesia locale nello studio dello specialista. Trattamento di riempimento Quando una sostanza viene iniettata in una ruga, questa si riempie, lascia una pelle piĂč liscia in superficie e offre un aspetto giovanile e salutare. Fino a qualche anno fa sul mercato c’erano solo pochi prodotti di riempimento, attualmente l’offerta di questo tipo di materiali Ăš considerevle, per cui dobbiamo scegliere bene il tipo di sostanza da utilizzare secondo il difetto che abbiamo e i risultati che vogliamo conseguire. Indicazioni generali degli impianti - Rughe frontali e glabellari (spazio tra le sopracciglia) - Solchi nasogeniani - Solchi nasoiugali (rughe dell’amarezza) - Zampe di gallina - Correzione dell’ovale del volto - Aumento degli zigomi - Aumento-profilo delle labbra - Correzione di cicatrici depresse - Correzione di volume in pazienti con lipoatrofia Nel tentativo di sistematizzare i diversi prodotti si utilizza da tempo la seguente semplice classificazione: • Materiali biologici: • Grasso • Acido ialuronico • Materiali non biologici: • Acido polilattico La differenza fondamentale fra gli uni e gli altri Ăš il tempo che l’organismo impiega a riassorbirli, cioĂš a farli sparire. I materiali biologici sono totalmente riassorbibili e quelli non biologici no, fuorchĂ© l’acido polilattico che si riassorbe a lungo termine. I meccanismi d’azione sono vari, dalla mera ricollocazione della sostanza fondamentale, all’effetto di riempimento con reazione al corpo estraneo e fibrosi, alla stimolazione della formazione di collagene proprio. Caratteristiche principali di ogni materiale di riempimento : Autoinnesto di grasso o lipofilling Consiste nell’utilizzare il grasso dello stesso paziente come materiale di riempimento. Il grasso si estrae dalla zona donatrice mediante una sottile canula da liposuzione e dopo averlo centrifugato e filtrato, si inietta nella zona che si vuole riempire o aumentare. Questo procedimento ha il vantaggio che il proprio grasso non produce allergia e la tecnica chirurgica per ottenerlo Ăš relativamente semplice. L’inconveniente principale Ăš che Ăš difficile predire la sua durata poichĂ© c’ù gran differenza individuale fra i pazienti e in base alle zone da trattare. Il grasso che si impianta agisce come un innesto e vive nella zona dove l’abbiamo impiantato in un una percentuale variabile e poco prevedibile. E’ molto utile in casi di allergia ad altri materiali di impianto e per realizzare trattamenti di grandi volumi, come solchi nasogeniani molto profondi e atrofie facciali. Dopo il procedimento chirurgico, il paziente dovrĂ  sottoporsi a trattamenti antibiotici e antiinfiammatori. Acido ialuronico Oggi in commercio si trovano innumerevoli prodotti che contengono acido ialuronico. PerchĂ©? Questa sostanza Ăš in grado di svolgere una funzione fondamentale per la nostra pelle: ne mantiene l’idratazione, la turgiditĂ , la plasticitĂ , la viscositĂ  e pertanto la rende piĂč chiara e luminosa. A cosa si deve questo effetto? L’acido ialuronico, identificato nel 1938 da un certo Meyer, da parecchi anni Ăš oggetto di studi che ne hanno dimostrato la capacitĂ  di regolare il comportamento delle cellule, con effetti profondi sul metabolismo cellulare. Grazie alla estrema lunghezza della molecola e al suo alto grado di idratazione, i polimeri di acido ialuronico sono in grado di organizzarsi in una struttura reticolare che svolge due importanti funzioni. Da un lato crea un’impalcatura molecolare che mantiene la forma e il tono del tessuto, dall’altro fa da filtro per arginare l’entrata nel tessuto di sostanze esterne pericolose, come batteri, virus e altri agenti infettanti. Oggi sul tavolo degli scienziati c’ù lo sviluppo di tecniche ancora piĂč semplici e la combinazione dell’acido ialuronico con altre sostanze cosmeticamente utili potrebbe dare ottimi risultati, come si dice, il futuro Ăš ancora da venire. Attualmente l’acido ialuronico Ă© la sostanza piĂč utilizzata in chirurgia estetica, Ăš il materiale ideale , versatile e malleabile che, iniettato nel derma e nel tessuto sottocutaneo ha l’obiettivo di riempire una depressione o di aumentare i volumi. L’acido polilattico Il suo uso come impianto Ăš relativamente nuovo, benchĂ© si utilizzi da tempo per altri usi medici. Produce uno stimolo del collagene proprio, senza reazione da corpo estraneo, cosa che lo rende specialmente utile in certe zone del volto e per il trattamento della lipoatrofia facciale che si produce in pazienti in cura per HIV. Bisogna sempre tenere conto, data la grande quantitĂ  di prodotti disponibili, che non tutti sono indicati per tutto, per questo i dettagli particolari e tecnici di ogni prodotto richiedono una competenza specifica. Come in ogni atto medico Ăš fondamentale la valutazione del paziente, per scoprire malattie che contraindichino il trattamento, come le coagulopatie gravi, processi infettivi attivi, malattie autoimmuni, alterazioni della cicatrizzazione, malattie del collagene, gravidanza, allattamento o allergia a qualche componente del prodotto. In generale l’impianto del materiale di riempimento puĂČ essere realizzato nello studio del chirurgo plastico mediante anestesia locale e il paziente puĂČ riprendere immediatamente la sua vita normale. Gli effetti secondari, frequenti nella zona dell’iniezione, potrebbero essere l’infiammazione, l’arrossamento e piccoli ematomi transitori. PRESTATE SEMPRE ATTENZIONE AI FILLER PERMANENTI!!! I RISULTATI SE PESSIMI, RESTANO A VITA! E ANCHE SE IL RISULTATO FOSSE ECCELLENTE, EVENTUALI COMPLICANZE POSSONO COMPARIRE ANCHE A DISTANZA DI ANNI. Trattamento di riempimento delle labbra Le labbra sono associate dall’antichitĂ  alla sensualitĂ  e, sia per questo, sia per influenze della moda, le richieste per aumentare le dimensioni delle labbra sono molto frequenti, tanto nelle giovani come in persone di etĂ  piĂč avanzata. Mediante l’iniezione di alcuni dei materiali sopra citati possiamo far sĂŹ che il labbro resti piĂč definito e piĂč spesso ma non tutti i materiali di impianto che abbiamo visto in precedenza possono essere usati sulle labbra. La massima indicazione per definire le labbra Ăš l’utilizzo dell’acido jaluronico. La caratteristica piĂč importante che devono avere le labbra dopo l’aumento Ăš l’assoluta naturalitĂ , senza la presenza di protuberanze. Sfortunatamente Ăš frequente trovare labbra artificialmente aumentate che sembrano salsicce, in un tentativo di recuperare la gioventĂč perduta e per far sparire le rughette verticali del labbro superiore (codice a barre), gonfiando il labbro come se fosse un pallone. Trattamento delle rughe di espressione con tossina botulinica La tossina botulinica (BTX) prende il nome dal latino «botulus» che significa «salsiccia». Infatti, Ăš studiando le cause di un'intossicazione alimentare seguita ad un banchetto nuziale durante il quale furono consumate delle salsicce che, nel 1793, Justinius Kerner coniĂČ questo nome. Un secolo piĂč tardi, nel 1897, fu isolato il Clostridium botulinum, il batterio all'origine della tossina. Il Clostridium puĂČ svilupparsi in tutti gli alimenti mal conservati (verdure in scatola, pesce, fegato) e, in assenza di aria, produrre la BTX. Tra la fine degli anni Settanta ed inizio anni Ottanta si Ăš cominciato ad iniettare la BTX per correggere lo strabismo, grazie agli studi della meccanica della tossina, che causa una paralisi muscolare. Col tempo si sono aggiunte alle indicazioni una cinquantina di altre patologie (disturbi del movimento, sudorazione eccessiva, spasticitĂ ). Proprio dagli studi sullo strabismo, alcuni oculisti hanno notato che l’iniezione della tossina botulinica causava uno stiramento delle rughe periorbitarie e da li nĂ© seguĂŹ l’utilizzo a fini estetici. L’effetto della tossina produce un blando indebolimento dei muscoli trattati, per cui si ottiene un importante miglioramento delle rughe della fronte, dello spazio tra le sopracciglia e delle zampe di gallina. Gli effetti del trattamento durano da 5 a 6 mesi e possono essere ripetuti. Si puĂČ utilizzare come trattamento unico o combinato con altre tecniche chirurgiche come la blefaroplastica o il lifting facciale. Il trattamento non necessita di nessun tipo di anestesia e consiste nell’iniezione del prodotto mediante un ago molto sottile nei gruppi muscolari che si intende trattare. Il paziente puĂČ tornare immediatamente alle sue attivitĂ . Gli effetti cominciano a manifestarsi dopo tre giorni e il rilassamento muscolare produce la scomparsa delle rughe che sono state trattate. Gli effetti secondari e le controindicazioni sono minimi nelle mani di personale medico qualificato e con conoscenze dell’anatomia della zona che viene trattata, nozione indispensabile per garantire il successo del trattamento e minimizzarne i rischi. La soddisfazione dei pazienti Ăš molto grande, viene valutata molto positivamente la relativa semplicitĂ  della tecnica rispetto agli ottimi risultati ottenuti.

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CLINICA OCULISTICA LUGANO

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Cosa facciamo L’oftalmologia d’oggi permette di effettuare quasi tutti i chiarimenti ed i trattamenti in modo ambulatoriale; per questo motivo siamo presenti dal1987 come clinica oculistica diurna a Lugano. Le nostre attivitĂ  ed i nostri servizi: » Diagnostica oftalmologica generale » Chirurgia di cataratta » Terapia e chirurgia del glaucoma » Trattamenti per problemi retinali » Chirurgia plastica della palpebra e delle vie lacrimali » Oftalmologia per bambini » Diagnostica e terapia ortottica » Chirurgia rifrattiva » Trattamento con laser di eccimeri • » Femtolaser • » Femtocataratta • » Cataratta con laser • » Lensar laser • » Femto Consigliamo un controllo dal medico oculista » A bambini tra il secondo ed il quarto anno d’etĂ  » regolarmente a bambini ed adolescenti con problemi agli occhi o di vista » Regolarmente ad adulti con problemi agli occhi o di vista » Regolarmente a pazienti con problemi internistici come diabete, ipertensione e malattie reumatiche come pure sotto terapie medicamentose specifiche » Ad adulti dopo il quarantesimo anno d’etĂ  con intervalli da 1 a 2 anni L’oftalmochirurgia permette di » Sostituire un cristallino opaco con un cristallino artificiale in caso di cataratta » Ridurre la pressione intraoculare in caso di glaucoma » Ridurre i difetti visivi come alternativa ad occhiali da vista o lenti a contatto (laser di eccimeri) » Ricostruire la palpebra mediante la chirurgia plastica in seguito ad incidenti, tumori o per ragioni estetiche Con il laser d’eccimeri si possono ottenere buoni risultati per » La miopia fino a 10 diottrie » L’ipermetropia fino a 6 diottrie » L’astigmatismo » La presbiopia nello stato iniziale e medio in combinazione con miopia, ipermetropia ed astigmatismo La correzione completa non Ăš garantita. Indipendentemente da questo fatto, la maggior parte dei pazienti con una correzione incompleta sono soddisfatti per il loro fabbisogno quotidiano, senza la necessitĂ  di correzioni supplementari.

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Ophthalmology‱Ophthalmic surgery‱Clinic‱Hospital‱Eye center‱Ophthalmic clinics‱Laser‱Doctors
Riva Antonio Caccia 1b, 6900 Lugano
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Cosa facciamo L’oftalmologia d’oggi permette di effettuare quasi tutti i chiarimenti ed i trattamenti in modo ambulatoriale; per questo motivo siamo presenti dal1987 come clinica oculistica diurna a Lugano. Le nostre attivitĂ  ed i nostri servizi: » Diagnostica oftalmologica generale » Chirurgia di cataratta » Terapia e chirurgia del glaucoma » Trattamenti per problemi retinali » Chirurgia plastica della palpebra e delle vie lacrimali » Oftalmologia per bambini » Diagnostica e terapia ortottica » Chirurgia rifrattiva » Trattamento con laser di eccimeri • » Femtolaser • » Femtocataratta • » Cataratta con laser • » Lensar laser • » Femto Consigliamo un controllo dal medico oculista » A bambini tra il secondo ed il quarto anno d’etĂ  » regolarmente a bambini ed adolescenti con problemi agli occhi o di vista » Regolarmente ad adulti con problemi agli occhi o di vista » Regolarmente a pazienti con problemi internistici come diabete, ipertensione e malattie reumatiche come pure sotto terapie medicamentose specifiche » Ad adulti dopo il quarantesimo anno d’etĂ  con intervalli da 1 a 2 anni L’oftalmochirurgia permette di » Sostituire un cristallino opaco con un cristallino artificiale in caso di cataratta » Ridurre la pressione intraoculare in caso di glaucoma » Ridurre i difetti visivi come alternativa ad occhiali da vista o lenti a contatto (laser di eccimeri) » Ricostruire la palpebra mediante la chirurgia plastica in seguito ad incidenti, tumori o per ragioni estetiche Con il laser d’eccimeri si possono ottenere buoni risultati per » La miopia fino a 10 diottrie » L’ipermetropia fino a 6 diottrie » L’astigmatismo » La presbiopia nello stato iniziale e medio in combinazione con miopia, ipermetropia ed astigmatismo La correzione completa non Ăš garantita. Indipendentemente da questo fatto, la maggior parte dei pazienti con una correzione incompleta sono soddisfatti per il loro fabbisogno quotidiano, senza la necessitĂ  di correzioni supplementari.

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Decus Clinic Swiss

Decus Clinic Swiss

Via Nassa 7, 6900 Lugano

La chirurgia estetica C’ù una certa tendenza a giudicare con superficialitĂ  e mancanza di informazione la persona che decide di sottoporsi a un trattamento di chirurgia estetica, mentre si accetta senza nessuna riserva la spesa approssimativa di un miliardo di euro l’anno nell’industria cosmetica e nella moda. Si Ăš soliti cambiare i capelli, le creme, i profumi e l’unica differenza con la chirurgia estetica Ă© che quest’ultima puĂČ rendere permanente un cambiamento che spesso risulta solo appena abbozzato dopo molte ore di lavoro di fronte allo specchio. Fortunatamente questo atteggiamento negativo va scomparendo, ma a cosa si deve questa conquista? Oggi la chirurgia estetica si Ăš democratizzata, entrando a far parte del ceto medio lĂ  dove si colloca il maggior numero di persone che ne hanno necessitĂ  inoltre, grazie alla medicina sociale che ha lo scopo di migliorare la qualitĂ  della vita delle persone della terza etĂ , si assiste sempre piĂč ad un allungamento della vita che rende quasi inevitabile ad un certo punto il presentarsi di uno squilibrio tra come ci vediamo e come ci sentiamo o agiamo. L’aumento della richiesta di interventi per attenuare le tracce dell’invecchiamento, o i suoi segni prematuri, ha innalzato moltissimo il numero delle visite al chirurgo plastico; le persone abitualmente richiedono un miglioramento del loro aspetto, peggiorato talora dallo stress o dalla mancanza di esercizio, che puĂČ evidenziarsi con un eccessivo rilasciamento del viso, con borse sotto gli occhi, con eccesso di pelle sulle palpebre o ancora con alterazioni del contorno corporeo come seni cadenti, addome flaccido, eccesso di peso... Le visite dal chirurgo plastico sono aumentate considerevolmente negli ultimi anni, del 75% circa e conseguentemente sono incrementate le operazioni sui profili e contorni corporei (naso, mento, ipomastia, lipodistrofia) in persone di tutte le etĂ , che in passato si nascondevano o infagottavano per nascondere i propri difetti sperando di ottenere una maggiore accettazione da parte degli altri. Se proviamo a suddividere gli interventi chirurgici in base alle fasce d’etĂ  ci ritroviamo a definire tre gruppi distinti: • I giovani Che solitamente a partire dai sedici o diciassette anni, per motivi di insoddisfazione personale che arrivano ad alterare la vita di relazione o la valutazione della propria immagine, convogliano tutti i loro problemi in un naso grande, deforme o semplicemente “diverso” oppure in un seno piuttosto grande, ipertrofico, che limita il loro modo di vivere facendoli vergognare quando praticano uno sport, che li obbliga a vestirsi comodamente, che arriva a dare loro problemi sessuali o anche fastidi alla schiena, o al contrario nella carenza di seno che li spinge a cercare continuamente nuovi modi per sentirsi sempre piĂč grandi, sempre piĂč donne. • Gli adulti Donne con problemi post gravidanza: seni cadenti, addome cascante con o senza devastazione della muscolatura addominale, cumuli di grasso antiestetici sui fianchi, sul giro vita, sulle cosce; o uomini, che si ritrovano a combattere la comparsa di segni di stanchezza o gli accumuli di peso localizzati, generalmente dovuti a una vita sedentaria, alla mancanza di esercizio e al troppo stress lavorativo. • La cosiddetta terza etĂ  (e quanto Ăš difficile per qualsiasi professionista dire quando comincia questa “terza età”!) In cui si instaura una chiara lotta contro i segni dell’invecchiamento presenti su viso (borse, rilasciamento del volto, collo), seno, addome, che frequentemente sono la causa di alcune domande come: Sto bene? Se ho un buon lavoro e sono in un momento di grande produzione mentale, perchĂ© mi vedo cosĂŹ? Tutto porta sempre alla stessa domanda: perchĂ© non si accetta la propria immagine? PerchĂ© non si accetta l’invecchiamento con dignitĂ ? PerchĂ© non si accetta quel naso grosso? E’ la sua personalitĂ ? PerchĂ© si opera? E’ molto facile giudicare gli altri e molte volte Ăš una difesa del proprio io. Se io non oso 
, se io non posso 
, se non me lo permettono 
. PerchĂ© l’altro sĂŹ? Magari tutti i problemi che abbiamo nella vita potessero risolversi nel modo in cui lo fa la chirurgia estetica! Quello che la chirurgia estetica ricerca Ăš la normalitĂ , l’equilibrio nei risultati senza che i cambiamenti siano visibili o strani, per aiutare una persona a raggiungere qualcosa di cosĂŹ facile e cosĂŹ difficile al tempo stesso: il vivere in armonia con il proprio corpo e con la propria immagine. Prendere la decisione La decisione di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica Ăš assolutamente personale, non deve mai essere presa nĂ© da familiari, nĂ© da amici (per quanto essi possano essere ben intenzionati), talvolta la persona che decide di operarsi deve affrontare l’incomprensione o addirittura la proibizione di genitori, mariti, mogli o amici, ma bisogna far capire loro che presto o tardi se il paziente Ăš convinto di ciĂČ che vuole, prenderĂ  la sua decisione, anche se gli altri non concordano. Naturalmente Ăš vero anche il contrario, i genitori, gli amici o il coniuge devono sapere che se il paziente non vuole o non Ăš convinto di avere o di doversi correggere un difetto estetico non Ăš corretto fargli pressione. Qualsiasi persona che intende sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica puĂČ chiedere consiglio, ma una volta presa la decisione, sia positiva che negativa, l’appoggio dei familiari e degli amici svolge un ruolo molto importante sia nel pre che nel postoperatorio. Qual Ăš il miglior consiglio che si puĂČ dare a una persona che ha giĂ  preso questa decisione? Prima di tutto che si informi bene, fino alla nausea, dei pro e dei contro di un intervento chirurgico. Si dovrĂ  considerare, per prima cosa, a chi rivolgersi. Non deve esserci nessun dubbio: la specialitĂ  di chirurgia plastica ricostruttiva e estetica Ăš riconosciuta dall’Unione Europea. E’ facile consultare o ottenere la lista dei chirurghi plastici di una cittĂ  o di un Paese per mezzo degli Ordini dei Medici o dell’Associazione dei Chirurghi Estetici. A partire da tale lista, con il consiglio del medico curante o di alcuni conoscenti che abbiano giĂ  affrontato un’operazione, si troverĂ  la scelta migliore. Ma fate attenzione! C’ù molta pubblicitĂ  ingannevole ed Ăš bene ricordare che nessuno regala niente e che il tempo di qualsiasi professionista ha un prezzo. La chirurgia estetica non Ăš miracolosa e il professionista vi spiegherĂ  bene quali sono i risultati che vi potete aspettare, quali sono i tempi per il recupero e quali sono i rischi collegati all’intervento. Fissate un appuntamento ed esponete il problema che vi ha indotto alla decisione, se la relazione medico-paziente Ăš positiva esistono molte possibilitĂ  di intesa e il professionista vi informerĂ  con una corretta esposizione i vantaggi e i rischi dell’intervento a cui volete sottoporvi. Se la spiegazione dello specialista non risulta soddisfacente Ăš consigliabile vederne altri, fino ad incontrare il professionista adeguato, in grado di soddisfare il paziente tanto nelle spiegazioni quanto nelle cose piĂč importanti e delicate come il suo benessere psicologico. Un buon medico Ăš colui che Ăš in grado, una volta individuati i problemi estetici del paziente di indicarne le possibili soluzioni e di valutare onestamente le garanzie di successo dell’intervento in base alla severitĂ  del problema stesso. Non bisogna avere alcuna vergogna di chiedere assolutamente tutto, persino quelle domande che sembrano ridicole, o vedere tutti gli specialisti che si ritiene opportuno, questo Ăš ciĂČ che gli americani chiamano lo shopping lifting, ovvero cercare fino a trovare ciĂČ che soddisfa pienamente la persona secondo le sue necessitĂ . Quali sono i rischi? La cosa piĂč importante Ăš ottenere la maggior precisione possibile sul risultato che si puĂČ conseguire, il chirurgo plastico non Ăš un mago che puĂČ cambiare la vita di nessuno. Si puĂČ, grazie ad un buon risultato estetico, aumentare l’autostima di quel paziente, specialmente rispetto al suo ambiente familiare e sociale, ma mai cambiargli la vita o trasformarlo fisicamente o psicologicamente in un’altra persona. Lo specialista dovrĂ  spiegare la tecnica chirurgica che impiegherĂ  con parole semplici e in modo chiaro fino a quando non resterĂ  alcun dubbio, in seguito dovrĂ  dedicarsi ai limiti della stessa sottolineando dove rimangono le cicatrici (precisando che si nascondono, non si cancellano, migliorano molto con il tempo ma non scompaiono) e spiegando accuratamente cosa ci si aspetta nel postoperatorio. Dobbiamo pensare che la chirurgia, sia essa grande o piccola, Ăš sempre un atto aggressivo per il corpo umano, questo puĂČ produrre ematomi e processi infiammatori che possono durare piĂč o meno tempo, puĂČ esserci dolore, piĂč o meno controllato o altre complicazioni. E’ altresĂŹ importante decidere insieme allo specialista il tipo di anestesia che si utilizzerĂ  durante l’operazione, chi sarĂ  l’anestesista e il luogo dove si eseguirĂ  l’intervento. L’anestesia Ăš uno dei campi della medicina che evolve con maggiore celeritĂ , continuamente alla ricerca di una maggiore sicurezza, si anestetizzano dai neonati con poche ore di vita agli anziani, ma di fatto, qualunque sia il tipo di anestesia (generale, periferica, sedazione, locale) non esiste mai la sicurezza assoluta. Da questo si evince l’importanza che hanno la partecipazione di uno specialista in anestesia e la realizzazione dell’intervento in un centro che abbia tutti i requisiti di sicurezza della medicina attuale. ____________________________________________________________________________________ Rinoplastica (Chirurgia del naso) E’ dedicata a quel paziente che non Ăš a suo agio con le dimensioni o la forma del suo naso e ne desidera una correzione estetica, quest’ultima si definisce rinoplastica e rappresenta l’intervento piĂč frequente fra quelli di chirurgia estetica e, anche se non sembra, Ăš quello piĂč complesso dal punto di vista tecnico. Candidati e candidate per l’intervento Il naso raramente Ăš causa di problemi nella prima adolescenza e la ragione sta nel fatto che non inizia a svilupparsi veramente fino ai dodici o quattordici anni, ecco perchĂ© abitualmente il momento in cui si pensa ad una rinoplastica non arriva fino ai diciassette o diciotto anni. Oggigiorno piccoli difetti possono creare grandi problemi, non solo per il maggior o minor grado di coinvolgimento personale, ma perchĂ© possono alterare o privare di equilibrio tutta l’ immagine del viso, la sua estetica. Non possiamo negare che nella maggioranza delle professioni il primo contatto Ăš costituito dalla propria immagine, di conseguenza capiamo perchĂ© di giorno in giorno aumenta il numero di persone che ricorrono allo specialista per questo tipo di problema. Migliorare l’immagine esteriore di una persona contribuirĂ  ad aumentarne l’autostima e, di conseguenza, la disinvoltura nelle relazioni con gli altri e una maggiore intraprendenza. La visita Lo specialista in questo tipo di chirurgia deve valutare molteplici elementi. Il primo e piĂč importante Ăš informare il paziente: localizzare quello che per lui Ăš il maggior difetto, qual Ăš il suo desiderio di miglioramento e quali speranze e aspettative ripone nel risultato. Se ci sono dubbi o se per il paziente Ăš difficile spiegarsi, il chirurgo puĂČ avvalersi dell’aiuto di foto pre e post operatorie di altri pazienti (naturalmente sempre conservando l’assoluto rispetto della privacy) per mostrare come potrebbe essere il risultato. Dopo aver ascoltato e osservato attentamente il paziente, il medico effettuerĂ  un’opportuna esplorazione della struttura cutanea, ossea e cartilaginea della piramide nasale e valuterĂ  la sua funzionalitĂ  (come respira). Oggigiorno la rinoplastica si focalizza su un doppio risultato: estetico e funzionale. E’ necessario che il naso abbia un bell’aspetto ma anche che funzioni perfettamente. A partire da questo momento il medico spiegherĂ  al paziente quali sono le possibili soluzioni del suo caso, o piĂč precisamente che cosa puĂČ fare per avvicinarsi al massimo del risultato desiderato. InizierĂ  spiegando la tecnica che eseguirĂ , il cui principale obiettivo sarĂ  quello di ottenere un naso “normale e soprattutto naturale” e mai un naso che si noti “operato” . E’ necessario utilizzare disegni, schemi, fotografie, che aiutino una maggiore comprensione o che permettano una proiezione del risultato, spiegare i pro e i contro dell’intervento, le caratteristiche del postoperatorio, i controlli futuri necessari. L’utilizzo del computer per disegnare o pianificare Ăš sicuramente un enorme vantaggio ed un ottimo strumento per il chirurgo ma soprattutto per il paziente, che potrĂ  cosĂŹ rendersi conto delle modifiche “per il momento solo virtuali” del suo naso e del suo profilo. E’ bene specificare che nella riuscita di una rinoplastica intervengono molti fattori come ad esempio la qualitĂ  dei tessuti o il maggior o minor grado di deformitĂ  e tutti quanti influiranno sul risultato, per questo Ăš necessario spiegare tutto il piĂč chiaramente possibile. Se questo non Ăš sufficiente bisognerĂ  ripetere la visita piĂč volte affinchĂ© non ci siano dubbi sul risultato che si potrĂ  ottenere, se tali problematiche persistono o se il paziente risulta ancora indeciso o se ha false aspettative la cosa migliore sarĂ  sospendere o rimandare l’intervento. E’ troppo importante l’immagine che un naso puĂČ dare a un volto per commettere l’errore di effettuare un intervento, sia pur eccellente, con il rischio che non sia gradito dal paziente o che sia giugicato non adatto al proprio viso. L’intervento Si possono usare tre tipi di anestesia nell’intervento di rinoplastica: l’anestesia locale, quella locale con sedazione o l’anestesia generale. Il miglior consiglio che si puĂČ dare Ăš utilizzare sempre la tecnica anestesiologica piĂč comoda per il chirurgo, dato che ciĂČ andrĂ  a favore del risultato estetico che cerca di conseguire. Bisogna tenere presente che qualsiasi tipo di anestesia costituisce sempre un fattore di rischio, pertanto la cosa piĂč importante Ăš chi, come e dove si realizza. Anatomicamente esistono quattro zone o aree da trattare: • il dorso nasale che si puĂČ ridurre, aumentare o restringere • la punta del naso che si puĂČ rimodellare • le cartilagini alari, che daranno l’opportuna proiezione della punta e che sono un punto saliente della definizione estetica • il setto nasale che viene corretto essenzialmente per migliorare la funzionalitĂ  respiratoria La rinoplastica puĂČ essere realizzata in forma chiusa o aperta, questo significa che secondo il caso, l’abilitĂ , l’esperienza e la formazione del chirurgo plastico, l’intervento viene realizzato all’interno delle fosse nasali o al di fuori di esse. Nella tecnica aperta si pratica un piccolo taglio invisibile nella columella, si alza tutta la copertura cutanea e, una volta messe in vista tutte le strutture, vi si realizzano le modifiche. Il paziente esce dalla sala operatoria con una piccola medicazione di plastica sul dorso del naso che verrĂ  rimossa al sesto giorno. Talvolta vengono utilizzati tamponi endonasali che saranno rimossi in 24-48 ore. L’unico inconveniente sarĂ  respirare per qualche giorno con la bocca, sensazione che sarĂ  molto simile a quello che si prova quando si Ăš costipati dal catarro. Un altro piccolo inconveniente potrebbe essere una maggiore o minore infiammazione degli occhi, che puĂČ durare fino a una settimana, dovuta alla necessitĂ  di dover praticare delle piccole fratture ai lati del naso per stringerne il profilo. Dopo l’intervento – che abbiamo cercato di chiarire nel modo piĂč semplice possibile, senza entrare in grandi tecnicismi – quando il chirurgo rimuoverĂ  le medicazioni, sarĂ  suo compito dare appoggio psicologico al paziente dato che la correzione di deformitĂ  nasali importanti darĂ  un cambiamento di immagine altrettanto grande e radicale. Il paziente dovrĂ  far entrare questo “naso nuovo” nel suo schema mentale corporeo, pertanto l’appoggio psicologico Ăš lo stesso di cui ha bisogno qualunque paziente in qualsiasi intervento di chirurgia ricostruttiva durante il processo post-operatorio. Gli edemi e le ecchimosi saranno controllati nelle settimane e nei mesi successivi e dopo un paio di settimane circa il paziente potrĂ  tornare al lavoro. Quanto allo sport Ăš raccomandabile praticarlo dopo almeno un mese, si dovrĂ  evitare anche l’esposizione prolungata al sole o qualsiasi altro elemento che possa mettere a rischio il successo dell’intervento. Se tutto va per il meglio, dopo circa sei mesi il chirurgo darĂ  per concluso il suo lavoro. ________________________________________________________________________________________________ Mentoplastica (chirurgia del mento) Esiste un gruppo di pazienti in cui la rinoplastica puĂČ non essere sufficiente per ottenere una linea del profilo armonica poichĂ© il mento risulta troppo arretrato. Questo potrebbe presupporre una riduzione nasale molto marcata per uguagliare la linea del mento, ma Ăš una concezione sbagliata. l’ideale in questi casi Ăš studiare molto bene il profilo del paziente: la proiezione della punta del naso deve essere lievemente piĂč avanti di quella del mento e se questo Ăš molto indietro, nel piano operatorio bisognerĂ  prevedere la collocazione o di una protesi nel mento o di tessuto adiposo (lipofilling). Si tratta di un intervento relativamente semplice che si realizza approfittando dell’anestesia generale durante la rinoplastica, mentre nei casi in cui Ăš necessario unicamente aumentare il mento senza toccare il naso sarĂ  sufficiente un’anestesia locale con sedazione. All’interno della bocca, dietro il labbro inferiore, si fanno due incisioni laterali di circa due o tre centimetri, da qui si va a contatto dell’osso. Le protesi sono di silicone. Si tratta di un materiale solido ma allo stesso tempo flessibile e malleabile quindi il chirurgo puĂČ modellarlo durante l’intervento per renderlo il piĂč fedele possibile alla forma desiderata. Dopo aver chiuso le incisioni mediante punti di sutura riassorbibili generalmente si prescrivono antibiotici e antinfiammatori per una settimana. Trascorso questo tempo benchĂ© possa persistere un po’ di infiammazione, il paziente generalmente ha un aspetto normale che gli permette di realizzare le sue attivitĂ  abituali senza problemi. ________________________________________________________________________________________________ Otoplastica (chirurgia delle orecchie) Le “orecchie a sventola” sono un problema che non va sottovalutato, possono averle bambini, donne, uomini, adulti e persino anziani, che perdendo i capelli vedono in tutta la loro invadenza queste due “palette” ai lati del capo. Ci fanno sorridere le orecchie dei conigli, ci fanno tenerezza le orecchie grandi dei cani da caccia e quelle puntute dei gatti, sembra che la natura abbia fatto uno scherzo all’uomo affibbiandogli delle orecchie fatte in questa maniera. Ce ne sono di grandi, sporgenti, lunghe, larghe, attaccate al viso dalla parte del lobo e staccate sulla punta e ogni altra stranezza che possa venirci in mente. Purtroppo talvolta sono ingombranti e quasi ridicole. E ci stanno proprio ai due lati del viso, non ci salviamo dalla loro presenza perchĂ© sono sempre ben visibili. Possono abbruttire un bel viso, peggiorare un viso interessante, attirare l’attenzione piĂč di ogni altra cosa al primo sguardo. Prima visita Dopo opportuna anamnesi si colloca il paziente davanti a uno specchio e con la semplice manovra di piegare o unire le orecchie verso la testa, si chiede a lui quello che realmente desidera. Non Ăš una visita in cui esistano molti dubbi sul trattamento da seguire. La spiegazione del chirurgo riguarderĂ  il tipo di intervento che si deve realizzare, a che etĂ , con quale anestesia, i giorni di ricovero e le caratteristiche del post-operatorio come qualsiasi altro tipo di intervento chirurgico estetico. L’intervento si realizza negli adulti in anestesia locale, nei bambini in anestesia generale (Ăš molto difficile chiedere a un bambino di resistere una o due ore in anestesia locale). Prima dell’intervento il chirurgo disegna dove deve essere collocata la futura plica dell’antelice poi, realizzando un’incisione nascosta nella parte posteriore dell’orecchio, tratta la cartilagine con alcuni punti di sutura che creeranno una nuova plica affinchĂ© l’antelice si pieghi all’indietro. Una volta suturata l’incisione si copre con un bendaggio, come un turbante. E’ importante eseguire una visita di controllo il giorno dopo l’intervento, in modo da controllare eventuali ematomi, dolori, febbre, segni d’infezione, ecc.. L’orecchio Ăš una struttura anatomica composta totalmente da cartilagine e pelle ed Ăš molto sensibile a qualsiasi manipolazione o sanguinamento ed Ăš per questo motivo che il paziente non riuscirĂ  a dormire poggiando le orecchie sul cuscino. E’ necessario fare accuratamente le medicazioni della ferita e dopo circa 3 giorni posizionare una fascia larga da capelli (o da sci, da tennis, ecc..). L’importante Ăš mantenere protette le orecchie e che il paziente le senta tali ancora per almeno una settimana, fino a quando avranno recuperato il loro colorito normale, con il diminuire dell’infiammazione e lo stabilizzarsi dei risultati. E’ possibile lavare la testa a partire dalla prima settimana. Complicazioni : Asimmetria A parte l’anestesia e la tecnica chirurgica (logicamente il monitoraggio post-operatorio Ăš lo stesso che per qualsiasi altro intervento chirurgico) Ăš necessario spiegare e mostrare al paziente che l’asimmetria che esiste fra le due orecchie Ăš presente normalmente in tutto l’organismo e in tutti gli individui. Nel corpo umano tutte le cose pari sono piĂč o meno asimmetriche (gli occhi, le mammelle, ecc..) in base a forma, dimensioni e localizzazione, la normale asimmetria viene misconosciuta quando le orecchie sono staccate dalla testa ed enfatizzata quando queste sono in posizione normale. Bisogna informare il paziente che la simmetria completa Ăš praticamente impossibile. Punti C’ù la possibilitĂ  che qualcuno dei punti che si posizionano nella zona retroauricolare venga rigettato dopo alcuni mesi o anche anni. Talvolta si rende necessario un piccolo re-intervento per recuperare la forma corretta che, con il “saltare” del punto potrebbe perdersi. Cicatrici Le cicatrici retroauricolari possono dare origine ad un cheloide (una cicatrice ipertrofica grossa, rossa, a volte dolorosa), quando questo si verifica si dovrebbe resecarlo con opportuno trattamento. ________________________________________________________________________________________________ Mastoplastica additiva Valutazione della paziente La valutazione della paziente inizia con il primo colloquio, lo specialista prima dialogherĂ  con lei, poi effettuerĂ  un accurato esame fisico al termine del quale la paziente specificherĂ  quali sono i suoi desideri e le sue aspettative. Il chirurgo cercherĂ  di spiegare nel modo piĂč chiaro e semplice possibile le varie tappe dell’intervento, in cosa consisterĂ  il pre e il post-operatorio e risponderĂ  in maniera esaustiva a tutte le domande che la paziente porrĂ  nel corso della visita. Un’anamnesi completa e accurata permetterĂ  di evidenziare eventuali fattori di rischio familiari o personali (ipertensione arteriosa, diabete mellito, malattie polmonari, ecc..) Ăš importante indagare l’esistenza di precedenti di neoplasia nei consanguinei o altre patologie della mammella e tutte quelle condizioni che possono modificare fisiologicamente il seno come la gravidanza e le alterazioni connesse al ciclo mestruale (congestione, dolore, ecc..). Meritano attenzione anche i precedenti chirurgici sia a carico della mammella che del resto del corpo, il tipo di anestesia ricevuta, le eventuali abitudini dannose quali il tabagismo o l’alcolismo, in pratica interessa tutto ciĂČ che potrebbe presupporre qualunque tipo di problema nello svolgimento e nel risultato a breve e lungo termine dell’intervento chirurgico che si prospetta. E’ della massima importanza mettere a conoscenza l’intera equipe medica di qualsiasi tipo di allergia a medicinali e se vi Ăš l’assunzione quotidiana di qualunque tipo di farmaco. Tutte queste informazioni permettono al chirurgo plastico, insieme alla paziente, di ricercare, a seconda di ogni caso, il tipo di intervento da realizzare, decidere il volume e la forma della protesi (rotonda o anatomica) e il contenuto della stessa (siero fisiologico, gel di silicone, idrogel). Inoltre si sceglierĂ  la localizzazione dell’incisione chirurgica che si praticherĂ  (periareolare, inframammaria, ascellare, ombelicale). Gli ultimi due casi, ascellare e ombelicale fanno parte di tecniche con dei limiti propri, rispetto alla “via” che utilizzano e per l’uso esclusivo di un tipo di protesi (siero fisiologico), oltre ad avere maggiore probabilitĂ  di complicanze secondarie. La localizzazione anatomica della protesi potrĂ  essere sottoghiadolare o sottomuscolare. E’ fondamentale conoscere i pro e i contro del tipo di intervento prospettato e, in ogni caso, gli eventuali limiti della paziente (dimensioni e forma del torace, taglia, tipo di pelle, forma e volume della mammella esistente, ecc..). Prima dell’intervento lo specialista scatterĂ  delle foto alla paziente in modo da poterle paragonare poi nel post-intervento al risultato finale ottenuto. Ricordiamo inoltre che Ăš necessario che la paziente firmi l’autorizzazione all’intervento (il consenso informato) naturalmente quando tutti i dubbi e le eventuali domande saranno stati chiariti esaustivamente da parte dello specialista. Esami preoperatori Si richiedono sempre: - Emocromo ed esami ematochimici di routine. Questi permetteranno di evidenziare la presenza di anemia, anormalie della coagulazione del sangue, eventuali processi infettivi, valori anormali di glicemia, indici di funzionalitĂ  renale (creatininemia) ed epatica (transaminasi) ecc.. - Elettrocardiogramma, per valutare lo stato funzionale del cuore. - Ecografia, per valutare lo stato clinico del tessuto ghiandolare. Controindicazioni Questo intervento non puĂČ essere realizzato nei seguenti casi: - Gravidanza - Malattia grave organica o mentale - Malattia grave della mammella in follow-up o in trattamento - Se sussistono controindicazioni da parte dell’anestesista Preparativi per l’intervento I farmaci abituali che si stanno assumendo dovranno essere mantenuti, purchĂ© il medico ne sia a conoscenza, eccetto alcuni che potrebbero alterare i meccanismi emostatici quale l’acido acetilsalicilico (aspirina) e gli antiinfiammatori non steroidei (FANS), che dovranno essere sospesi a partire dalle due settimane precedenti l’intervento poichĂ© potrebbero facilitare il sanguinamento e la formazione di ematomi. Si raccomanda anche di non fumare nelle settimane precedenti l’intervento (o almeno di limitare drasticamente il numero di sigarette giornaliere) e possibilmente anche nel post-intervento, per evitare alterazioni della microcircolazione che ritarderebbero la cicatrizzazione oltre a poter complicare le manovre anestetiche. Disegno preoperatorio Il chirurgo plastico disegna sul torace e sulla mammella della paziente dei tratti guida per l’operazione, da seduta o in piedi. Si evidenziano la zona scelta per l’incisione chirurgica, la posizione del solco sottomammario, la posizione del muscolo grande pettorale, ecc.. Tipo di anestesia L’anestesia generale Ăš quella scelta nella maggioranza dei casi. Un’équipe di anestesisti di grande esperienza si occupa della paziente e la osserva fin dal suo ingresso, indicando se necessario anche il blando sedativo da assumere la notte precedente l’intervento o il giorno stesso. All’arrivo in sala operatoria, l’anestesista collocherĂ  un’agocanula per la somministrazione dei liquidi e dei medicinali, addormenterĂ  la paziente, monitorerĂ  le sue funzioni vitali in corso di intervento e la seguirĂ  con attenzione nell’immediato post-operatorio. Tutto questo con il proposito che la paziente superi con tranquillitĂ  e sicurezza l’operazione. Tecnica chirurgica Si realizza l’incisione chirurgica nella zona scelta, in questo caso descriveremo l’incisione periareolare, quella che Ăš localizzata nella metĂ  inferiore del bordo areolare. Utilizzando questa via si realizza la dissezione ghiandolare in senso perpendicolare attraverso la mammella verso il piano muscolare. Dobbiamo ricordare che nelle pazienti con areola molto piccola, sulla quale non si puĂČ praticare questa incisione, di utilizza quella inframammaria (a livello del solco). Si localizza poi il piano anatomico scelto per la protesi, sottoghiandolare o sottomuscolare. Nel piano sottoghiandolare, si procede a dissecare (separare) la ghiandola mammaria dalla fascia muscolare sottostante fino a creare una “tasca” adeguata alla protesi scelta. Nel piano sottomuscolare inizialmente si localizza il margine inferiore del muscolo grande pettorale e con il bisturi elettrico si realizza la sua dissezione, tenendo conto delle inserzioni mediali nello sterno e le sue relazioni con altri muscoli come il piccolo pettorale, il dentato anteriore e il retto addominale. Si indeboliscono le inserzioni dei muscoli sullo sterno nella zona mediale inferiore per evitare che con il movimento si produca una risalita grottesca della protesi . Dopo una accurata emostasi (cauterizzazione dei vasi sanguigni) si realizza un “lavaggio” della cavitĂ  creata con una soluzione antibiotica cosĂŹ come della protesi scelta con lo scopo di prevenire qualsiasi possibilitĂ  di contaminazione e facilitare lo scivolamento della protesi nel momento in cui la si introduce. Il chirurgo si cambia i guanti e procede a introdurre la protesi, osservando la corretta posizione di questa al termine della manovra. Se il caso lo richiede, si collocherĂ  un drenaggio e si procederĂ  alla sutura della ferita chirurgica; la pelle dell’areola si sutura con un materiale riassorbibile per via intradermica, tecnica che migliora il risultato estetico della cicatrice. Una volta finito di suturare, si medica la ferita chirurgica e si applica un bendaggio. L’anestesista risveglia la paziente, che viene trasportata nella sala risveglio dove resterĂ  il tempo necessario per riaversi dall’effetto dell’anestesia ed essere portata in camera. Se ci sono familiari in attesa il chirurgo, non appena terminato l’intervento, li informerĂ  sulla riuscita dell’operazione e sulle condizioni della paziente. Post-operatorio : Le prime ventiquattro ore La paziente resterĂ  ricoverata in clinica dove le verranno somministrati antibiotici e analgesici; il personale infermieristico monitorerĂ  i parametri vitali (pressione arteriosa, polso e temperatura) e la quantitĂ  e le caratteristiche del liquido che esce dal drenaggio (se posizionato). Lo specialista visiterĂ  la paziente con regolaritĂ  e raccomanderĂ  di non somministrare liquidi o alimenti nelle prime ore e di limitare il movimento, facendosi aiutare in camera o nel bagno. Complicazioni : Primo giorno • Ematoma: del tutto normale se di dimensioni limitate, nel caso fosse troppo voluminoso e causasse intenso dolore, potrebbe essere necessario evacuarlo rioperando la paziente • Dolore: facilmente evitabile con la somministrazione di analgesici • Vomito severo: evitabile con la somministrazione di antiemetici Secondo giorno La paziente viene valutata dai membri dell’équipe di chirurgia plastica che controlleranno il suo stato clinico, rimuoveranno i drenaggi se sono stati messi e medicheranno le ferite. verrĂ  fatto indossare alla paziente un reggiseno sportivo contenitivo. In seguito la paziente verrĂ  dimessa, le si consegneranno i medicinali che dovrĂ  prendere fino al controllo nello studio dello specialista il quarto o il sesto giorno (antibiotici, analgesici e antiinfiammatori) e le si daranno istruzioni generali (non muovere le braccia con totale libertĂ  nĂ© contro resistenze o pesi) per ottenere la corretta evoluzione della zona operata. Complicazioni • Ematoma • Dolore • Sieroma (accumulo di liquido linfatico) • Infezione: si previene con la somministrazione di antibiotici, si manifesta con segni infettivi generali (febbre, malessere generale, ecc..) • Diastasi della cicatrice areolare, conseguente alla perdita di qualche punto. In questo caso puĂČ essere raccomandabile l’utilizzo di creme cicatrizzanti o correttrici dell’aspetto della cicatrice, che hanno l’effetto di “ammorbidirla e appianarla”. Se questo non Ăš sufficiente potrĂ  essere migliorata chirurgicamente quando saranno trascorsi almeno sei mesi dall’intervento. Dal sesto giorno al primo mese Durante questo periodo si raccomanda l’uso di un reggiseno speciale, di tipo sportivo, che dovrĂ  essere usato continuamente, giorno e notte, per quattro settimane. Si considera normale in questo periodo la presenza di lievi disturbi al seno, come dolore di modesta intensitĂ , occasionali “pizzicori” o formicolii, che possono essere diminuiti con l’utilizzo di qualche blando analgesico (paracetamolo). Con il trascorrere del tempo si assiste ad una progressiva lenta risoluzione dell’edema e dei lividi, cosĂŹ come va risolvendosi la temporanea perdita della sensibilitĂ  nell’areola o nel capezzolo successiva all’intervento. Primo anno Si realizzano controlli medici seriati della paziente a tre, sei e dodici mesi. In tal modo si potrĂ  sorvegliare per un periodo adeguato l’evoluzione dei risultati, oltre a permettere di chiarire gli eventuali dubbi della paziente. Complicazioni • Incapsulamento della protesi: si sviluppa con un’incidenza minore del cinque per cento. La cicatrice che circonda la protesi puĂČ diventare per molteplici fattori dura, poco elastica, palpabile, dolorosa e persino arrivare a deformare la mammella, secondo il grado di incapsulamento (Baker I: la mammella aumentata Ăš morbida come quella non operata; Baker II minima durezza e protesi poco palpabile; Baker III: durezza moderata e protesi palpabile; Baker IV: durezza severa e presenza di dolore, mammella fredda e deforme). In questi casi si porrĂ  indicazione di effettuare terapia con ultrasuoni o si proporrĂ  come ultima risorsa il riesame chirurgico per l’exeresi della capsula (ritirarla) per sostituire la protesi. • Alterazione della sensibilitĂ  di qualche zona della mammella. • Cicatrice areolare ipertrofica (cheloide). In questo caso si riesamina con anestesia locale ________________________________________________________________________________________________ Mastoplastica riduttiva L’intervento per ridurre il seno puĂČ suscitare commenti spiritosi da parte di persone poco consapevoli e un poco superficiali. Lo sa bene chi si Ăš sentita dire “ma figurati, con tutte quelle che darebbero qualsiasi cosa per avere un seno grande come il tuo! E pensa a chi paga per farselo ingrandire!”. In realtĂ , la decisione di farsi ridurre il seno, in pratica di farsi “togliere” un pezzetto di sĂ© Ăš frutto di un disagio molto forte, di un sentirsi caricate di una parte del corpo che si reputa eccessiva, che sentiamo estranea e che ci dĂ  fastidio nello svolgere le normali attivitĂ  quotidiane, come chinarci a raccogliere qualcosa o alzare le braccia per sistemare una valigia nel portapacchi del treno, per fare un esempio. Chi ha un seno esageratamente grande e pesante lo avrĂ  di conseguenza cadente, lo sentirĂ  gravare sulla parte anteriore del corpo e avrĂ  facilmente dolori alla schiena per il peso eccessivo e la necessitĂ  di forzare i muscoli a sostenere la massa della mammella. Il seno particolarmente sviluppato non Ăš una caratteristica delle donne sovrappeso, si puĂČ avere un corpo snello e un seno sproporzionato. Molto spesso la relazione negativa con le dimensioni del seno inizia nell’adolescenza. La giovane donna inizia a vergognarsi delle sue forme e a coprirsi con maglie informi e di taglie superiori alla sua per occultare la massa in espansione. Dopo un po’ di tempo si raggiungerĂ  il limite ritenuto “accettabile” dalla giovane e inizierĂ  il suo dramma personale: portare sul proprio corpo una “massa” estranea e fastidiosa. InizierĂ  a non voler piĂč fare educazione fisica, per non correre e non saltare, non avrĂ  piĂč voglia di andare al mare d’estate per non esibire il suo fagotto imbarazzante e il costume da vecchia signora che dovrĂ  indossare e soprattutto non ce la farĂ  piĂč a sopportare i commenti piĂč o meno maligni dei coetanei o lo sguardo compassionevole degli adulti. Il seno esageratamente grosso, o anche solo ritenuto tale per il proprio fisico, diventerĂ  facilmente un’ossessione per la giovane e nell’etĂ  matura, con l’inevitabile cedimento della pelle, potrĂ  essere fonte di grave sofferenza psicologica. Per fortuna esiste la mastoplastica riduttiva, un intervento sicuro e dai risultati pressochĂ© perfetti, che potrĂ  cambiare il modo di sentirsi di una donna e di conseguenza il suo modo di relazionarsi con gli altri e con la vita stessa. Valutazione della paziente La valutazione della paziente inizia con il primo colloquio, lo specialista prima dialogherĂ  con lei, poi effettuerĂ  un accurato esame fisico al termine del quale la paziente specificherĂ  quali sono i suoi desideri e le sue aspettative, soffermandosi in particolar modo su cosa la spinge a richiedere questo tipo di intervento (motivazione psicologica, estetica, funzionale). Il chirurgo cercherĂ  di spiegare nel modo piĂč chiaro e semplice possibile le varie tappe dell’operazione, in cosa consisterĂ  il pre e il post-operatorio e risponderĂ  in maniera esaustiva a tutte le domande che la paziente porrĂ  nel corso della visita. Nella pubertĂ  e nell’adolescenza, per cause principalmente ormonali, lo sviluppo della ghiandola mammaria puĂČ essere asimmetrico in forma e dimensioni (ipertrofia verginale). Questa situazione produce alterazioni nel comportamento quotidiano e nelle relazioni interpersonali. Nella donna in etĂ  fertile la mammella puĂČ avere un volume importante (ipertrofia mammaria), che puĂČ influire in alcuni aspetti della sua vita oppure no. Con la gravidanza e l’allattamento, tuttavia, si producono cambiamenti come l’aumento di volume e il turgore e la successiva perdita di questo volume, associata alla flacciditĂ  della ghiandola e la sua caduta (ptosi ghiandolare). Se questi cambiamenti sono importanti saranno una buona indicazione per realizzare la riduzione mammaria e la pessi ghiandolare (innalzamento all’altezza esteticamente normale). Nell’etĂ  matura della donna si producono cambiamenti alla mammella, con il venir meno dell’influenza ormonale, la tendenza naturale Ăš l’aumento del volume e la “caduta” per l’aumento di tessuto adiposo, cosa che, secondo il caso, puĂČ risultare mal agevole per vestirsi e anche per la pulizia personale. Questo caso puĂČ essere un’altra indicazione per la tecnica della riduzione mammaria. In ogni caso l’intervento cambierĂ  la forma e la dimensione della ghiandola e dell’areola, cosĂŹ come la sensibilitĂ , aspetto importante per la vita sessuale della donna. Con la tecnica opportuna accuratamente realizzata, il chirurgo plastico rispetta e conserva i nervi incaricati di dare sensibilitĂ  alle mammelle, per cui si assicura che dopo un periodo di alterazione questa tornerĂ  alla normalitĂ . A volte possono presentarsi periodi di ipersensibilitĂ  nei quali addirittura sfiorare gli indumenti causa fastidio, questa manifestazione Ăš transitoria. L’unico caso di perdita totale della sensibilitĂ  Ăš quando per un volume eccessivamente esagerato, in pazienti molto obese o in menopausa, si deve proporre una tecnica che letteralmente “amputa” una parte del seno ed Ăš necessario staccare l’areola e il capezzolo del tessuto e collocarli come un innesto nella “nuova mammella”. Il pensiero delle cicatrici post-intervento da sempre provoca un po’ di ansia alla paziente che si preoccupa del risultato estetico finale, ma fortunatamente con il tempo le tecniche chirurgiche riduttive della mammella si sono evolute e perfezionate. All’inizio importava poco il risultato estetico dell’intervento e si poneva tutta l’attenzione nel ridurre il volume. Oggi Ăš di estrema importanza ottenere il volume e la forma adeguata della mammella, cosĂŹ come conservarne le caratteristiche estetiche. Il progresso ha inoltre migliorato il risultato delle cicatrici grazie alle applicazioni delle nuove tecniche. Il tipo di tecnica che descriveremo ci permette di ricollocare l’areola e il capezzolo all’altezza esteticamente adeguata, mentre la chiusura della ferita chirurgica permette di riposizionare la pelle fino a ottenere la forma conica della ghiandola. Il chirurgo plastico nella prima visita informerĂ  sempre la paziente che il risultato dell’operazione si modificherĂ  con l’evolversi del post-intervento. L’edema iniziale, il turgore, la forma della pelle che circonda le cicatrici e le cicatrici stesse, l’alterazione della sensibilitĂ  del seno con il tempo cambieranno. Nelle visite di controllo che si faranno durante il primo anno dall’intervento si osserveranno questi cambiamenti e si chiariranno i dubbi al riguardo. Al principio potrĂ  esserci asimmetria nelle dimensioni ottenute, ma poichĂ© ogni mammella Ăš diversa, lo sarĂ  anche la loro evoluzione. Lo specialista ha le competenze necessarie per chiarire tutti i dubbi e le inquietudini che potrebbero attanagliare la paziente prima o dopo l’operazione. Lo specialista spiegherĂ  nel corso della prima visita anche le cure a cui la paziente dovrĂ  sottoporsi dopo l’intervento: l’uso di un reggiseno adeguato per un mese, dopo aver tolto il bendaggio iniziale, mantenere la pelle della mammella idratata con regolaritĂ , proteggere la cicatrice dai raggi solari, migliorarne il risultato mediante l’utilizzo di sostanze o materiali indicati, praticare sport dopo il periodo convenuto, ecc... Nel caso di accertamenti strumentali di controllo come la mammografia, l’ecografia e la TAC, gli specialisti (il radiologo e il ginecologo) dovranno essere informati del fatto che si Ăš subito un intervento e questo li aiuterĂ  a capire con maggiore chiarezza i risultati ottenuti. Nel pre-intervento il chirurgo plastico interrogherĂ  la paziente per stilare un’anamnesi accurata, familiare e personale, remota e prossima allo scopo di individuare patologie che potrebbero modificare il corso dell’intervento o la sua evoluzione. In tal modo si evidenzieranno fattori di rischio familiari o personali (ipertensione arteriosa, diabete mellito, malattie polmonari, ecc..), precedenti neoplasie nei consanguinei, altre patologie della mammella (malattia fibrocistica, mastite, ascessi, ecc.) e le alterazioni in relazione al ciclo mestruale (dolore, congestione e altre). Meritano attenzione anche i precedenti chirurgici sia a carico della mammella che del resto del corpo, il tipo di anestesia ricevuta, le eventuali abitudini dannose quali il tabagismo o l’alcolismo. In pratica interessa tutto ciĂČ che potrebbe presupporre qualunque tipo di problema nello svolgimento e nel risultato a breve e lungo termine dell’intervento chirurgico che si prospetta. Prima dell’intervento lo specialista scatterĂ  delle foto alla paziente in modo da poterle paragonare poi nel post-intervento al risultato finale ottenuto. Ricordiamo inoltre che Ăš necessario che la paziente firmi l’autorizzazione all’intervento (il consenso informato) naturalmente quando tutti i dubbi e le eventuali domande saranno stati chiariti esaustivamente da parte dello specialista. ________________________________________________________________________________________________ Addominoplastica Cambiamento della parete addominale con il passare del tempo Dall’adolescenza alla vecchiaia l’addome cambia il suo volume, la forma, il tono muscolare e le caratteristiche della pelle e del tessuto adiposo. Per ogni sesso ed ogni individuo l’influenza di fattori come la dieta, l’esercizio, la gravidanza, lo stimolo ormonale e altri, modificano in modo diverso tutti i componenti della parete addominale. Nell’addome giovane, troviamo una pelle di adeguata elasticitĂ , “generalmente” senza smagliature, con scarso pannicolo adiposo, distribuito in modo omogeneo e con un buon tono muscolare. Nell’addome maturo, la pelle perde le caratteristiche iniziali, diventa meno elastica, piĂč flaccida, appaiono facilmente le smagliature, il pannicolo adiposo aumenta a causa dell’influenza ormonale e la dieta, cambia non solo il volume, ma anche la distribuzione omogenea del grasso, con accumuli nella porzione infraombelicale, verso i fianchi e nella parte superiore, e appaiono i cosiddetti “cuscinetti”, o il “salvagente”. Il tono della parete muscolare si mantiene grazie alla pratica dell’esercizio fisico; la gravidanza e la sedentarietĂ  fanno sĂŹ che i muscoli subiscano uno stiramento ed atrofia (perdita di consistenza) e vadano incontro alla perdita di questo tono, dando luogo alla comparsa della flacciditĂ . L’addome diventa pendulo e molto mollo, cosa che si ripercuote direttamente sull’aspetto funzionale ed estetico. Nell’etĂ  matura, specialmente nella donna, il cessare della funzione ormonale produce un maggior deposito di tessuto grasso nella regione addominale, cosa che ne cambia ulteriormente la forma e il volume. Valutazione del paziente La prima visita dallo specialista consiste nel dialogo con il paziente e nell’esame fisico obbiettivo, in modo da evidenziare le aspettative sull’intervento e le proporzioni corporee di ogni singolo caso, come anche le caratteristiche della parete addominale. Il chirurgo plastico valuterĂ  tre aspetti fondamentali: la pelle, il tessuto grasso e la parete muscolare. Il paziente sarĂ  ampiamente informato sulle caratteristiche del suo addome, come elasticitĂ , flacciditĂ , spessore del pannicolo, presenza di smagliature, tipo di pelle, forma dell’ombelico (importantissima nella globalitĂ  dell’addome), presenza di accumuli di grasso in alcune zone. E ancora lo stato clinico della parete muscolare, la sua integritĂ , l’esistenza di ernie o la “separazione” dei muscoli retti dell’addome (diastasi muscolare). Questa prima vera e propria “ricognizione” permette di indicare il tipo di chirurgia piĂč idonea per ogni paziente e la necessitĂ  di utilizzare una eventuale tecnica addizionale (liposuzione, sutura e plicatura muscolare): • Trattamento della parte addominale solo con liposuzione: non esiste eccesso cutaneo, Ăš presente unicamente tessuto adiposo (grasso); la liposuzione permette di eliminarlo e di dare una forma estetica corretta alla parete dell’addome, senza cicatrici (2-3 mm al massimo,il foro di ingresso della cannulla) • Plastica addominale con piccola resezione di pelle e grasso “mini plastica addominale”: esiste eccesso di tessuto cutaneo nella parte bassa dell’addome. La tecnica permette la sua resezione e una cicatrice localizzata nella parte superiore del pube, generalmente non visibile (nascosta dagli slip) • Plastica addominale con ampia resezione cutanea e sutura muscolare: esiste un difetto nella parete muscolare che bisogna trattare, oltre ad un grande eccesso cutaneo e e massa grassa. La cicatrice si localizza sopra il pelo pubico (7-8 cm dal clitoride nelle donne, 7-8 cm dall’attaccatura del pene nell’uomo) e si estende verso le creste iliache (l’osso che si palpa sui fianchi); dopo aver asportato l’eccesso di cute e tessuti grasso, si sutura la parete muscolare e si realizza la liposuzione del grasso localizzato nella parte laterale e superiore dell’addome, in modo da scolpire l’addome. A tutti i pazienti viene redatta un’anamnesi clinica completa, questa apporta informazioni essenziali pre intervento. E’ importante conoscere l’esistenza di malattie come il diabete, l’ipertensione arteriosa, malattie di tipo polmonare, presenza di sovrappeso o obesitĂ  (L’ADDOMINOPLASTICA AIUTA E COMPENDIA UN CORRETTO REGIME ALIMENTARE) e tutte quelle patologie che per le loro caratteristiche potrebbero modificare il risultato dell’intervento o anche ostacolarlo, sia durante l’esecuzione che durante il post-operatorio, manifestandosi nel ritardo della guarigione, ad esempio. Fondamentale Ăš sapere se il paziente ha subito pregressi interventi alla parete addominale od agli organi in essa contenuti, poichĂš potrebbero esitare ernie, laparoceli (fuoriscita di visceri)o retrazioni cicatriziali che necessiterebbero di un’altra condotta operatoria. Il chirurgo plastico deve anche sapere se il paziente assume farmaci, cosĂŹ come i precedenti allergici a qualcuno di essi, per raccomandare, secondo necessitĂ , la sospensione dei derivati dell’acido acetilsalicilico (aspirina) e gli antiinfiammatori (FANS) perchĂ© questi alterano la coagulazione e facilitano il sanguinamento durante l’intervento o dopo . Alla fine della visita, si realizzano foto della zona su cui si interverrĂ  e, dopo aver chiarito tutti i dubbi o le domande che desidera formulare, si chiede al paziente di firmare un documento importante per le due parti coinvolte nell’intervento, ovvero il consenso informato. Analisi preoperatorie Si richiedono sempre: • Emocromo e analisi generali. Queste prove permettono di conoscere l’esistenza di alterazioni nel numero dei globuli rossi (anemia), di processi infettivi in atto o recenti, di alterazioni nella coagulazione, il gruppo sanguigno – fattore RH, i livelli normali di zucchero nel sangue (glicemia) e il funzionamento di vari organi, come il rene (creatinina), il fegato (transaminasi), ecc... • Elettrocardiogramma: per valutare la funzione cardiaca. Controindicazioni - Gravidanza - Patologia organica o mentale grave del paziente - Alterazione grave delle analisi del sangue - Controindicazioni da parte dell’équipe di anestesia - Si considera controindicazione relativa l’OBESITA’ ________________________________________________________________________________________________ Lifting facciale (chirurgia del viso) Alcuni appunti fondamentali sull’anatomia del viso e collo possono risultare utili per comprendere meglio la tecnica chirurgica nel lifting facciale, anche denominata ritidectomia. Le strutture sulle quali agiamo si differenziano in tessuti molli e tessuti duri (ossei). Le ossa del cranio e del viso proteggono strutture delicate, come il cervello, ghiandole e organi sensibili, che non sono l’obiettivo di questo capitolo, poichĂ© mai si accederĂ  ad essi durante la chirurgia di ringiovanimento facciale. Nel terzo superiore, le ossa del cranio e la fronte sono gli elementi principali, poichĂ© in questa zona i tessuti molli costituiscono uno strato sottile di muscolo, pelle e cuoio capelluto, con scarsa mobilitĂ . Nel viso, i tessuti molli acquisiscono molta piĂč importanza, lo stato superficiale (pelle) compie la sua funzione di barriera rispetto agli elementi esterni, come il vento, il sole, sostanze alle quali ci esponiamo ogni giorno che possono alterarne l’elasticitĂ . Al di sotto di essa, esiste uno strato di grasso che puĂČ variare di spessore secondo ciascun paziente. Generalmente nel viso lo spessore Ăš di pochi millimetri e l’accumulo Ă© piĂč marcato nella zona della mandibola e del mento, che costituisce quello che si conosce come “doppio mento”. Nei pazienti obesi questi accumuli di tessuto grasso possono essere maggiori. Infine arriviamo ad una zona che ci interessa moltissimo nella realizzazione di un lifting facciale che Ăš lo SMAS ovvero Superficial Muscle Aponeurotical System, cioĂš Sistema muscolo-aponeurotico superficiale. Lo SMAS Ăš costituito da una rete di fibre che ricoprono i muscoli che partecipano alla mimica del volto, in continuitĂ  con il sottile muscolo platisma del collo, che con l’invecchiamento e la gravitĂ  si va dislocando verso il basso. Nel lifting lo SMAS Ăš fondamentale, poichĂ© si basa il ringiovanimento del volto sul riposizionamento di questo strato che, per continuitĂ  e grazie alle aderenze che presenta con strati piĂč profondi, contribuirĂ  a modificare anche quest’ultimi, che non sono raggiungibili direttamente. Ma la conoscenza anatomica dello SMAS Ăš fondamentale per il chirurgo per una ulteriore questione basilare: i nervi deputati alla mobilitĂ  del viso, le ghiandole salivari, le vene, le arterie piĂč importanti ed i muscoli necessari per muovere simmetricamente la bocca si trovano al di sotto di questa lamina di tessuto. Da quanto appena detto si evince che se il chirurgo si mantiene ad un livello corretto dello SMAS, avrĂ  la certezza di eseguire un intervento perfetto, preservando tutti questi elementi fondamentali, tecnica che risulta semplice per uno specialista con alle spalle studi qualificati (che garantiscono una buona conoscenza dell’anatomia) ed esperienza maturata sul campo. L’accesso ai tessuti duri (ossei) si puĂČ realizzare nelle aree in cui vi Ăš certezza che non passino elementi sensibili e nobili (vasi e nervi). BenchĂ© nella realizzazione di una ritidectomia non si agisce frequentemente sull’osso, a volte Ăš raccomandabile qualche tecnica localizzata per migliorare il risultato estetico. Gli elementi ossei piĂč importanti per la forma del viso sono principalmente il margine dell’orbita nelle palpebre superiori, che in alcuni pazienti puĂČ apparire aumentato e dare la sensazione di occhi “infossati”, la zona dello zigomo, la zona della mandibola e del mento. In determinate zone esistono piccole fibre piĂč rigide che fissano i tessuti molli all’osso, formando un autentica struttura di sostegno. Con il tempo questi legamenti che si trovano nella zona degli zigomi, nella mandibola e nel collo andranno incontro a cedimenti che sono in parte responsabili del fenomeno della flacciditĂ  della pelle, del tessuto adiposo e dei muscoli di tale zona. Cambiamenti dell’anatomia durante l’invecchiamento BenchĂ© la cosa piĂč evidente con il passare degli anni sia la lassitĂ  della pelle, in realtĂ  questo non Ăš il fattore cruciale dell’invecchiamento del viso. La pelle Ăš unicamente trascinata dalle strutture piĂč profonde, che sono quelle che realmente subiscono uno scivolamento verso il basso per effetto della gravitĂ , la mimica facciale e il cedimento delle strutture di sostegno. Questi segni del passaggio del tempo cominciano a essere visibili verso i quarant’anni di vita, ma possono accelerarsi per fattori esterni o genetici. Nella zona frontale il muscolo si fa piĂč lasso e fa scendere la zona delle sopraccigilia, soprattutto la porzione piĂč laterale (coda del sopracciglio). Nel terzo medio del viso i cambiamenti sono piĂč evidenti ed iniziano con lo spostamento verso il basso del muscolo orbiclare che circonda l’occhio e del grasso zigomatico, questo fa sĂŹ che la zona malare resti piĂč vuota, a spese di un maggiore accumulo di tessuto adiposo nella guancia a livello inferiore. I solchi nasogeniani, che vanno dall’ala nasale alla commessura della bocca si accentuano a causa di questo grasso che vi si accumula sopra. Questo puĂČ succedere anche nel terzo inferiore del viso, dove gli accumuli di grasso possono arrivare a far perdere la definizione dell’angolo mandibolare. I cambiamenti nel muscolo platisma provocano la perdita dell’angolo del collo e la comparsa di una o due bande nella zona centrale del collo. BenchĂ© si puo avere la sensazione che tutti questi elementi vengano alterati perchĂ© scendono semplicemente verso il basso, un attento osservatore puĂČ differenziare i diversi vettori della caduta dei tessuti che, al contrario, non sono tutti verticali. Se nel processo di riposizionamento di queste strutture desideriamo un risultato estetico e anatomico, dobbiamo fare una sorta di marcia indietro nel tempo e per riuscirvi non sarebbe corretto sollevare semplicemente tutti questi tessuti in modo indiscriminato. Si deve riconoscere ogni zona, riposizionarla nella direzione corretta e con la giusta tensione. Soltanto cosĂŹ si otterrĂ  un ringiovanimento naturale. La prima visita La prima visita che si realizza nello studio Ăš veramente importante, in essa avviene il primo contatto tra specialista e paziente e la mutua percezione reciproca segnerĂ  in grande misura tutto il percorso. E’ il momento in cui il paziente esprime il problema che desidera risolvere, questo a volte non Ăš affatto facile, perchĂ© durante la prima visita non c’ù ancora la confidenza sufficiente con il medico e , parlare di un aspetto fisico che non piace puĂČ risultare difficile. L’invecchiamento generalmente Ăš un processo che si evidenzia in modo progressivo e notare i segni del tempo che stanno comparendo, senza trovare un modo efficace di evitarli, puĂČ causare preoccupazione in alcune persone. E’ importante nel momento in cui si Ăš seduti nello studio, davanti al medico, saper spiegare in modo chiaro quali sono i segni dell’etĂ  che si vogliono ridurre o eliminare. Guardando il paziente, lo specialista puĂČ riconoscere facilmente quali sono i cambiamenti che sono avvenuti sul suo volto e che desidererebbe migliorare. Molte volte, prima che il paziente gli presenti il problema, lo ha giĂ  riconosciuto, per cui la conversazione sicuramente sarĂ  uno scambio semplice di esperienze e consigli. Il chirurgo plastico dal primo momento in cui vede il paziente, non puĂČ evitare di osservarne da specialista il viso. Come se i suoi occhi fossero uno scanner analizza immediatamente le strutture piĂč profonde: caratteristiche delle ossa della fronte, zigomi, mascella, mento. Una buona struttura ossea facilita la tecnica, poichĂ© i tessuti si appoggeranno su una base piĂč solida. In seguito valuta la muscolatura che ricopre questo supporto osseoe, insieme alla muscolatura scende anche il grasso che la avvolge. Non serve a nulla “stirare” piĂč o meno la pelle, se non si trattano questi elementi piĂč profondi, che sono quelli che realmente si spostano e provocano la lassitĂ . CosĂŹ il grasso degli zigomi, che in gioventĂč Ăš ben fermo grazie ai legamenti malari, con l’invecchiamento si sposta verso il basso e provoca, da un lato, una diminuzione del volume degli zigomi stessi, a spese di un aumento del grasso sopra i solchi nasogeniani. Si osserva, allora, uno svuotamento della zona malare e un’accentuazione delle pieghe che dal naso circondano la bocca. Questo spostamento del grasso del viso, insieme all’aumento della lassitĂ  dei muscoli masseteri delle guance provocano alterazioni che preoccupano molto i pazienti che collimano nella perdita della linea della mandibola. Anche nella parte anteriore del collo puĂČ accumularsi del grasso e possono comparire delle bande verticali per i cambiamenti prodotti nel muscolo platisma. Si direbbe che il punto piĂč importante nella chirurgia del ringiovanimento sia ricollocare il grasso e il muscolo nella loro posizione originale. Di fatto, affinchĂ© i risultati di un lifting facciale siano ottimi, si deve parlare di un “riposizionamento anzichĂ© di uno stiramento. Se si agisce in questo modo si ottengono vari obiettivi fondamentali, tutti importantissimi. Primo, la naturalezza, accomodando il muscolo e il grasso in una localizzazione piĂč giovanile, si ottiene un ringiovanimento naturale e fisiologico. Secondo, applicando la forza sulle strutture profonde e non sulla pelle, si evitano problemi spiacevoli, come le tensioni sulle cicatrici che possono alterare la cicatrizzazione. Inoltre i punti fermi e profondi daranno al risultato una durata molto piĂč permanente. Lo specialista valuterĂ  accuratamente quanto Ăš danneggiata la pelle del paziente. Una pelle sottile generalmente ha bisogno di piĂč attenzioni e resiste peggio al passare del tempo. Se inoltre si Ăš preso molto sole, la pelle puĂČ apparire piĂč rugosa e macchiata. Il lifting ne migliorerĂ  la qualitĂ  ma sicuramente non potrĂ  far scomparire tutte queste alterazioni. Eliminare tutte le rughe “stirandola” presupporrebbe dover tenderla troppo e si correrebbe il rischio di influire sull’espressivitĂ , principalmente degli occhi e della bocca. In questi casi, con il lifting si tratta la lassitĂ  e si migliorano le rughe, ma senza dubbio saranno precisi trattamenti successivi come il laser o il peeling che lo completeranno, soprattutto a carico degli strati cutanei piĂč superficiali. Le pelli piĂč grasse solitamente hanno meno rughe. BenchĂ© le pieghe nasogeniane (dal naso alla bocca) e le pieghe della bocca (dalle commessure al mento) sono solitamente piĂč marcate, in questi pazienti possono non essere necessari trattamenti ancillari cutanei dopo l’intervento. Una volta che il dottore ha valutato i diversi strati che conformano il viso e ha pianificato come agire su ciascuno di essi, si focalizzerĂ  su zone concrete, che possono necessitare di un’azione specifica. Oltre al lifting facciale e cervicale puĂČ essere necessario eliminare pelle e borse delle palpebre e piallare i festoni che possono apparire sugli zigomi e che possono aumentare per la stanchezza e per ritenzione di liquidi. A volte le labbra si sono assottigliate e bisognerĂ  pensare a un riempimento con il grasso del paziente o con sostanze iniettate che devono sempre essere affidabili e autorizzate dall’Unione Europea. E’ importante che il paziente esprima al medico, chiaramente e senza timori, quali sono i punti che lo preoccupano in modo particolare, in tal modo saranno evidenti gli obbiettivi si Ăš riproposto di ottenere consultando lo specialista. PuĂČ essere che alcuni di questi obiettivi siano impossibili da raggiungere. Il lifting facciale Ăš una tecnica molto valida per guadagnare un aspetto piĂč giovanile, tuttavia bisogna ricordare che LA CHIRURGIA CORREGGE E RALLENTA IL TEMPO MA DI CERTO NON E’ MAGIA E NON FA MIRACOLI. Purtroppo non possiamo nemmeno far tornare la pelle dei venticinque o trent’anni, nĂ© far sparire tutte le rughe. Per questo Ăš cosĂŹ importante che si stabilisca una seria comunicazione fra lo specialista e i pazienti nella prima visita; perchĂ© con la spiegazione chiara e precisa del chirurgo i pazienti sappiano molto bene quali risultati possono ottenere,in che cosa consiste tutto il processo durante e dopo l’intervento. E’ molto importante che il dottore sia sicuro che il paziente abbia capito tutto il processo, perchĂ© la sua collaborazione sarĂ  fondamentale per ottenere il miglior risultato. Anche il paziente deve essere tranquillo e d’accordo con le spiegazioni dello specialista. Questo Ăš il momento in cui se non si Ăš d’accordo o non si ha ancora piena fiducia nel chirurgo Ăš meglio cercare una seconda opinione. ________________________________________________________________________________________________ La pelle e l’invecchiamento Trattamenti complementari La pelle protegge il nostro organismo dall’ambiente, da infezioni e sostanze tossiche, aiuta a mantenere la temperatura corporea ed Ăš responsabile del senso del tatto che contribusce alla nostra comunicazione con gli altri. La pelle Ăš formata da tre strati, ognuno con una funzione specifica. 1) Epidermide E’ lo strato piĂč esterno, sottile quanto la carta delle sigarette, costituisce lo strato protettivo della pelle e squama continuamente le sue cellule, che si formano nella sua parte piĂč profonda e vanno verso la superficie. Le cellule basali (profonde) dell’epidermide sono le produttrici di quelle nuove. L’epidermide contiene anche i melanociti, che sono le cellule che producono il pigmento chiamato melanina, responabile del colore della pelle. Questo pigmento ci protegge, in parte, dalle radiazioni solari. 2) Derma Il derma Ăš situato sotto l’epidermide e costituisce il 90% dello spessore della pelle, contiene una densa rete di proteine, collagene ed elastina in cui si situano i vasi sanguigni e linfatici, le terminazioni nervose, le ghiandole sebacee e sudoripare, i follicoli piliferi. La rete di collagene ed elastina fornisce alla pelle la sua elasticitĂ  e resistenza e le ghiandole mantengono la pelle morbida e con il grado di idratazione necessario. 3) Tessuto sottocutaneo E’ situato sotto epidermide e derma ed Ăš formato principalmente da tessuto adiposo o tessuto grasso. Questo strato agisce come isolante e protegge gli organi e i tessuti situati al disotto. Con gli anni la pelle si fa piĂč sottile, le ghiandole sebacee sono meno attive, si riduce la vascolarizzazione, si atrofizza il derma che diventa piĂč sottile e fragile. A questo si aggiungono un processo rinnovativo delle cellule basali dell’epidermide piĂč lento e processi di riparazione meno efficaci. Tutto ciĂČ contribuisce a conferire un aspetto invecchiato alla pelle con il passare degli anni. Fattori ambientali come l’eccessiva esposizione solare, il tabagismo, la cattiva alimentazione o la mancanza di riposo accelerano notevolmente i cambiamenti naturali della pelle. La pelle del volto Ăš la prima a subire l’azione dei raggi solari, poichĂ© sta perennemente allo scoperto. L’invecchiamento causato dal sole Ăš il cosiddetto fotoinvecchiamento, che aggrava i cambiamenti dell’invecchiamento normale nelle zone fotoesposte. I principali cambiamenti del fotoinvecchiamento sono le rughe cutanee, la pigmentazione alterata e la perdita di tono cutaneo. Esistono anche una serie di lesioni cutanee correlate con l’invecchiamento: • Macchie della pelle: sono le lesioni denominate efelidi semplici o efelidi senili. Appaiono come macchie piatte, di colore marrone o grigiastro che hanno la maggior parte delle persone a partire dai cinquant’anni. Possono essere di qualsiasi dimensione a compaiono soprattutto nelle parti che sono state maggiormente esposte al sole, come il viso, la scollatura e le mani; possono scurirsi ulteriormente per effetto della luce solare. Sono piĂč frequenti nelle persone con la pelle chiara. Queste macchioline non si trasformano in lesioni maligne e il loro trattamento risponde a ragioni estetiche. La prevenzione consiste nell’evitare l’esposizione solare. • Elastosi solare: l’esposizione per lunghi periodi all’irradiazione ultravioletta della luce solare lede le fibre di collagene e elastina e la pelle puĂČ sembrare piĂč vecchia di una decina di anni rispetto alla sue etĂ  cronologica. E’ piĂč frequente nelle pelli chiare. • Cheratosi seborroica: sono lesioni con aspetto di verruche piatte, giallognole, marroni e persino nere, che solitamente non sono maligne e si trattano a fini cosmetici per evitare il sanguinamento per sfioramento. • Teleangiectasie: sono le dilatazioni benigne dei vasi sanguigni, molto frequenti agli zigomi, sul naso e nel decoltĂš. Attualmente esistono una serie di trattamenti medico-chirurgici che ci possono aiutare a migliorare il nostro aspetto mediante procedimenti poco aggressivi e che vengono realizzati senza anestesia o con anestesia locale nello studio dello specialista. Trattamento di riempimento Quando una sostanza viene iniettata in una ruga, questa si riempie, lascia una pelle piĂč liscia in superficie e offre un aspetto giovanile e salutare. Fino a qualche anno fa sul mercato c’erano solo pochi prodotti di riempimento, attualmente l’offerta di questo tipo di materiali Ăš considerevle, per cui dobbiamo scegliere bene il tipo di sostanza da utilizzare secondo il difetto che abbiamo e i risultati che vogliamo conseguire. Indicazioni generali degli impianti - Rughe frontali e glabellari (spazio tra le sopracciglia) - Solchi nasogeniani - Solchi nasoiugali (rughe dell’amarezza) - Zampe di gallina - Correzione dell’ovale del volto - Aumento degli zigomi - Aumento-profilo delle labbra - Correzione di cicatrici depresse - Correzione di volume in pazienti con lipoatrofia Nel tentativo di sistematizzare i diversi prodotti si utilizza da tempo la seguente semplice classificazione: • Materiali biologici: • Grasso • Acido ialuronico • Materiali non biologici: • Acido polilattico La differenza fondamentale fra gli uni e gli altri Ăš il tempo che l’organismo impiega a riassorbirli, cioĂš a farli sparire. I materiali biologici sono totalmente riassorbibili e quelli non biologici no, fuorchĂ© l’acido polilattico che si riassorbe a lungo termine. I meccanismi d’azione sono vari, dalla mera ricollocazione della sostanza fondamentale, all’effetto di riempimento con reazione al corpo estraneo e fibrosi, alla stimolazione della formazione di collagene proprio. Caratteristiche principali di ogni materiale di riempimento : Autoinnesto di grasso o lipofilling Consiste nell’utilizzare il grasso dello stesso paziente come materiale di riempimento. Il grasso si estrae dalla zona donatrice mediante una sottile canula da liposuzione e dopo averlo centrifugato e filtrato, si inietta nella zona che si vuole riempire o aumentare. Questo procedimento ha il vantaggio che il proprio grasso non produce allergia e la tecnica chirurgica per ottenerlo Ăš relativamente semplice. L’inconveniente principale Ăš che Ăš difficile predire la sua durata poichĂ© c’ù gran differenza individuale fra i pazienti e in base alle zone da trattare. Il grasso che si impianta agisce come un innesto e vive nella zona dove l’abbiamo impiantato in un una percentuale variabile e poco prevedibile. E’ molto utile in casi di allergia ad altri materiali di impianto e per realizzare trattamenti di grandi volumi, come solchi nasogeniani molto profondi e atrofie facciali. Dopo il procedimento chirurgico, il paziente dovrĂ  sottoporsi a trattamenti antibiotici e antiinfiammatori. Acido ialuronico Oggi in commercio si trovano innumerevoli prodotti che contengono acido ialuronico. PerchĂ©? Questa sostanza Ăš in grado di svolgere una funzione fondamentale per la nostra pelle: ne mantiene l’idratazione, la turgiditĂ , la plasticitĂ , la viscositĂ  e pertanto la rende piĂč chiara e luminosa. A cosa si deve questo effetto? L’acido ialuronico, identificato nel 1938 da un certo Meyer, da parecchi anni Ăš oggetto di studi che ne hanno dimostrato la capacitĂ  di regolare il comportamento delle cellule, con effetti profondi sul metabolismo cellulare. Grazie alla estrema lunghezza della molecola e al suo alto grado di idratazione, i polimeri di acido ialuronico sono in grado di organizzarsi in una struttura reticolare che svolge due importanti funzioni. Da un lato crea un’impalcatura molecolare che mantiene la forma e il tono del tessuto, dall’altro fa da filtro per arginare l’entrata nel tessuto di sostanze esterne pericolose, come batteri, virus e altri agenti infettanti. Oggi sul tavolo degli scienziati c’ù lo sviluppo di tecniche ancora piĂč semplici e la combinazione dell’acido ialuronico con altre sostanze cosmeticamente utili potrebbe dare ottimi risultati, come si dice, il futuro Ăš ancora da venire. Attualmente l’acido ialuronico Ă© la sostanza piĂč utilizzata in chirurgia estetica, Ăš il materiale ideale , versatile e malleabile che, iniettato nel derma e nel tessuto sottocutaneo ha l’obiettivo di riempire una depressione o di aumentare i volumi. L’acido polilattico Il suo uso come impianto Ăš relativamente nuovo, benchĂ© si utilizzi da tempo per altri usi medici. Produce uno stimolo del collagene proprio, senza reazione da corpo estraneo, cosa che lo rende specialmente utile in certe zone del volto e per il trattamento della lipoatrofia facciale che si produce in pazienti in cura per HIV. Bisogna sempre tenere conto, data la grande quantitĂ  di prodotti disponibili, che non tutti sono indicati per tutto, per questo i dettagli particolari e tecnici di ogni prodotto richiedono una competenza specifica. Come in ogni atto medico Ăš fondamentale la valutazione del paziente, per scoprire malattie che contraindichino il trattamento, come le coagulopatie gravi, processi infettivi attivi, malattie autoimmuni, alterazioni della cicatrizzazione, malattie del collagene, gravidanza, allattamento o allergia a qualche componente del prodotto. In generale l’impianto del materiale di riempimento puĂČ essere realizzato nello studio del chirurgo plastico mediante anestesia locale e il paziente puĂČ riprendere immediatamente la sua vita normale. Gli effetti secondari, frequenti nella zona dell’iniezione, potrebbero essere l’infiammazione, l’arrossamento e piccoli ematomi transitori. PRESTATE SEMPRE ATTENZIONE AI FILLER PERMANENTI!!! I RISULTATI SE PESSIMI, RESTANO A VITA! E ANCHE SE IL RISULTATO FOSSE ECCELLENTE, EVENTUALI COMPLICANZE POSSONO COMPARIRE ANCHE A DISTANZA DI ANNI. Trattamento di riempimento delle labbra Le labbra sono associate dall’antichitĂ  alla sensualitĂ  e, sia per questo, sia per influenze della moda, le richieste per aumentare le dimensioni delle labbra sono molto frequenti, tanto nelle giovani come in persone di etĂ  piĂč avanzata. Mediante l’iniezione di alcuni dei materiali sopra citati possiamo far sĂŹ che il labbro resti piĂč definito e piĂč spesso ma non tutti i materiali di impianto che abbiamo visto in precedenza possono essere usati sulle labbra. La massima indicazione per definire le labbra Ăš l’utilizzo dell’acido jaluronico. La caratteristica piĂč importante che devono avere le labbra dopo l’aumento Ăš l’assoluta naturalitĂ , senza la presenza di protuberanze. Sfortunatamente Ăš frequente trovare labbra artificialmente aumentate che sembrano salsicce, in un tentativo di recuperare la gioventĂč perduta e per far sparire le rughette verticali del labbro superiore (codice a barre), gonfiando il labbro come se fosse un pallone. Trattamento delle rughe di espressione con tossina botulinica La tossina botulinica (BTX) prende il nome dal latino «botulus» che significa «salsiccia». Infatti, Ăš studiando le cause di un'intossicazione alimentare seguita ad un banchetto nuziale durante il quale furono consumate delle salsicce che, nel 1793, Justinius Kerner coniĂČ questo nome. Un secolo piĂč tardi, nel 1897, fu isolato il Clostridium botulinum, il batterio all'origine della tossina. Il Clostridium puĂČ svilupparsi in tutti gli alimenti mal conservati (verdure in scatola, pesce, fegato) e, in assenza di aria, produrre la BTX. Tra la fine degli anni Settanta ed inizio anni Ottanta si Ăš cominciato ad iniettare la BTX per correggere lo strabismo, grazie agli studi della meccanica della tossina, che causa una paralisi muscolare. Col tempo si sono aggiunte alle indicazioni una cinquantina di altre patologie (disturbi del movimento, sudorazione eccessiva, spasticitĂ ). Proprio dagli studi sullo strabismo, alcuni oculisti hanno notato che l’iniezione della tossina botulinica causava uno stiramento delle rughe periorbitarie e da li nĂ© seguĂŹ l’utilizzo a fini estetici. L’effetto della tossina produce un blando indebolimento dei muscoli trattati, per cui si ottiene un importante miglioramento delle rughe della fronte, dello spazio tra le sopracciglia e delle zampe di gallina. Gli effetti del trattamento durano da 5 a 6 mesi e possono essere ripetuti. Si puĂČ utilizzare come trattamento unico o combinato con altre tecniche chirurgiche come la blefaroplastica o il lifting facciale. Il trattamento non necessita di nessun tipo di anestesia e consiste nell’iniezione del prodotto mediante un ago molto sottile nei gruppi muscolari che si intende trattare. Il paziente puĂČ tornare immediatamente alle sue attivitĂ . Gli effetti cominciano a manifestarsi dopo tre giorni e il rilassamento muscolare produce la scomparsa delle rughe che sono state trattate. Gli effetti secondari e le controindicazioni sono minimi nelle mani di personale medico qualificato e con conoscenze dell’anatomia della zona che viene trattata, nozione indispensabile per garantire il successo del trattamento e minimizzarne i rischi. La soddisfazione dei pazienti Ăš molto grande, viene valutata molto positivamente la relativa semplicitĂ  della tecnica rispetto agli ottimi risultati ottenuti.

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Aesthetic medicine‱Plastic, reconstructive and aesthetic surgery‱Gynaecology and obstetrics‱Anti-Aging‱General internal medicine‱Laser‱Weight loss clinic‱Doctors
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La chirurgia estetica C’ù una certa tendenza a giudicare con superficialitĂ  e mancanza di informazione la persona che decide di sottoporsi a un trattamento di chirurgia estetica, mentre si accetta senza nessuna riserva la spesa approssimativa di un miliardo di euro l’anno nell’industria cosmetica e nella moda. Si Ăš soliti cambiare i capelli, le creme, i profumi e l’unica differenza con la chirurgia estetica Ă© che quest’ultima puĂČ rendere permanente un cambiamento che spesso risulta solo appena abbozzato dopo molte ore di lavoro di fronte allo specchio. Fortunatamente questo atteggiamento negativo va scomparendo, ma a cosa si deve questa conquista? Oggi la chirurgia estetica si Ăš democratizzata, entrando a far parte del ceto medio lĂ  dove si colloca il maggior numero di persone che ne hanno necessitĂ  inoltre, grazie alla medicina sociale che ha lo scopo di migliorare la qualitĂ  della vita delle persone della terza etĂ , si assiste sempre piĂč ad un allungamento della vita che rende quasi inevitabile ad un certo punto il presentarsi di uno squilibrio tra come ci vediamo e come ci sentiamo o agiamo. L’aumento della richiesta di interventi per attenuare le tracce dell’invecchiamento, o i suoi segni prematuri, ha innalzato moltissimo il numero delle visite al chirurgo plastico; le persone abitualmente richiedono un miglioramento del loro aspetto, peggiorato talora dallo stress o dalla mancanza di esercizio, che puĂČ evidenziarsi con un eccessivo rilasciamento del viso, con borse sotto gli occhi, con eccesso di pelle sulle palpebre o ancora con alterazioni del contorno corporeo come seni cadenti, addome flaccido, eccesso di peso... Le visite dal chirurgo plastico sono aumentate considerevolmente negli ultimi anni, del 75% circa e conseguentemente sono incrementate le operazioni sui profili e contorni corporei (naso, mento, ipomastia, lipodistrofia) in persone di tutte le etĂ , che in passato si nascondevano o infagottavano per nascondere i propri difetti sperando di ottenere una maggiore accettazione da parte degli altri. Se proviamo a suddividere gli interventi chirurgici in base alle fasce d’etĂ  ci ritroviamo a definire tre gruppi distinti: • I giovani Che solitamente a partire dai sedici o diciassette anni, per motivi di insoddisfazione personale che arrivano ad alterare la vita di relazione o la valutazione della propria immagine, convogliano tutti i loro problemi in un naso grande, deforme o semplicemente “diverso” oppure in un seno piuttosto grande, ipertrofico, che limita il loro modo di vivere facendoli vergognare quando praticano uno sport, che li obbliga a vestirsi comodamente, che arriva a dare loro problemi sessuali o anche fastidi alla schiena, o al contrario nella carenza di seno che li spinge a cercare continuamente nuovi modi per sentirsi sempre piĂč grandi, sempre piĂč donne. • Gli adulti Donne con problemi post gravidanza: seni cadenti, addome cascante con o senza devastazione della muscolatura addominale, cumuli di grasso antiestetici sui fianchi, sul giro vita, sulle cosce; o uomini, che si ritrovano a combattere la comparsa di segni di stanchezza o gli accumuli di peso localizzati, generalmente dovuti a una vita sedentaria, alla mancanza di esercizio e al troppo stress lavorativo. • La cosiddetta terza etĂ  (e quanto Ăš difficile per qualsiasi professionista dire quando comincia questa “terza età”!) In cui si instaura una chiara lotta contro i segni dell’invecchiamento presenti su viso (borse, rilasciamento del volto, collo), seno, addome, che frequentemente sono la causa di alcune domande come: Sto bene? Se ho un buon lavoro e sono in un momento di grande produzione mentale, perchĂ© mi vedo cosĂŹ? Tutto porta sempre alla stessa domanda: perchĂ© non si accetta la propria immagine? PerchĂ© non si accetta l’invecchiamento con dignitĂ ? PerchĂ© non si accetta quel naso grosso? E’ la sua personalitĂ ? PerchĂ© si opera? E’ molto facile giudicare gli altri e molte volte Ăš una difesa del proprio io. Se io non oso 
, se io non posso 
, se non me lo permettono 
. PerchĂ© l’altro sĂŹ? Magari tutti i problemi che abbiamo nella vita potessero risolversi nel modo in cui lo fa la chirurgia estetica! Quello che la chirurgia estetica ricerca Ăš la normalitĂ , l’equilibrio nei risultati senza che i cambiamenti siano visibili o strani, per aiutare una persona a raggiungere qualcosa di cosĂŹ facile e cosĂŹ difficile al tempo stesso: il vivere in armonia con il proprio corpo e con la propria immagine. Prendere la decisione La decisione di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica Ăš assolutamente personale, non deve mai essere presa nĂ© da familiari, nĂ© da amici (per quanto essi possano essere ben intenzionati), talvolta la persona che decide di operarsi deve affrontare l’incomprensione o addirittura la proibizione di genitori, mariti, mogli o amici, ma bisogna far capire loro che presto o tardi se il paziente Ăš convinto di ciĂČ che vuole, prenderĂ  la sua decisione, anche se gli altri non concordano. Naturalmente Ăš vero anche il contrario, i genitori, gli amici o il coniuge devono sapere che se il paziente non vuole o non Ăš convinto di avere o di doversi correggere un difetto estetico non Ăš corretto fargli pressione. Qualsiasi persona che intende sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica puĂČ chiedere consiglio, ma una volta presa la decisione, sia positiva che negativa, l’appoggio dei familiari e degli amici svolge un ruolo molto importante sia nel pre che nel postoperatorio. Qual Ăš il miglior consiglio che si puĂČ dare a una persona che ha giĂ  preso questa decisione? Prima di tutto che si informi bene, fino alla nausea, dei pro e dei contro di un intervento chirurgico. Si dovrĂ  considerare, per prima cosa, a chi rivolgersi. Non deve esserci nessun dubbio: la specialitĂ  di chirurgia plastica ricostruttiva e estetica Ăš riconosciuta dall’Unione Europea. E’ facile consultare o ottenere la lista dei chirurghi plastici di una cittĂ  o di un Paese per mezzo degli Ordini dei Medici o dell’Associazione dei Chirurghi Estetici. A partire da tale lista, con il consiglio del medico curante o di alcuni conoscenti che abbiano giĂ  affrontato un’operazione, si troverĂ  la scelta migliore. Ma fate attenzione! C’ù molta pubblicitĂ  ingannevole ed Ăš bene ricordare che nessuno regala niente e che il tempo di qualsiasi professionista ha un prezzo. La chirurgia estetica non Ăš miracolosa e il professionista vi spiegherĂ  bene quali sono i risultati che vi potete aspettare, quali sono i tempi per il recupero e quali sono i rischi collegati all’intervento. Fissate un appuntamento ed esponete il problema che vi ha indotto alla decisione, se la relazione medico-paziente Ăš positiva esistono molte possibilitĂ  di intesa e il professionista vi informerĂ  con una corretta esposizione i vantaggi e i rischi dell’intervento a cui volete sottoporvi. Se la spiegazione dello specialista non risulta soddisfacente Ăš consigliabile vederne altri, fino ad incontrare il professionista adeguato, in grado di soddisfare il paziente tanto nelle spiegazioni quanto nelle cose piĂč importanti e delicate come il suo benessere psicologico. Un buon medico Ăš colui che Ăš in grado, una volta individuati i problemi estetici del paziente di indicarne le possibili soluzioni e di valutare onestamente le garanzie di successo dell’intervento in base alla severitĂ  del problema stesso. Non bisogna avere alcuna vergogna di chiedere assolutamente tutto, persino quelle domande che sembrano ridicole, o vedere tutti gli specialisti che si ritiene opportuno, questo Ăš ciĂČ che gli americani chiamano lo shopping lifting, ovvero cercare fino a trovare ciĂČ che soddisfa pienamente la persona secondo le sue necessitĂ . Quali sono i rischi? La cosa piĂč importante Ăš ottenere la maggior precisione possibile sul risultato che si puĂČ conseguire, il chirurgo plastico non Ăš un mago che puĂČ cambiare la vita di nessuno. Si puĂČ, grazie ad un buon risultato estetico, aumentare l’autostima di quel paziente, specialmente rispetto al suo ambiente familiare e sociale, ma mai cambiargli la vita o trasformarlo fisicamente o psicologicamente in un’altra persona. Lo specialista dovrĂ  spiegare la tecnica chirurgica che impiegherĂ  con parole semplici e in modo chiaro fino a quando non resterĂ  alcun dubbio, in seguito dovrĂ  dedicarsi ai limiti della stessa sottolineando dove rimangono le cicatrici (precisando che si nascondono, non si cancellano, migliorano molto con il tempo ma non scompaiono) e spiegando accuratamente cosa ci si aspetta nel postoperatorio. Dobbiamo pensare che la chirurgia, sia essa grande o piccola, Ăš sempre un atto aggressivo per il corpo umano, questo puĂČ produrre ematomi e processi infiammatori che possono durare piĂč o meno tempo, puĂČ esserci dolore, piĂč o meno controllato o altre complicazioni. E’ altresĂŹ importante decidere insieme allo specialista il tipo di anestesia che si utilizzerĂ  durante l’operazione, chi sarĂ  l’anestesista e il luogo dove si eseguirĂ  l’intervento. L’anestesia Ăš uno dei campi della medicina che evolve con maggiore celeritĂ , continuamente alla ricerca di una maggiore sicurezza, si anestetizzano dai neonati con poche ore di vita agli anziani, ma di fatto, qualunque sia il tipo di anestesia (generale, periferica, sedazione, locale) non esiste mai la sicurezza assoluta. Da questo si evince l’importanza che hanno la partecipazione di uno specialista in anestesia e la realizzazione dell’intervento in un centro che abbia tutti i requisiti di sicurezza della medicina attuale. ____________________________________________________________________________________ Rinoplastica (Chirurgia del naso) E’ dedicata a quel paziente che non Ăš a suo agio con le dimensioni o la forma del suo naso e ne desidera una correzione estetica, quest’ultima si definisce rinoplastica e rappresenta l’intervento piĂč frequente fra quelli di chirurgia estetica e, anche se non sembra, Ăš quello piĂč complesso dal punto di vista tecnico. Candidati e candidate per l’intervento Il naso raramente Ăš causa di problemi nella prima adolescenza e la ragione sta nel fatto che non inizia a svilupparsi veramente fino ai dodici o quattordici anni, ecco perchĂ© abitualmente il momento in cui si pensa ad una rinoplastica non arriva fino ai diciassette o diciotto anni. Oggigiorno piccoli difetti possono creare grandi problemi, non solo per il maggior o minor grado di coinvolgimento personale, ma perchĂ© possono alterare o privare di equilibrio tutta l’ immagine del viso, la sua estetica. Non possiamo negare che nella maggioranza delle professioni il primo contatto Ăš costituito dalla propria immagine, di conseguenza capiamo perchĂ© di giorno in giorno aumenta il numero di persone che ricorrono allo specialista per questo tipo di problema. Migliorare l’immagine esteriore di una persona contribuirĂ  ad aumentarne l’autostima e, di conseguenza, la disinvoltura nelle relazioni con gli altri e una maggiore intraprendenza. La visita Lo specialista in questo tipo di chirurgia deve valutare molteplici elementi. Il primo e piĂč importante Ăš informare il paziente: localizzare quello che per lui Ăš il maggior difetto, qual Ăš il suo desiderio di miglioramento e quali speranze e aspettative ripone nel risultato. Se ci sono dubbi o se per il paziente Ăš difficile spiegarsi, il chirurgo puĂČ avvalersi dell’aiuto di foto pre e post operatorie di altri pazienti (naturalmente sempre conservando l’assoluto rispetto della privacy) per mostrare come potrebbe essere il risultato. Dopo aver ascoltato e osservato attentamente il paziente, il medico effettuerĂ  un’opportuna esplorazione della struttura cutanea, ossea e cartilaginea della piramide nasale e valuterĂ  la sua funzionalitĂ  (come respira). Oggigiorno la rinoplastica si focalizza su un doppio risultato: estetico e funzionale. E’ necessario che il naso abbia un bell’aspetto ma anche che funzioni perfettamente. A partire da questo momento il medico spiegherĂ  al paziente quali sono le possibili soluzioni del suo caso, o piĂč precisamente che cosa puĂČ fare per avvicinarsi al massimo del risultato desiderato. InizierĂ  spiegando la tecnica che eseguirĂ , il cui principale obiettivo sarĂ  quello di ottenere un naso “normale e soprattutto naturale” e mai un naso che si noti “operato” . E’ necessario utilizzare disegni, schemi, fotografie, che aiutino una maggiore comprensione o che permettano una proiezione del risultato, spiegare i pro e i contro dell’intervento, le caratteristiche del postoperatorio, i controlli futuri necessari. L’utilizzo del computer per disegnare o pianificare Ăš sicuramente un enorme vantaggio ed un ottimo strumento per il chirurgo ma soprattutto per il paziente, che potrĂ  cosĂŹ rendersi conto delle modifiche “per il momento solo virtuali” del suo naso e del suo profilo. E’ bene specificare che nella riuscita di una rinoplastica intervengono molti fattori come ad esempio la qualitĂ  dei tessuti o il maggior o minor grado di deformitĂ  e tutti quanti influiranno sul risultato, per questo Ăš necessario spiegare tutto il piĂč chiaramente possibile. Se questo non Ăš sufficiente bisognerĂ  ripetere la visita piĂč volte affinchĂ© non ci siano dubbi sul risultato che si potrĂ  ottenere, se tali problematiche persistono o se il paziente risulta ancora indeciso o se ha false aspettative la cosa migliore sarĂ  sospendere o rimandare l’intervento. E’ troppo importante l’immagine che un naso puĂČ dare a un volto per commettere l’errore di effettuare un intervento, sia pur eccellente, con il rischio che non sia gradito dal paziente o che sia giugicato non adatto al proprio viso. L’intervento Si possono usare tre tipi di anestesia nell’intervento di rinoplastica: l’anestesia locale, quella locale con sedazione o l’anestesia generale. Il miglior consiglio che si puĂČ dare Ăš utilizzare sempre la tecnica anestesiologica piĂč comoda per il chirurgo, dato che ciĂČ andrĂ  a favore del risultato estetico che cerca di conseguire. Bisogna tenere presente che qualsiasi tipo di anestesia costituisce sempre un fattore di rischio, pertanto la cosa piĂč importante Ăš chi, come e dove si realizza. Anatomicamente esistono quattro zone o aree da trattare: • il dorso nasale che si puĂČ ridurre, aumentare o restringere • la punta del naso che si puĂČ rimodellare • le cartilagini alari, che daranno l’opportuna proiezione della punta e che sono un punto saliente della definizione estetica • il setto nasale che viene corretto essenzialmente per migliorare la funzionalitĂ  respiratoria La rinoplastica puĂČ essere realizzata in forma chiusa o aperta, questo significa che secondo il caso, l’abilitĂ , l’esperienza e la formazione del chirurgo plastico, l’intervento viene realizzato all’interno delle fosse nasali o al di fuori di esse. Nella tecnica aperta si pratica un piccolo taglio invisibile nella columella, si alza tutta la copertura cutanea e, una volta messe in vista tutte le strutture, vi si realizzano le modifiche. Il paziente esce dalla sala operatoria con una piccola medicazione di plastica sul dorso del naso che verrĂ  rimossa al sesto giorno. Talvolta vengono utilizzati tamponi endonasali che saranno rimossi in 24-48 ore. L’unico inconveniente sarĂ  respirare per qualche giorno con la bocca, sensazione che sarĂ  molto simile a quello che si prova quando si Ăš costipati dal catarro. Un altro piccolo inconveniente potrebbe essere una maggiore o minore infiammazione degli occhi, che puĂČ durare fino a una settimana, dovuta alla necessitĂ  di dover praticare delle piccole fratture ai lati del naso per stringerne il profilo. Dopo l’intervento – che abbiamo cercato di chiarire nel modo piĂč semplice possibile, senza entrare in grandi tecnicismi – quando il chirurgo rimuoverĂ  le medicazioni, sarĂ  suo compito dare appoggio psicologico al paziente dato che la correzione di deformitĂ  nasali importanti darĂ  un cambiamento di immagine altrettanto grande e radicale. Il paziente dovrĂ  far entrare questo “naso nuovo” nel suo schema mentale corporeo, pertanto l’appoggio psicologico Ăš lo stesso di cui ha bisogno qualunque paziente in qualsiasi intervento di chirurgia ricostruttiva durante il processo post-operatorio. Gli edemi e le ecchimosi saranno controllati nelle settimane e nei mesi successivi e dopo un paio di settimane circa il paziente potrĂ  tornare al lavoro. Quanto allo sport Ăš raccomandabile praticarlo dopo almeno un mese, si dovrĂ  evitare anche l’esposizione prolungata al sole o qualsiasi altro elemento che possa mettere a rischio il successo dell’intervento. Se tutto va per il meglio, dopo circa sei mesi il chirurgo darĂ  per concluso il suo lavoro. ________________________________________________________________________________________________ Mentoplastica (chirurgia del mento) Esiste un gruppo di pazienti in cui la rinoplastica puĂČ non essere sufficiente per ottenere una linea del profilo armonica poichĂ© il mento risulta troppo arretrato. Questo potrebbe presupporre una riduzione nasale molto marcata per uguagliare la linea del mento, ma Ăš una concezione sbagliata. l’ideale in questi casi Ăš studiare molto bene il profilo del paziente: la proiezione della punta del naso deve essere lievemente piĂč avanti di quella del mento e se questo Ăš molto indietro, nel piano operatorio bisognerĂ  prevedere la collocazione o di una protesi nel mento o di tessuto adiposo (lipofilling). Si tratta di un intervento relativamente semplice che si realizza approfittando dell’anestesia generale durante la rinoplastica, mentre nei casi in cui Ăš necessario unicamente aumentare il mento senza toccare il naso sarĂ  sufficiente un’anestesia locale con sedazione. All’interno della bocca, dietro il labbro inferiore, si fanno due incisioni laterali di circa due o tre centimetri, da qui si va a contatto dell’osso. Le protesi sono di silicone. Si tratta di un materiale solido ma allo stesso tempo flessibile e malleabile quindi il chirurgo puĂČ modellarlo durante l’intervento per renderlo il piĂč fedele possibile alla forma desiderata. Dopo aver chiuso le incisioni mediante punti di sutura riassorbibili generalmente si prescrivono antibiotici e antinfiammatori per una settimana. Trascorso questo tempo benchĂ© possa persistere un po’ di infiammazione, il paziente generalmente ha un aspetto normale che gli permette di realizzare le sue attivitĂ  abituali senza problemi. ________________________________________________________________________________________________ Otoplastica (chirurgia delle orecchie) Le “orecchie a sventola” sono un problema che non va sottovalutato, possono averle bambini, donne, uomini, adulti e persino anziani, che perdendo i capelli vedono in tutta la loro invadenza queste due “palette” ai lati del capo. Ci fanno sorridere le orecchie dei conigli, ci fanno tenerezza le orecchie grandi dei cani da caccia e quelle puntute dei gatti, sembra che la natura abbia fatto uno scherzo all’uomo affibbiandogli delle orecchie fatte in questa maniera. Ce ne sono di grandi, sporgenti, lunghe, larghe, attaccate al viso dalla parte del lobo e staccate sulla punta e ogni altra stranezza che possa venirci in mente. Purtroppo talvolta sono ingombranti e quasi ridicole. E ci stanno proprio ai due lati del viso, non ci salviamo dalla loro presenza perchĂ© sono sempre ben visibili. Possono abbruttire un bel viso, peggiorare un viso interessante, attirare l’attenzione piĂč di ogni altra cosa al primo sguardo. Prima visita Dopo opportuna anamnesi si colloca il paziente davanti a uno specchio e con la semplice manovra di piegare o unire le orecchie verso la testa, si chiede a lui quello che realmente desidera. Non Ăš una visita in cui esistano molti dubbi sul trattamento da seguire. La spiegazione del chirurgo riguarderĂ  il tipo di intervento che si deve realizzare, a che etĂ , con quale anestesia, i giorni di ricovero e le caratteristiche del post-operatorio come qualsiasi altro tipo di intervento chirurgico estetico. L’intervento si realizza negli adulti in anestesia locale, nei bambini in anestesia generale (Ăš molto difficile chiedere a un bambino di resistere una o due ore in anestesia locale). Prima dell’intervento il chirurgo disegna dove deve essere collocata la futura plica dell’antelice poi, realizzando un’incisione nascosta nella parte posteriore dell’orecchio, tratta la cartilagine con alcuni punti di sutura che creeranno una nuova plica affinchĂ© l’antelice si pieghi all’indietro. Una volta suturata l’incisione si copre con un bendaggio, come un turbante. E’ importante eseguire una visita di controllo il giorno dopo l’intervento, in modo da controllare eventuali ematomi, dolori, febbre, segni d’infezione, ecc.. L’orecchio Ăš una struttura anatomica composta totalmente da cartilagine e pelle ed Ăš molto sensibile a qualsiasi manipolazione o sanguinamento ed Ăš per questo motivo che il paziente non riuscirĂ  a dormire poggiando le orecchie sul cuscino. E’ necessario fare accuratamente le medicazioni della ferita e dopo circa 3 giorni posizionare una fascia larga da capelli (o da sci, da tennis, ecc..). L’importante Ăš mantenere protette le orecchie e che il paziente le senta tali ancora per almeno una settimana, fino a quando avranno recuperato il loro colorito normale, con il diminuire dell’infiammazione e lo stabilizzarsi dei risultati. E’ possibile lavare la testa a partire dalla prima settimana. Complicazioni : Asimmetria A parte l’anestesia e la tecnica chirurgica (logicamente il monitoraggio post-operatorio Ăš lo stesso che per qualsiasi altro intervento chirurgico) Ăš necessario spiegare e mostrare al paziente che l’asimmetria che esiste fra le due orecchie Ăš presente normalmente in tutto l’organismo e in tutti gli individui. Nel corpo umano tutte le cose pari sono piĂč o meno asimmetriche (gli occhi, le mammelle, ecc..) in base a forma, dimensioni e localizzazione, la normale asimmetria viene misconosciuta quando le orecchie sono staccate dalla testa ed enfatizzata quando queste sono in posizione normale. Bisogna informare il paziente che la simmetria completa Ăš praticamente impossibile. Punti C’ù la possibilitĂ  che qualcuno dei punti che si posizionano nella zona retroauricolare venga rigettato dopo alcuni mesi o anche anni. Talvolta si rende necessario un piccolo re-intervento per recuperare la forma corretta che, con il “saltare” del punto potrebbe perdersi. Cicatrici Le cicatrici retroauricolari possono dare origine ad un cheloide (una cicatrice ipertrofica grossa, rossa, a volte dolorosa), quando questo si verifica si dovrebbe resecarlo con opportuno trattamento. ________________________________________________________________________________________________ Mastoplastica additiva Valutazione della paziente La valutazione della paziente inizia con il primo colloquio, lo specialista prima dialogherĂ  con lei, poi effettuerĂ  un accurato esame fisico al termine del quale la paziente specificherĂ  quali sono i suoi desideri e le sue aspettative. Il chirurgo cercherĂ  di spiegare nel modo piĂč chiaro e semplice possibile le varie tappe dell’intervento, in cosa consisterĂ  il pre e il post-operatorio e risponderĂ  in maniera esaustiva a tutte le domande che la paziente porrĂ  nel corso della visita. Un’anamnesi completa e accurata permetterĂ  di evidenziare eventuali fattori di rischio familiari o personali (ipertensione arteriosa, diabete mellito, malattie polmonari, ecc..) Ăš importante indagare l’esistenza di precedenti di neoplasia nei consanguinei o altre patologie della mammella e tutte quelle condizioni che possono modificare fisiologicamente il seno come la gravidanza e le alterazioni connesse al ciclo mestruale (congestione, dolore, ecc..). Meritano attenzione anche i precedenti chirurgici sia a carico della mammella che del resto del corpo, il tipo di anestesia ricevuta, le eventuali abitudini dannose quali il tabagismo o l’alcolismo, in pratica interessa tutto ciĂČ che potrebbe presupporre qualunque tipo di problema nello svolgimento e nel risultato a breve e lungo termine dell’intervento chirurgico che si prospetta. E’ della massima importanza mettere a conoscenza l’intera equipe medica di qualsiasi tipo di allergia a medicinali e se vi Ăš l’assunzione quotidiana di qualunque tipo di farmaco. Tutte queste informazioni permettono al chirurgo plastico, insieme alla paziente, di ricercare, a seconda di ogni caso, il tipo di intervento da realizzare, decidere il volume e la forma della protesi (rotonda o anatomica) e il contenuto della stessa (siero fisiologico, gel di silicone, idrogel). Inoltre si sceglierĂ  la localizzazione dell’incisione chirurgica che si praticherĂ  (periareolare, inframammaria, ascellare, ombelicale). Gli ultimi due casi, ascellare e ombelicale fanno parte di tecniche con dei limiti propri, rispetto alla “via” che utilizzano e per l’uso esclusivo di un tipo di protesi (siero fisiologico), oltre ad avere maggiore probabilitĂ  di complicanze secondarie. La localizzazione anatomica della protesi potrĂ  essere sottoghiadolare o sottomuscolare. E’ fondamentale conoscere i pro e i contro del tipo di intervento prospettato e, in ogni caso, gli eventuali limiti della paziente (dimensioni e forma del torace, taglia, tipo di pelle, forma e volume della mammella esistente, ecc..). Prima dell’intervento lo specialista scatterĂ  delle foto alla paziente in modo da poterle paragonare poi nel post-intervento al risultato finale ottenuto. Ricordiamo inoltre che Ăš necessario che la paziente firmi l’autorizzazione all’intervento (il consenso informato) naturalmente quando tutti i dubbi e le eventuali domande saranno stati chiariti esaustivamente da parte dello specialista. Esami preoperatori Si richiedono sempre: - Emocromo ed esami ematochimici di routine. Questi permetteranno di evidenziare la presenza di anemia, anormalie della coagulazione del sangue, eventuali processi infettivi, valori anormali di glicemia, indici di funzionalitĂ  renale (creatininemia) ed epatica (transaminasi) ecc.. - Elettrocardiogramma, per valutare lo stato funzionale del cuore. - Ecografia, per valutare lo stato clinico del tessuto ghiandolare. Controindicazioni Questo intervento non puĂČ essere realizzato nei seguenti casi: - Gravidanza - Malattia grave organica o mentale - Malattia grave della mammella in follow-up o in trattamento - Se sussistono controindicazioni da parte dell’anestesista Preparativi per l’intervento I farmaci abituali che si stanno assumendo dovranno essere mantenuti, purchĂ© il medico ne sia a conoscenza, eccetto alcuni che potrebbero alterare i meccanismi emostatici quale l’acido acetilsalicilico (aspirina) e gli antiinfiammatori non steroidei (FANS), che dovranno essere sospesi a partire dalle due settimane precedenti l’intervento poichĂ© potrebbero facilitare il sanguinamento e la formazione di ematomi. Si raccomanda anche di non fumare nelle settimane precedenti l’intervento (o almeno di limitare drasticamente il numero di sigarette giornaliere) e possibilmente anche nel post-intervento, per evitare alterazioni della microcircolazione che ritarderebbero la cicatrizzazione oltre a poter complicare le manovre anestetiche. Disegno preoperatorio Il chirurgo plastico disegna sul torace e sulla mammella della paziente dei tratti guida per l’operazione, da seduta o in piedi. Si evidenziano la zona scelta per l’incisione chirurgica, la posizione del solco sottomammario, la posizione del muscolo grande pettorale, ecc.. Tipo di anestesia L’anestesia generale Ăš quella scelta nella maggioranza dei casi. Un’équipe di anestesisti di grande esperienza si occupa della paziente e la osserva fin dal suo ingresso, indicando se necessario anche il blando sedativo da assumere la notte precedente l’intervento o il giorno stesso. All’arrivo in sala operatoria, l’anestesista collocherĂ  un’agocanula per la somministrazione dei liquidi e dei medicinali, addormenterĂ  la paziente, monitorerĂ  le sue funzioni vitali in corso di intervento e la seguirĂ  con attenzione nell’immediato post-operatorio. Tutto questo con il proposito che la paziente superi con tranquillitĂ  e sicurezza l’operazione. Tecnica chirurgica Si realizza l’incisione chirurgica nella zona scelta, in questo caso descriveremo l’incisione periareolare, quella che Ăš localizzata nella metĂ  inferiore del bordo areolare. Utilizzando questa via si realizza la dissezione ghiandolare in senso perpendicolare attraverso la mammella verso il piano muscolare. Dobbiamo ricordare che nelle pazienti con areola molto piccola, sulla quale non si puĂČ praticare questa incisione, di utilizza quella inframammaria (a livello del solco). Si localizza poi il piano anatomico scelto per la protesi, sottoghiandolare o sottomuscolare. Nel piano sottoghiandolare, si procede a dissecare (separare) la ghiandola mammaria dalla fascia muscolare sottostante fino a creare una “tasca” adeguata alla protesi scelta. Nel piano sottomuscolare inizialmente si localizza il margine inferiore del muscolo grande pettorale e con il bisturi elettrico si realizza la sua dissezione, tenendo conto delle inserzioni mediali nello sterno e le sue relazioni con altri muscoli come il piccolo pettorale, il dentato anteriore e il retto addominale. Si indeboliscono le inserzioni dei muscoli sullo sterno nella zona mediale inferiore per evitare che con il movimento si produca una risalita grottesca della protesi . Dopo una accurata emostasi (cauterizzazione dei vasi sanguigni) si realizza un “lavaggio” della cavitĂ  creata con una soluzione antibiotica cosĂŹ come della protesi scelta con lo scopo di prevenire qualsiasi possibilitĂ  di contaminazione e facilitare lo scivolamento della protesi nel momento in cui la si introduce. Il chirurgo si cambia i guanti e procede a introdurre la protesi, osservando la corretta posizione di questa al termine della manovra. Se il caso lo richiede, si collocherĂ  un drenaggio e si procederĂ  alla sutura della ferita chirurgica; la pelle dell’areola si sutura con un materiale riassorbibile per via intradermica, tecnica che migliora il risultato estetico della cicatrice. Una volta finito di suturare, si medica la ferita chirurgica e si applica un bendaggio. L’anestesista risveglia la paziente, che viene trasportata nella sala risveglio dove resterĂ  il tempo necessario per riaversi dall’effetto dell’anestesia ed essere portata in camera. Se ci sono familiari in attesa il chirurgo, non appena terminato l’intervento, li informerĂ  sulla riuscita dell’operazione e sulle condizioni della paziente. Post-operatorio : Le prime ventiquattro ore La paziente resterĂ  ricoverata in clinica dove le verranno somministrati antibiotici e analgesici; il personale infermieristico monitorerĂ  i parametri vitali (pressione arteriosa, polso e temperatura) e la quantitĂ  e le caratteristiche del liquido che esce dal drenaggio (se posizionato). Lo specialista visiterĂ  la paziente con regolaritĂ  e raccomanderĂ  di non somministrare liquidi o alimenti nelle prime ore e di limitare il movimento, facendosi aiutare in camera o nel bagno. Complicazioni : Primo giorno • Ematoma: del tutto normale se di dimensioni limitate, nel caso fosse troppo voluminoso e causasse intenso dolore, potrebbe essere necessario evacuarlo rioperando la paziente • Dolore: facilmente evitabile con la somministrazione di analgesici • Vomito severo: evitabile con la somministrazione di antiemetici Secondo giorno La paziente viene valutata dai membri dell’équipe di chirurgia plastica che controlleranno il suo stato clinico, rimuoveranno i drenaggi se sono stati messi e medicheranno le ferite. verrĂ  fatto indossare alla paziente un reggiseno sportivo contenitivo. In seguito la paziente verrĂ  dimessa, le si consegneranno i medicinali che dovrĂ  prendere fino al controllo nello studio dello specialista il quarto o il sesto giorno (antibiotici, analgesici e antiinfiammatori) e le si daranno istruzioni generali (non muovere le braccia con totale libertĂ  nĂ© contro resistenze o pesi) per ottenere la corretta evoluzione della zona operata. Complicazioni • Ematoma • Dolore • Sieroma (accumulo di liquido linfatico) • Infezione: si previene con la somministrazione di antibiotici, si manifesta con segni infettivi generali (febbre, malessere generale, ecc..) • Diastasi della cicatrice areolare, conseguente alla perdita di qualche punto. In questo caso puĂČ essere raccomandabile l’utilizzo di creme cicatrizzanti o correttrici dell’aspetto della cicatrice, che hanno l’effetto di “ammorbidirla e appianarla”. Se questo non Ăš sufficiente potrĂ  essere migliorata chirurgicamente quando saranno trascorsi almeno sei mesi dall’intervento. Dal sesto giorno al primo mese Durante questo periodo si raccomanda l’uso di un reggiseno speciale, di tipo sportivo, che dovrĂ  essere usato continuamente, giorno e notte, per quattro settimane. Si considera normale in questo periodo la presenza di lievi disturbi al seno, come dolore di modesta intensitĂ , occasionali “pizzicori” o formicolii, che possono essere diminuiti con l’utilizzo di qualche blando analgesico (paracetamolo). Con il trascorrere del tempo si assiste ad una progressiva lenta risoluzione dell’edema e dei lividi, cosĂŹ come va risolvendosi la temporanea perdita della sensibilitĂ  nell’areola o nel capezzolo successiva all’intervento. Primo anno Si realizzano controlli medici seriati della paziente a tre, sei e dodici mesi. In tal modo si potrĂ  sorvegliare per un periodo adeguato l’evoluzione dei risultati, oltre a permettere di chiarire gli eventuali dubbi della paziente. Complicazioni • Incapsulamento della protesi: si sviluppa con un’incidenza minore del cinque per cento. La cicatrice che circonda la protesi puĂČ diventare per molteplici fattori dura, poco elastica, palpabile, dolorosa e persino arrivare a deformare la mammella, secondo il grado di incapsulamento (Baker I: la mammella aumentata Ăš morbida come quella non operata; Baker II minima durezza e protesi poco palpabile; Baker III: durezza moderata e protesi palpabile; Baker IV: durezza severa e presenza di dolore, mammella fredda e deforme). In questi casi si porrĂ  indicazione di effettuare terapia con ultrasuoni o si proporrĂ  come ultima risorsa il riesame chirurgico per l’exeresi della capsula (ritirarla) per sostituire la protesi. • Alterazione della sensibilitĂ  di qualche zona della mammella. • Cicatrice areolare ipertrofica (cheloide). In questo caso si riesamina con anestesia locale ________________________________________________________________________________________________ Mastoplastica riduttiva L’intervento per ridurre il seno puĂČ suscitare commenti spiritosi da parte di persone poco consapevoli e un poco superficiali. Lo sa bene chi si Ăš sentita dire “ma figurati, con tutte quelle che darebbero qualsiasi cosa per avere un seno grande come il tuo! E pensa a chi paga per farselo ingrandire!”. In realtĂ , la decisione di farsi ridurre il seno, in pratica di farsi “togliere” un pezzetto di sĂ© Ăš frutto di un disagio molto forte, di un sentirsi caricate di una parte del corpo che si reputa eccessiva, che sentiamo estranea e che ci dĂ  fastidio nello svolgere le normali attivitĂ  quotidiane, come chinarci a raccogliere qualcosa o alzare le braccia per sistemare una valigia nel portapacchi del treno, per fare un esempio. Chi ha un seno esageratamente grande e pesante lo avrĂ  di conseguenza cadente, lo sentirĂ  gravare sulla parte anteriore del corpo e avrĂ  facilmente dolori alla schiena per il peso eccessivo e la necessitĂ  di forzare i muscoli a sostenere la massa della mammella. Il seno particolarmente sviluppato non Ăš una caratteristica delle donne sovrappeso, si puĂČ avere un corpo snello e un seno sproporzionato. Molto spesso la relazione negativa con le dimensioni del seno inizia nell’adolescenza. La giovane donna inizia a vergognarsi delle sue forme e a coprirsi con maglie informi e di taglie superiori alla sua per occultare la massa in espansione. Dopo un po’ di tempo si raggiungerĂ  il limite ritenuto “accettabile” dalla giovane e inizierĂ  il suo dramma personale: portare sul proprio corpo una “massa” estranea e fastidiosa. InizierĂ  a non voler piĂč fare educazione fisica, per non correre e non saltare, non avrĂ  piĂč voglia di andare al mare d’estate per non esibire il suo fagotto imbarazzante e il costume da vecchia signora che dovrĂ  indossare e soprattutto non ce la farĂ  piĂč a sopportare i commenti piĂč o meno maligni dei coetanei o lo sguardo compassionevole degli adulti. Il seno esageratamente grosso, o anche solo ritenuto tale per il proprio fisico, diventerĂ  facilmente un’ossessione per la giovane e nell’etĂ  matura, con l’inevitabile cedimento della pelle, potrĂ  essere fonte di grave sofferenza psicologica. Per fortuna esiste la mastoplastica riduttiva, un intervento sicuro e dai risultati pressochĂ© perfetti, che potrĂ  cambiare il modo di sentirsi di una donna e di conseguenza il suo modo di relazionarsi con gli altri e con la vita stessa. Valutazione della paziente La valutazione della paziente inizia con il primo colloquio, lo specialista prima dialogherĂ  con lei, poi effettuerĂ  un accurato esame fisico al termine del quale la paziente specificherĂ  quali sono i suoi desideri e le sue aspettative, soffermandosi in particolar modo su cosa la spinge a richiedere questo tipo di intervento (motivazione psicologica, estetica, funzionale). Il chirurgo cercherĂ  di spiegare nel modo piĂč chiaro e semplice possibile le varie tappe dell’operazione, in cosa consisterĂ  il pre e il post-operatorio e risponderĂ  in maniera esaustiva a tutte le domande che la paziente porrĂ  nel corso della visita. Nella pubertĂ  e nell’adolescenza, per cause principalmente ormonali, lo sviluppo della ghiandola mammaria puĂČ essere asimmetrico in forma e dimensioni (ipertrofia verginale). Questa situazione produce alterazioni nel comportamento quotidiano e nelle relazioni interpersonali. Nella donna in etĂ  fertile la mammella puĂČ avere un volume importante (ipertrofia mammaria), che puĂČ influire in alcuni aspetti della sua vita oppure no. Con la gravidanza e l’allattamento, tuttavia, si producono cambiamenti come l’aumento di volume e il turgore e la successiva perdita di questo volume, associata alla flacciditĂ  della ghiandola e la sua caduta (ptosi ghiandolare). Se questi cambiamenti sono importanti saranno una buona indicazione per realizzare la riduzione mammaria e la pessi ghiandolare (innalzamento all’altezza esteticamente normale). Nell’etĂ  matura della donna si producono cambiamenti alla mammella, con il venir meno dell’influenza ormonale, la tendenza naturale Ăš l’aumento del volume e la “caduta” per l’aumento di tessuto adiposo, cosa che, secondo il caso, puĂČ risultare mal agevole per vestirsi e anche per la pulizia personale. Questo caso puĂČ essere un’altra indicazione per la tecnica della riduzione mammaria. In ogni caso l’intervento cambierĂ  la forma e la dimensione della ghiandola e dell’areola, cosĂŹ come la sensibilitĂ , aspetto importante per la vita sessuale della donna. Con la tecnica opportuna accuratamente realizzata, il chirurgo plastico rispetta e conserva i nervi incaricati di dare sensibilitĂ  alle mammelle, per cui si assicura che dopo un periodo di alterazione questa tornerĂ  alla normalitĂ . A volte possono presentarsi periodi di ipersensibilitĂ  nei quali addirittura sfiorare gli indumenti causa fastidio, questa manifestazione Ăš transitoria. L’unico caso di perdita totale della sensibilitĂ  Ăš quando per un volume eccessivamente esagerato, in pazienti molto obese o in menopausa, si deve proporre una tecnica che letteralmente “amputa” una parte del seno ed Ăš necessario staccare l’areola e il capezzolo del tessuto e collocarli come un innesto nella “nuova mammella”. Il pensiero delle cicatrici post-intervento da sempre provoca un po’ di ansia alla paziente che si preoccupa del risultato estetico finale, ma fortunatamente con il tempo le tecniche chirurgiche riduttive della mammella si sono evolute e perfezionate. All’inizio importava poco il risultato estetico dell’intervento e si poneva tutta l’attenzione nel ridurre il volume. Oggi Ăš di estrema importanza ottenere il volume e la forma adeguata della mammella, cosĂŹ come conservarne le caratteristiche estetiche. Il progresso ha inoltre migliorato il risultato delle cicatrici grazie alle applicazioni delle nuove tecniche. Il tipo di tecnica che descriveremo ci permette di ricollocare l’areola e il capezzolo all’altezza esteticamente adeguata, mentre la chiusura della ferita chirurgica permette di riposizionare la pelle fino a ottenere la forma conica della ghiandola. Il chirurgo plastico nella prima visita informerĂ  sempre la paziente che il risultato dell’operazione si modificherĂ  con l’evolversi del post-intervento. L’edema iniziale, il turgore, la forma della pelle che circonda le cicatrici e le cicatrici stesse, l’alterazione della sensibilitĂ  del seno con il tempo cambieranno. Nelle visite di controllo che si faranno durante il primo anno dall’intervento si osserveranno questi cambiamenti e si chiariranno i dubbi al riguardo. Al principio potrĂ  esserci asimmetria nelle dimensioni ottenute, ma poichĂ© ogni mammella Ăš diversa, lo sarĂ  anche la loro evoluzione. Lo specialista ha le competenze necessarie per chiarire tutti i dubbi e le inquietudini che potrebbero attanagliare la paziente prima o dopo l’operazione. Lo specialista spiegherĂ  nel corso della prima visita anche le cure a cui la paziente dovrĂ  sottoporsi dopo l’intervento: l’uso di un reggiseno adeguato per un mese, dopo aver tolto il bendaggio iniziale, mantenere la pelle della mammella idratata con regolaritĂ , proteggere la cicatrice dai raggi solari, migliorarne il risultato mediante l’utilizzo di sostanze o materiali indicati, praticare sport dopo il periodo convenuto, ecc... Nel caso di accertamenti strumentali di controllo come la mammografia, l’ecografia e la TAC, gli specialisti (il radiologo e il ginecologo) dovranno essere informati del fatto che si Ăš subito un intervento e questo li aiuterĂ  a capire con maggiore chiarezza i risultati ottenuti. Nel pre-intervento il chirurgo plastico interrogherĂ  la paziente per stilare un’anamnesi accurata, familiare e personale, remota e prossima allo scopo di individuare patologie che potrebbero modificare il corso dell’intervento o la sua evoluzione. In tal modo si evidenzieranno fattori di rischio familiari o personali (ipertensione arteriosa, diabete mellito, malattie polmonari, ecc..), precedenti neoplasie nei consanguinei, altre patologie della mammella (malattia fibrocistica, mastite, ascessi, ecc.) e le alterazioni in relazione al ciclo mestruale (dolore, congestione e altre). Meritano attenzione anche i precedenti chirurgici sia a carico della mammella che del resto del corpo, il tipo di anestesia ricevuta, le eventuali abitudini dannose quali il tabagismo o l’alcolismo. In pratica interessa tutto ciĂČ che potrebbe presupporre qualunque tipo di problema nello svolgimento e nel risultato a breve e lungo termine dell’intervento chirurgico che si prospetta. Prima dell’intervento lo specialista scatterĂ  delle foto alla paziente in modo da poterle paragonare poi nel post-intervento al risultato finale ottenuto. Ricordiamo inoltre che Ăš necessario che la paziente firmi l’autorizzazione all’intervento (il consenso informato) naturalmente quando tutti i dubbi e le eventuali domande saranno stati chiariti esaustivamente da parte dello specialista. ________________________________________________________________________________________________ Addominoplastica Cambiamento della parete addominale con il passare del tempo Dall’adolescenza alla vecchiaia l’addome cambia il suo volume, la forma, il tono muscolare e le caratteristiche della pelle e del tessuto adiposo. Per ogni sesso ed ogni individuo l’influenza di fattori come la dieta, l’esercizio, la gravidanza, lo stimolo ormonale e altri, modificano in modo diverso tutti i componenti della parete addominale. Nell’addome giovane, troviamo una pelle di adeguata elasticitĂ , “generalmente” senza smagliature, con scarso pannicolo adiposo, distribuito in modo omogeneo e con un buon tono muscolare. Nell’addome maturo, la pelle perde le caratteristiche iniziali, diventa meno elastica, piĂč flaccida, appaiono facilmente le smagliature, il pannicolo adiposo aumenta a causa dell’influenza ormonale e la dieta, cambia non solo il volume, ma anche la distribuzione omogenea del grasso, con accumuli nella porzione infraombelicale, verso i fianchi e nella parte superiore, e appaiono i cosiddetti “cuscinetti”, o il “salvagente”. Il tono della parete muscolare si mantiene grazie alla pratica dell’esercizio fisico; la gravidanza e la sedentarietĂ  fanno sĂŹ che i muscoli subiscano uno stiramento ed atrofia (perdita di consistenza) e vadano incontro alla perdita di questo tono, dando luogo alla comparsa della flacciditĂ . L’addome diventa pendulo e molto mollo, cosa che si ripercuote direttamente sull’aspetto funzionale ed estetico. Nell’etĂ  matura, specialmente nella donna, il cessare della funzione ormonale produce un maggior deposito di tessuto grasso nella regione addominale, cosa che ne cambia ulteriormente la forma e il volume. Valutazione del paziente La prima visita dallo specialista consiste nel dialogo con il paziente e nell’esame fisico obbiettivo, in modo da evidenziare le aspettative sull’intervento e le proporzioni corporee di ogni singolo caso, come anche le caratteristiche della parete addominale. Il chirurgo plastico valuterĂ  tre aspetti fondamentali: la pelle, il tessuto grasso e la parete muscolare. Il paziente sarĂ  ampiamente informato sulle caratteristiche del suo addome, come elasticitĂ , flacciditĂ , spessore del pannicolo, presenza di smagliature, tipo di pelle, forma dell’ombelico (importantissima nella globalitĂ  dell’addome), presenza di accumuli di grasso in alcune zone. E ancora lo stato clinico della parete muscolare, la sua integritĂ , l’esistenza di ernie o la “separazione” dei muscoli retti dell’addome (diastasi muscolare). Questa prima vera e propria “ricognizione” permette di indicare il tipo di chirurgia piĂč idonea per ogni paziente e la necessitĂ  di utilizzare una eventuale tecnica addizionale (liposuzione, sutura e plicatura muscolare): • Trattamento della parte addominale solo con liposuzione: non esiste eccesso cutaneo, Ăš presente unicamente tessuto adiposo (grasso); la liposuzione permette di eliminarlo e di dare una forma estetica corretta alla parete dell’addome, senza cicatrici (2-3 mm al massimo,il foro di ingresso della cannulla) • Plastica addominale con piccola resezione di pelle e grasso “mini plastica addominale”: esiste eccesso di tessuto cutaneo nella parte bassa dell’addome. La tecnica permette la sua resezione e una cicatrice localizzata nella parte superiore del pube, generalmente non visibile (nascosta dagli slip) • Plastica addominale con ampia resezione cutanea e sutura muscolare: esiste un difetto nella parete muscolare che bisogna trattare, oltre ad un grande eccesso cutaneo e e massa grassa. La cicatrice si localizza sopra il pelo pubico (7-8 cm dal clitoride nelle donne, 7-8 cm dall’attaccatura del pene nell’uomo) e si estende verso le creste iliache (l’osso che si palpa sui fianchi); dopo aver asportato l’eccesso di cute e tessuti grasso, si sutura la parete muscolare e si realizza la liposuzione del grasso localizzato nella parte laterale e superiore dell’addome, in modo da scolpire l’addome. A tutti i pazienti viene redatta un’anamnesi clinica completa, questa apporta informazioni essenziali pre intervento. E’ importante conoscere l’esistenza di malattie come il diabete, l’ipertensione arteriosa, malattie di tipo polmonare, presenza di sovrappeso o obesitĂ  (L’ADDOMINOPLASTICA AIUTA E COMPENDIA UN CORRETTO REGIME ALIMENTARE) e tutte quelle patologie che per le loro caratteristiche potrebbero modificare il risultato dell’intervento o anche ostacolarlo, sia durante l’esecuzione che durante il post-operatorio, manifestandosi nel ritardo della guarigione, ad esempio. Fondamentale Ăš sapere se il paziente ha subito pregressi interventi alla parete addominale od agli organi in essa contenuti, poichĂš potrebbero esitare ernie, laparoceli (fuoriscita di visceri)o retrazioni cicatriziali che necessiterebbero di un’altra condotta operatoria. Il chirurgo plastico deve anche sapere se il paziente assume farmaci, cosĂŹ come i precedenti allergici a qualcuno di essi, per raccomandare, secondo necessitĂ , la sospensione dei derivati dell’acido acetilsalicilico (aspirina) e gli antiinfiammatori (FANS) perchĂ© questi alterano la coagulazione e facilitano il sanguinamento durante l’intervento o dopo . Alla fine della visita, si realizzano foto della zona su cui si interverrĂ  e, dopo aver chiarito tutti i dubbi o le domande che desidera formulare, si chiede al paziente di firmare un documento importante per le due parti coinvolte nell’intervento, ovvero il consenso informato. Analisi preoperatorie Si richiedono sempre: • Emocromo e analisi generali. Queste prove permettono di conoscere l’esistenza di alterazioni nel numero dei globuli rossi (anemia), di processi infettivi in atto o recenti, di alterazioni nella coagulazione, il gruppo sanguigno – fattore RH, i livelli normali di zucchero nel sangue (glicemia) e il funzionamento di vari organi, come il rene (creatinina), il fegato (transaminasi), ecc... • Elettrocardiogramma: per valutare la funzione cardiaca. Controindicazioni - Gravidanza - Patologia organica o mentale grave del paziente - Alterazione grave delle analisi del sangue - Controindicazioni da parte dell’équipe di anestesia - Si considera controindicazione relativa l’OBESITA’ ________________________________________________________________________________________________ Lifting facciale (chirurgia del viso) Alcuni appunti fondamentali sull’anatomia del viso e collo possono risultare utili per comprendere meglio la tecnica chirurgica nel lifting facciale, anche denominata ritidectomia. Le strutture sulle quali agiamo si differenziano in tessuti molli e tessuti duri (ossei). Le ossa del cranio e del viso proteggono strutture delicate, come il cervello, ghiandole e organi sensibili, che non sono l’obiettivo di questo capitolo, poichĂ© mai si accederĂ  ad essi durante la chirurgia di ringiovanimento facciale. Nel terzo superiore, le ossa del cranio e la fronte sono gli elementi principali, poichĂ© in questa zona i tessuti molli costituiscono uno strato sottile di muscolo, pelle e cuoio capelluto, con scarsa mobilitĂ . Nel viso, i tessuti molli acquisiscono molta piĂč importanza, lo stato superficiale (pelle) compie la sua funzione di barriera rispetto agli elementi esterni, come il vento, il sole, sostanze alle quali ci esponiamo ogni giorno che possono alterarne l’elasticitĂ . Al di sotto di essa, esiste uno strato di grasso che puĂČ variare di spessore secondo ciascun paziente. Generalmente nel viso lo spessore Ăš di pochi millimetri e l’accumulo Ă© piĂč marcato nella zona della mandibola e del mento, che costituisce quello che si conosce come “doppio mento”. Nei pazienti obesi questi accumuli di tessuto grasso possono essere maggiori. Infine arriviamo ad una zona che ci interessa moltissimo nella realizzazione di un lifting facciale che Ăš lo SMAS ovvero Superficial Muscle Aponeurotical System, cioĂš Sistema muscolo-aponeurotico superficiale. Lo SMAS Ăš costituito da una rete di fibre che ricoprono i muscoli che partecipano alla mimica del volto, in continuitĂ  con il sottile muscolo platisma del collo, che con l’invecchiamento e la gravitĂ  si va dislocando verso il basso. Nel lifting lo SMAS Ăš fondamentale, poichĂ© si basa il ringiovanimento del volto sul riposizionamento di questo strato che, per continuitĂ  e grazie alle aderenze che presenta con strati piĂč profondi, contribuirĂ  a modificare anche quest’ultimi, che non sono raggiungibili direttamente. Ma la conoscenza anatomica dello SMAS Ăš fondamentale per il chirurgo per una ulteriore questione basilare: i nervi deputati alla mobilitĂ  del viso, le ghiandole salivari, le vene, le arterie piĂč importanti ed i muscoli necessari per muovere simmetricamente la bocca si trovano al di sotto di questa lamina di tessuto. Da quanto appena detto si evince che se il chirurgo si mantiene ad un livello corretto dello SMAS, avrĂ  la certezza di eseguire un intervento perfetto, preservando tutti questi elementi fondamentali, tecnica che risulta semplice per uno specialista con alle spalle studi qualificati (che garantiscono una buona conoscenza dell’anatomia) ed esperienza maturata sul campo. L’accesso ai tessuti duri (ossei) si puĂČ realizzare nelle aree in cui vi Ăš certezza che non passino elementi sensibili e nobili (vasi e nervi). BenchĂ© nella realizzazione di una ritidectomia non si agisce frequentemente sull’osso, a volte Ăš raccomandabile qualche tecnica localizzata per migliorare il risultato estetico. Gli elementi ossei piĂč importanti per la forma del viso sono principalmente il margine dell’orbita nelle palpebre superiori, che in alcuni pazienti puĂČ apparire aumentato e dare la sensazione di occhi “infossati”, la zona dello zigomo, la zona della mandibola e del mento. In determinate zone esistono piccole fibre piĂč rigide che fissano i tessuti molli all’osso, formando un autentica struttura di sostegno. Con il tempo questi legamenti che si trovano nella zona degli zigomi, nella mandibola e nel collo andranno incontro a cedimenti che sono in parte responsabili del fenomeno della flacciditĂ  della pelle, del tessuto adiposo e dei muscoli di tale zona. Cambiamenti dell’anatomia durante l’invecchiamento BenchĂ© la cosa piĂč evidente con il passare degli anni sia la lassitĂ  della pelle, in realtĂ  questo non Ăš il fattore cruciale dell’invecchiamento del viso. La pelle Ăš unicamente trascinata dalle strutture piĂč profonde, che sono quelle che realmente subiscono uno scivolamento verso il basso per effetto della gravitĂ , la mimica facciale e il cedimento delle strutture di sostegno. Questi segni del passaggio del tempo cominciano a essere visibili verso i quarant’anni di vita, ma possono accelerarsi per fattori esterni o genetici. Nella zona frontale il muscolo si fa piĂč lasso e fa scendere la zona delle sopraccigilia, soprattutto la porzione piĂč laterale (coda del sopracciglio). Nel terzo medio del viso i cambiamenti sono piĂč evidenti ed iniziano con lo spostamento verso il basso del muscolo orbiclare che circonda l’occhio e del grasso zigomatico, questo fa sĂŹ che la zona malare resti piĂč vuota, a spese di un maggiore accumulo di tessuto adiposo nella guancia a livello inferiore. I solchi nasogeniani, che vanno dall’ala nasale alla commessura della bocca si accentuano a causa di questo grasso che vi si accumula sopra. Questo puĂČ succedere anche nel terzo inferiore del viso, dove gli accumuli di grasso possono arrivare a far perdere la definizione dell’angolo mandibolare. I cambiamenti nel muscolo platisma provocano la perdita dell’angolo del collo e la comparsa di una o due bande nella zona centrale del collo. BenchĂ© si puo avere la sensazione che tutti questi elementi vengano alterati perchĂ© scendono semplicemente verso il basso, un attento osservatore puĂČ differenziare i diversi vettori della caduta dei tessuti che, al contrario, non sono tutti verticali. Se nel processo di riposizionamento di queste strutture desideriamo un risultato estetico e anatomico, dobbiamo fare una sorta di marcia indietro nel tempo e per riuscirvi non sarebbe corretto sollevare semplicemente tutti questi tessuti in modo indiscriminato. Si deve riconoscere ogni zona, riposizionarla nella direzione corretta e con la giusta tensione. Soltanto cosĂŹ si otterrĂ  un ringiovanimento naturale. La prima visita La prima visita che si realizza nello studio Ăš veramente importante, in essa avviene il primo contatto tra specialista e paziente e la mutua percezione reciproca segnerĂ  in grande misura tutto il percorso. E’ il momento in cui il paziente esprime il problema che desidera risolvere, questo a volte non Ăš affatto facile, perchĂ© durante la prima visita non c’ù ancora la confidenza sufficiente con il medico e , parlare di un aspetto fisico che non piace puĂČ risultare difficile. L’invecchiamento generalmente Ăš un processo che si evidenzia in modo progressivo e notare i segni del tempo che stanno comparendo, senza trovare un modo efficace di evitarli, puĂČ causare preoccupazione in alcune persone. E’ importante nel momento in cui si Ăš seduti nello studio, davanti al medico, saper spiegare in modo chiaro quali sono i segni dell’etĂ  che si vogliono ridurre o eliminare. Guardando il paziente, lo specialista puĂČ riconoscere facilmente quali sono i cambiamenti che sono avvenuti sul suo volto e che desidererebbe migliorare. Molte volte, prima che il paziente gli presenti il problema, lo ha giĂ  riconosciuto, per cui la conversazione sicuramente sarĂ  uno scambio semplice di esperienze e consigli. Il chirurgo plastico dal primo momento in cui vede il paziente, non puĂČ evitare di osservarne da specialista il viso. Come se i suoi occhi fossero uno scanner analizza immediatamente le strutture piĂč profonde: caratteristiche delle ossa della fronte, zigomi, mascella, mento. Una buona struttura ossea facilita la tecnica, poichĂ© i tessuti si appoggeranno su una base piĂč solida. In seguito valuta la muscolatura che ricopre questo supporto osseoe, insieme alla muscolatura scende anche il grasso che la avvolge. Non serve a nulla “stirare” piĂč o meno la pelle, se non si trattano questi elementi piĂč profondi, che sono quelli che realmente si spostano e provocano la lassitĂ . CosĂŹ il grasso degli zigomi, che in gioventĂč Ăš ben fermo grazie ai legamenti malari, con l’invecchiamento si sposta verso il basso e provoca, da un lato, una diminuzione del volume degli zigomi stessi, a spese di un aumento del grasso sopra i solchi nasogeniani. Si osserva, allora, uno svuotamento della zona malare e un’accentuazione delle pieghe che dal naso circondano la bocca. Questo spostamento del grasso del viso, insieme all’aumento della lassitĂ  dei muscoli masseteri delle guance provocano alterazioni che preoccupano molto i pazienti che collimano nella perdita della linea della mandibola. Anche nella parte anteriore del collo puĂČ accumularsi del grasso e possono comparire delle bande verticali per i cambiamenti prodotti nel muscolo platisma. Si direbbe che il punto piĂč importante nella chirurgia del ringiovanimento sia ricollocare il grasso e il muscolo nella loro posizione originale. Di fatto, affinchĂ© i risultati di un lifting facciale siano ottimi, si deve parlare di un “riposizionamento anzichĂ© di uno stiramento. Se si agisce in questo modo si ottengono vari obiettivi fondamentali, tutti importantissimi. Primo, la naturalezza, accomodando il muscolo e il grasso in una localizzazione piĂč giovanile, si ottiene un ringiovanimento naturale e fisiologico. Secondo, applicando la forza sulle strutture profonde e non sulla pelle, si evitano problemi spiacevoli, come le tensioni sulle cicatrici che possono alterare la cicatrizzazione. Inoltre i punti fermi e profondi daranno al risultato una durata molto piĂč permanente. Lo specialista valuterĂ  accuratamente quanto Ăš danneggiata la pelle del paziente. Una pelle sottile generalmente ha bisogno di piĂč attenzioni e resiste peggio al passare del tempo. Se inoltre si Ăš preso molto sole, la pelle puĂČ apparire piĂč rugosa e macchiata. Il lifting ne migliorerĂ  la qualitĂ  ma sicuramente non potrĂ  far scomparire tutte queste alterazioni. Eliminare tutte le rughe “stirandola” presupporrebbe dover tenderla troppo e si correrebbe il rischio di influire sull’espressivitĂ , principalmente degli occhi e della bocca. In questi casi, con il lifting si tratta la lassitĂ  e si migliorano le rughe, ma senza dubbio saranno precisi trattamenti successivi come il laser o il peeling che lo completeranno, soprattutto a carico degli strati cutanei piĂč superficiali. Le pelli piĂč grasse solitamente hanno meno rughe. BenchĂ© le pieghe nasogeniane (dal naso alla bocca) e le pieghe della bocca (dalle commessure al mento) sono solitamente piĂč marcate, in questi pazienti possono non essere necessari trattamenti ancillari cutanei dopo l’intervento. Una volta che il dottore ha valutato i diversi strati che conformano il viso e ha pianificato come agire su ciascuno di essi, si focalizzerĂ  su zone concrete, che possono necessitare di un’azione specifica. Oltre al lifting facciale e cervicale puĂČ essere necessario eliminare pelle e borse delle palpebre e piallare i festoni che possono apparire sugli zigomi e che possono aumentare per la stanchezza e per ritenzione di liquidi. A volte le labbra si sono assottigliate e bisognerĂ  pensare a un riempimento con il grasso del paziente o con sostanze iniettate che devono sempre essere affidabili e autorizzate dall’Unione Europea. E’ importante che il paziente esprima al medico, chiaramente e senza timori, quali sono i punti che lo preoccupano in modo particolare, in tal modo saranno evidenti gli obbiettivi si Ăš riproposto di ottenere consultando lo specialista. PuĂČ essere che alcuni di questi obiettivi siano impossibili da raggiungere. Il lifting facciale Ăš una tecnica molto valida per guadagnare un aspetto piĂč giovanile, tuttavia bisogna ricordare che LA CHIRURGIA CORREGGE E RALLENTA IL TEMPO MA DI CERTO NON E’ MAGIA E NON FA MIRACOLI. Purtroppo non possiamo nemmeno far tornare la pelle dei venticinque o trent’anni, nĂ© far sparire tutte le rughe. Per questo Ăš cosĂŹ importante che si stabilisca una seria comunicazione fra lo specialista e i pazienti nella prima visita; perchĂ© con la spiegazione chiara e precisa del chirurgo i pazienti sappiano molto bene quali risultati possono ottenere,in che cosa consiste tutto il processo durante e dopo l’intervento. E’ molto importante che il dottore sia sicuro che il paziente abbia capito tutto il processo, perchĂ© la sua collaborazione sarĂ  fondamentale per ottenere il miglior risultato. Anche il paziente deve essere tranquillo e d’accordo con le spiegazioni dello specialista. Questo Ăš il momento in cui se non si Ăš d’accordo o non si ha ancora piena fiducia nel chirurgo Ăš meglio cercare una seconda opinione. ________________________________________________________________________________________________ La pelle e l’invecchiamento Trattamenti complementari La pelle protegge il nostro organismo dall’ambiente, da infezioni e sostanze tossiche, aiuta a mantenere la temperatura corporea ed Ăš responsabile del senso del tatto che contribusce alla nostra comunicazione con gli altri. La pelle Ăš formata da tre strati, ognuno con una funzione specifica. 1) Epidermide E’ lo strato piĂč esterno, sottile quanto la carta delle sigarette, costituisce lo strato protettivo della pelle e squama continuamente le sue cellule, che si formano nella sua parte piĂč profonda e vanno verso la superficie. Le cellule basali (profonde) dell’epidermide sono le produttrici di quelle nuove. L’epidermide contiene anche i melanociti, che sono le cellule che producono il pigmento chiamato melanina, responabile del colore della pelle. Questo pigmento ci protegge, in parte, dalle radiazioni solari. 2) Derma Il derma Ăš situato sotto l’epidermide e costituisce il 90% dello spessore della pelle, contiene una densa rete di proteine, collagene ed elastina in cui si situano i vasi sanguigni e linfatici, le terminazioni nervose, le ghiandole sebacee e sudoripare, i follicoli piliferi. La rete di collagene ed elastina fornisce alla pelle la sua elasticitĂ  e resistenza e le ghiandole mantengono la pelle morbida e con il grado di idratazione necessario. 3) Tessuto sottocutaneo E’ situato sotto epidermide e derma ed Ăš formato principalmente da tessuto adiposo o tessuto grasso. Questo strato agisce come isolante e protegge gli organi e i tessuti situati al disotto. Con gli anni la pelle si fa piĂč sottile, le ghiandole sebacee sono meno attive, si riduce la vascolarizzazione, si atrofizza il derma che diventa piĂč sottile e fragile. A questo si aggiungono un processo rinnovativo delle cellule basali dell’epidermide piĂč lento e processi di riparazione meno efficaci. Tutto ciĂČ contribuisce a conferire un aspetto invecchiato alla pelle con il passare degli anni. Fattori ambientali come l’eccessiva esposizione solare, il tabagismo, la cattiva alimentazione o la mancanza di riposo accelerano notevolmente i cambiamenti naturali della pelle. La pelle del volto Ăš la prima a subire l’azione dei raggi solari, poichĂ© sta perennemente allo scoperto. L’invecchiamento causato dal sole Ăš il cosiddetto fotoinvecchiamento, che aggrava i cambiamenti dell’invecchiamento normale nelle zone fotoesposte. I principali cambiamenti del fotoinvecchiamento sono le rughe cutanee, la pigmentazione alterata e la perdita di tono cutaneo. Esistono anche una serie di lesioni cutanee correlate con l’invecchiamento: • Macchie della pelle: sono le lesioni denominate efelidi semplici o efelidi senili. Appaiono come macchie piatte, di colore marrone o grigiastro che hanno la maggior parte delle persone a partire dai cinquant’anni. Possono essere di qualsiasi dimensione a compaiono soprattutto nelle parti che sono state maggiormente esposte al sole, come il viso, la scollatura e le mani; possono scurirsi ulteriormente per effetto della luce solare. Sono piĂč frequenti nelle persone con la pelle chiara. Queste macchioline non si trasformano in lesioni maligne e il loro trattamento risponde a ragioni estetiche. La prevenzione consiste nell’evitare l’esposizione solare. • Elastosi solare: l’esposizione per lunghi periodi all’irradiazione ultravioletta della luce solare lede le fibre di collagene e elastina e la pelle puĂČ sembrare piĂč vecchia di una decina di anni rispetto alla sue etĂ  cronologica. E’ piĂč frequente nelle pelli chiare. • Cheratosi seborroica: sono lesioni con aspetto di verruche piatte, giallognole, marroni e persino nere, che solitamente non sono maligne e si trattano a fini cosmetici per evitare il sanguinamento per sfioramento. • Teleangiectasie: sono le dilatazioni benigne dei vasi sanguigni, molto frequenti agli zigomi, sul naso e nel decoltĂš. Attualmente esistono una serie di trattamenti medico-chirurgici che ci possono aiutare a migliorare il nostro aspetto mediante procedimenti poco aggressivi e che vengono realizzati senza anestesia o con anestesia locale nello studio dello specialista. Trattamento di riempimento Quando una sostanza viene iniettata in una ruga, questa si riempie, lascia una pelle piĂč liscia in superficie e offre un aspetto giovanile e salutare. Fino a qualche anno fa sul mercato c’erano solo pochi prodotti di riempimento, attualmente l’offerta di questo tipo di materiali Ăš considerevle, per cui dobbiamo scegliere bene il tipo di sostanza da utilizzare secondo il difetto che abbiamo e i risultati che vogliamo conseguire. Indicazioni generali degli impianti - Rughe frontali e glabellari (spazio tra le sopracciglia) - Solchi nasogeniani - Solchi nasoiugali (rughe dell’amarezza) - Zampe di gallina - Correzione dell’ovale del volto - Aumento degli zigomi - Aumento-profilo delle labbra - Correzione di cicatrici depresse - Correzione di volume in pazienti con lipoatrofia Nel tentativo di sistematizzare i diversi prodotti si utilizza da tempo la seguente semplice classificazione: • Materiali biologici: • Grasso • Acido ialuronico • Materiali non biologici: • Acido polilattico La differenza fondamentale fra gli uni e gli altri Ăš il tempo che l’organismo impiega a riassorbirli, cioĂš a farli sparire. I materiali biologici sono totalmente riassorbibili e quelli non biologici no, fuorchĂ© l’acido polilattico che si riassorbe a lungo termine. I meccanismi d’azione sono vari, dalla mera ricollocazione della sostanza fondamentale, all’effetto di riempimento con reazione al corpo estraneo e fibrosi, alla stimolazione della formazione di collagene proprio. Caratteristiche principali di ogni materiale di riempimento : Autoinnesto di grasso o lipofilling Consiste nell’utilizzare il grasso dello stesso paziente come materiale di riempimento. Il grasso si estrae dalla zona donatrice mediante una sottile canula da liposuzione e dopo averlo centrifugato e filtrato, si inietta nella zona che si vuole riempire o aumentare. Questo procedimento ha il vantaggio che il proprio grasso non produce allergia e la tecnica chirurgica per ottenerlo Ăš relativamente semplice. L’inconveniente principale Ăš che Ăš difficile predire la sua durata poichĂ© c’ù gran differenza individuale fra i pazienti e in base alle zone da trattare. Il grasso che si impianta agisce come un innesto e vive nella zona dove l’abbiamo impiantato in un una percentuale variabile e poco prevedibile. E’ molto utile in casi di allergia ad altri materiali di impianto e per realizzare trattamenti di grandi volumi, come solchi nasogeniani molto profondi e atrofie facciali. Dopo il procedimento chirurgico, il paziente dovrĂ  sottoporsi a trattamenti antibiotici e antiinfiammatori. Acido ialuronico Oggi in commercio si trovano innumerevoli prodotti che contengono acido ialuronico. PerchĂ©? Questa sostanza Ăš in grado di svolgere una funzione fondamentale per la nostra pelle: ne mantiene l’idratazione, la turgiditĂ , la plasticitĂ , la viscositĂ  e pertanto la rende piĂč chiara e luminosa. A cosa si deve questo effetto? L’acido ialuronico, identificato nel 1938 da un certo Meyer, da parecchi anni Ăš oggetto di studi che ne hanno dimostrato la capacitĂ  di regolare il comportamento delle cellule, con effetti profondi sul metabolismo cellulare. Grazie alla estrema lunghezza della molecola e al suo alto grado di idratazione, i polimeri di acido ialuronico sono in grado di organizzarsi in una struttura reticolare che svolge due importanti funzioni. Da un lato crea un’impalcatura molecolare che mantiene la forma e il tono del tessuto, dall’altro fa da filtro per arginare l’entrata nel tessuto di sostanze esterne pericolose, come batteri, virus e altri agenti infettanti. Oggi sul tavolo degli scienziati c’ù lo sviluppo di tecniche ancora piĂč semplici e la combinazione dell’acido ialuronico con altre sostanze cosmeticamente utili potrebbe dare ottimi risultati, come si dice, il futuro Ăš ancora da venire. Attualmente l’acido ialuronico Ă© la sostanza piĂč utilizzata in chirurgia estetica, Ăš il materiale ideale , versatile e malleabile che, iniettato nel derma e nel tessuto sottocutaneo ha l’obiettivo di riempire una depressione o di aumentare i volumi. L’acido polilattico Il suo uso come impianto Ăš relativamente nuovo, benchĂ© si utilizzi da tempo per altri usi medici. Produce uno stimolo del collagene proprio, senza reazione da corpo estraneo, cosa che lo rende specialmente utile in certe zone del volto e per il trattamento della lipoatrofia facciale che si produce in pazienti in cura per HIV. Bisogna sempre tenere conto, data la grande quantitĂ  di prodotti disponibili, che non tutti sono indicati per tutto, per questo i dettagli particolari e tecnici di ogni prodotto richiedono una competenza specifica. Come in ogni atto medico Ăš fondamentale la valutazione del paziente, per scoprire malattie che contraindichino il trattamento, come le coagulopatie gravi, processi infettivi attivi, malattie autoimmuni, alterazioni della cicatrizzazione, malattie del collagene, gravidanza, allattamento o allergia a qualche componente del prodotto. In generale l’impianto del materiale di riempimento puĂČ essere realizzato nello studio del chirurgo plastico mediante anestesia locale e il paziente puĂČ riprendere immediatamente la sua vita normale. Gli effetti secondari, frequenti nella zona dell’iniezione, potrebbero essere l’infiammazione, l’arrossamento e piccoli ematomi transitori. PRESTATE SEMPRE ATTENZIONE AI FILLER PERMANENTI!!! I RISULTATI SE PESSIMI, RESTANO A VITA! E ANCHE SE IL RISULTATO FOSSE ECCELLENTE, EVENTUALI COMPLICANZE POSSONO COMPARIRE ANCHE A DISTANZA DI ANNI. Trattamento di riempimento delle labbra Le labbra sono associate dall’antichitĂ  alla sensualitĂ  e, sia per questo, sia per influenze della moda, le richieste per aumentare le dimensioni delle labbra sono molto frequenti, tanto nelle giovani come in persone di etĂ  piĂč avanzata. Mediante l’iniezione di alcuni dei materiali sopra citati possiamo far sĂŹ che il labbro resti piĂč definito e piĂč spesso ma non tutti i materiali di impianto che abbiamo visto in precedenza possono essere usati sulle labbra. La massima indicazione per definire le labbra Ăš l’utilizzo dell’acido jaluronico. La caratteristica piĂč importante che devono avere le labbra dopo l’aumento Ăš l’assoluta naturalitĂ , senza la presenza di protuberanze. Sfortunatamente Ăš frequente trovare labbra artificialmente aumentate che sembrano salsicce, in un tentativo di recuperare la gioventĂč perduta e per far sparire le rughette verticali del labbro superiore (codice a barre), gonfiando il labbro come se fosse un pallone. Trattamento delle rughe di espressione con tossina botulinica La tossina botulinica (BTX) prende il nome dal latino «botulus» che significa «salsiccia». Infatti, Ăš studiando le cause di un'intossicazione alimentare seguita ad un banchetto nuziale durante il quale furono consumate delle salsicce che, nel 1793, Justinius Kerner coniĂČ questo nome. Un secolo piĂč tardi, nel 1897, fu isolato il Clostridium botulinum, il batterio all'origine della tossina. Il Clostridium puĂČ svilupparsi in tutti gli alimenti mal conservati (verdure in scatola, pesce, fegato) e, in assenza di aria, produrre la BTX. Tra la fine degli anni Settanta ed inizio anni Ottanta si Ăš cominciato ad iniettare la BTX per correggere lo strabismo, grazie agli studi della meccanica della tossina, che causa una paralisi muscolare. Col tempo si sono aggiunte alle indicazioni una cinquantina di altre patologie (disturbi del movimento, sudorazione eccessiva, spasticitĂ ). Proprio dagli studi sullo strabismo, alcuni oculisti hanno notato che l’iniezione della tossina botulinica causava uno stiramento delle rughe periorbitarie e da li nĂ© seguĂŹ l’utilizzo a fini estetici. L’effetto della tossina produce un blando indebolimento dei muscoli trattati, per cui si ottiene un importante miglioramento delle rughe della fronte, dello spazio tra le sopracciglia e delle zampe di gallina. Gli effetti del trattamento durano da 5 a 6 mesi e possono essere ripetuti. Si puĂČ utilizzare come trattamento unico o combinato con altre tecniche chirurgiche come la blefaroplastica o il lifting facciale. Il trattamento non necessita di nessun tipo di anestesia e consiste nell’iniezione del prodotto mediante un ago molto sottile nei gruppi muscolari che si intende trattare. Il paziente puĂČ tornare immediatamente alle sue attivitĂ . Gli effetti cominciano a manifestarsi dopo tre giorni e il rilassamento muscolare produce la scomparsa delle rughe che sono state trattate. Gli effetti secondari e le controindicazioni sono minimi nelle mani di personale medico qualificato e con conoscenze dell’anatomia della zona che viene trattata, nozione indispensabile per garantire il successo del trattamento e minimizzarne i rischi. La soddisfazione dei pazienti Ăš molto grande, viene valutata molto positivamente la relativa semplicitĂ  della tecnica rispetto agli ottimi risultati ottenuti.

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